venerdì 2 gennaio 2015

Fermate quel concerto


Passata la festa, gabbato lo Santo! In questo caso la festa è il mesto Capodanno offerto a Pescara ai cittadini dall’amministrazione comunale di sinistra, e il Santo, con rispetto parlando, sono i pescaresi. I fatti: dal 27 dicembre 2014 cominciano i foschi presagi dell’arrivo di una forte ondata di maltempo sul capoluogo adriatico. Presagi trasformati in previsioni meteorologiche ufficiali confermate il 28 dicembre; il 29 dicembre la situazione comincia a farsi preoccupante; il 30 dicembre arriva la spruzzata di neve, ma veramente due fiocchetti che non impediscono ai cittadini di uscire di casa, andare a lavorare, recarsi negli uffici pubblici, fare la spesa, e gli ultimi acquisti per il Capodanno, proprio a indicare la completa ‘normalità’ della situazione. Più per la preoccupazione che per altro il Comune di Francavilla, però, già il 30 dicembre, decide di annullare il veglione in piazza con il concerto di Arisa: decisione azzardata? Forse, ma sicuramente tempestiva, ovvero utile a concedere a chi aveva deciso di partecipare all’evento un tempo adeguato per organizzarsi e informarsi. Il Comune di Pescara no, anzi su Facebook si rimbalzano gli inviti a partecipare al mitico ‘Capodanno in piazza con i Tiromancino’. Arriva la mattina del 31 dicembre: veglione confermato, confermato, confermato, confermato…poi alle 14 la svolta: concertone annullato, anche in questo caso la voce rimbalza sui social network, che però non rappresentano una ‘voce ufficiale’, tant’è che il Tg3 delle 14 conferma lo svolgimento dello spettacolo con tanto di servizio, salvo una mini-rettifica a chiusura di servizio, rettifica pure titubante, per la serie saràveroono?? Alla fine della fiera il Capodanno è passato e il veglione in piazza è saltato. Decisione discutibile per varie ragioni: la prima e più importante, il provvedimento è stato intempestivo, bene ha fatto il Comune di Francavilla a decidere all’antivigilia di capodanno, quando peraltro la situazione meteo era davvero preoccupante e piena di incognite, assurdo averlo fatto a Pescara alle 14 del 31 dicembre, quando le previsioni meteo andavano migliorando, e infatti anche il temuto vento aveva smesso di soffiare dopo aver imperversato sulla città per tutta la notte. Ma tant’è, il concertone, tanto annunciato, sbandierato ai 4 venti, sbattuto sui manifesti 6  per 3 su tutta la città (a proposito, diciamo subito che quelle affissioni saranno costate almeno 2mila euro, e lo dico per esperienza), non s’è fatto. Il Capodanno è passato, ognuno si è organizzato come ha potuto, a casa, con amici, in qualche localino meno costoso, ma ormai è fatta. Eh invece no! Perché il Comune di Pescara inspiegabilmente rilancia e rimanda il concerto della ‘notte di Capodanno alla Befana’…non è uno scherzo: il Comune intende festeggiare il Capodanno il 6 gennaio, sempre con i Tiromancino in piazza Salotto, e soprattutto, sempre per la stessa cifra, spendendo dunque circa 38mila 500 euro. Ora la domanda è: perché? Domanda più che legittima per alcune semplici considerazioni che emergono leggendo la delibera con la quale si è deciso l’evento: il Concerto dei Tiromancino viene considerato un’occasione di ‘rilancio del turismo e del territorio’, ovvero, trattandosi di un gruppo di ‘fama nazionale e internazionale’, ci saranno molti fan che arriveranno da fuori regione per seguire l’evento e faranno girare l’economia! Davvero? Ma, se è per questo, allora l’evento del 31 dicembre non doveva essere annullato, perché tanti fan alle ore 14 della vigilia di Capodanno sicuramente erano già arrivati a Pescara per partecipare al veglione in piazza, o comunque erano già per strada, affrontando le relative spese. Spese raddoppiate perché poi quei fan o hanno dovuto fare marcia indietro, e di nuovo pagare l’autostrada e la benzina, o saranno rimasti a Pescara e si saranno dovuti attrezzare un Capodanno che sicuramente sarà costato il doppio essendo una soluzione last minute. E quei fan che il 31 sono arrivati a Pescara per far girare l’economia, beccando la ‘sola’, sicuramente non torneranno in città per il concerto del 6 gennaio. Ergo, il concerto dei Tiromancino si risolverà nel solito spettacolino per pescaresi e dintorni che fra l’altro neanche potranno tirar sino a tardi, visto che il 7 gennaio si torna a scuola e in ufficio. Ma non basta: in condizioni di predissesto, con tasse e imposte aumentate al massimo ai danni dei cittadini-contribuenti, il governo Pd ha comunque deciso di spendere 38mila 500 euro per i Tiromancino, l’ennesimo sacrificio chiesto al territorio per ‘far girare l’economia nella notte più lunga dell’anno’. Non dovrebbe, ma ci sta. Ma ormai, passata la festa in maniera mesta e triste, che senso ha confermare quella spesa quando il Capodanno è finito e sicuramente il concerto dei Tiromancino non è il modo migliore per festeggiare la Befana, festa notoriamente dedicata ai bambini in orari diurni o pomeridiani? A meno che il leader del gruppo, o la compagna, Claudia Gerini, non accettino di vestirsi da Befana e distribuire caramelle e cioccolatini (quelli avanzati da Halloween magari) ai bambini nel pomeriggio. Dettaglio non insignificante: il concertone sarà pagato dai pescaresi! E’ vero che due sponsor hanno dato un minimo contributo, ma due terzi della spesa è a carico dei cittadini, tant’è che la giunta, mettendo le mani avanti, ha già detto in delibera che, se non arriveranno altri generosi sponsor, la spesa verrà addirittura coperta con un ‘prelevamento sul fondo di riserva per presumibili 24mila 470 euro sul quale con il presente atto viene data priorità di prelievo’ (fonte delibera n.799 del 16/12/2014), ossia, per pagare le spese, la giunta si è già impegnata ad attingere al fondo di riserva che è il fondo delle emergenze, il tesoretto da utilizzare in caso di calamità naturali, o per l’arrivo imprevisto di sentenze sfavorevoli improvvise, insomma tutto ciò che non è prevedibile né programmabile. Ma il concerto dei Tiromancino, onestamente, non mi sembra sia una spesa emergenziale, né tantomeno imprevedibile, né, ancora, non programmabile. Tanto più che è slittato dal 2014 al 2015 e quindi non si giustifica l’utilizzo del fondo d’emergenza. Ma, ed è questo il quesito, qual è il senso di questo spettacolo? Doveva essere il ‘concerto di Capodanno’, non lo è stato, ormai il Capodanno è passato, si rinunci allo spettacolo, si risparmino i 38mila 500 euro, e piuttosto si organizzi una Befana decorosa dedicata ai bambini. Infine, ultima considerazione: se proprio l’amministrazione, non dando prova di buon senso, deciderà di confermare lo spettacolo, non ritengo possa confermare la spesa prevista. Ovvero: se il concerto dei Tiromancino costava 38mila 500 euro per la notte di Capodanno, una notte speciale in cui tutti gli artisti fanno lievitare il proprio cachet per ovvie ragioni, lo stesso gruppo non può chiedere la stessa cifra per il 6 gennaio, altra data, circostanza diversa, ma è chiaro che quella spesa dovrà scendere, quasi dimezzarsi. E’ come se andiamo in un ristorante a prenotare per un matrimonio, e ci chiedono almeno 100 euro per commensale, ma poi la stessa cena, nello stesso ristorante, in un qualunque giorno dell’anno, la paghiamo 30 euro a testa! Ma dovrà essere la giunta a fare tale richiesta e a sacramentarla in una delibera. A questo punto la parola passa a una giunta che il 31 dicembre 2014 ha votato il predissesto per la città condannandoci a 10 anni di tasse, ma in maniera disinvolta paga 40mila euro per due ore di musica per festeggiare un Capodanno con 5 giorni di ritardo sul calendario. Buona giornata e buon anno.


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