Passata la festa,
gabbato lo Santo! In questo caso la festa è il mesto Capodanno offerto a
Pescara ai cittadini dall’amministrazione comunale di sinistra, e il Santo, con
rispetto parlando, sono i pescaresi. I fatti: dal 27 dicembre 2014 cominciano i
foschi presagi dell’arrivo di una forte ondata di maltempo sul capoluogo
adriatico. Presagi trasformati in previsioni meteorologiche ufficiali
confermate il 28 dicembre; il 29 dicembre la situazione comincia a farsi
preoccupante; il 30 dicembre arriva la spruzzata di neve, ma veramente due
fiocchetti che non impediscono ai cittadini di uscire di casa, andare a
lavorare, recarsi negli uffici pubblici, fare la spesa, e gli ultimi acquisti
per il Capodanno, proprio a indicare la completa ‘normalità’ della situazione.
Più per la preoccupazione che per altro il Comune di Francavilla, però, già il
30 dicembre, decide di annullare il veglione in piazza con il concerto di
Arisa: decisione azzardata? Forse, ma sicuramente tempestiva, ovvero utile a concedere
a chi aveva deciso di partecipare all’evento un tempo adeguato per organizzarsi
e informarsi. Il Comune di Pescara no, anzi su Facebook si rimbalzano gli
inviti a partecipare al mitico ‘Capodanno in piazza con i Tiromancino’. Arriva
la mattina del 31 dicembre: veglione confermato, confermato, confermato,
confermato…poi alle 14 la svolta: concertone annullato, anche in questo caso la
voce rimbalza sui social network, che però non rappresentano una ‘voce
ufficiale’, tant’è che il Tg3 delle 14 conferma lo svolgimento dello spettacolo
con tanto di servizio, salvo una mini-rettifica a chiusura di servizio,
rettifica pure titubante, per la serie saràveroono?? Alla fine della fiera il
Capodanno è passato e il veglione in piazza è saltato. Decisione discutibile
per varie ragioni: la prima e più importante, il provvedimento è stato
intempestivo, bene ha fatto il Comune di Francavilla a decidere all’antivigilia
di capodanno, quando peraltro la situazione meteo era davvero preoccupante e
piena di incognite, assurdo averlo fatto a Pescara alle 14 del 31 dicembre,
quando le previsioni meteo andavano migliorando, e infatti anche il temuto
vento aveva smesso di soffiare dopo aver imperversato sulla città per tutta la
notte. Ma tant’è, il concertone, tanto annunciato, sbandierato ai 4 venti,
sbattuto sui manifesti 6 per 3 su tutta
la città (a proposito, diciamo subito che quelle affissioni saranno costate
almeno 2mila euro, e lo dico per esperienza), non s’è fatto. Il Capodanno è
passato, ognuno si è organizzato come ha potuto, a casa, con amici, in qualche
localino meno costoso, ma ormai è fatta. Eh invece no! Perché il Comune di
Pescara inspiegabilmente rilancia e rimanda il concerto della ‘notte di
Capodanno alla Befana’…non è uno scherzo: il Comune intende festeggiare il
Capodanno il 6 gennaio, sempre con i Tiromancino in piazza Salotto, e
soprattutto, sempre per la stessa cifra, spendendo dunque circa 38mila 500
euro. Ora la domanda è: perché? Domanda più che legittima per alcune semplici
considerazioni che emergono leggendo la delibera con la quale si è deciso l’evento:
il Concerto dei Tiromancino viene considerato un’occasione di ‘rilancio del
turismo e del territorio’, ovvero, trattandosi di un gruppo di ‘fama nazionale
e internazionale’, ci saranno molti fan che arriveranno da fuori regione per
seguire l’evento e faranno girare l’economia! Davvero? Ma, se è per questo,
allora l’evento del 31 dicembre non doveva essere annullato, perché tanti fan
alle ore 14 della vigilia di Capodanno sicuramente erano già arrivati a Pescara
per partecipare al veglione in piazza, o comunque erano già per strada, affrontando
le relative spese. Spese raddoppiate perché poi quei fan o hanno dovuto fare
marcia indietro, e di nuovo pagare l’autostrada e la benzina, o saranno rimasti
a Pescara e si saranno dovuti attrezzare un Capodanno che sicuramente sarà
costato il doppio essendo una soluzione last minute. E quei fan che il 31 sono
arrivati a Pescara per far girare l’economia, beccando la ‘sola’, sicuramente
non torneranno in città per il concerto del 6 gennaio. Ergo, il concerto dei
Tiromancino si risolverà nel solito spettacolino per pescaresi e dintorni che
fra l’altro neanche potranno tirar sino a tardi, visto che il 7 gennaio si
torna a scuola e in ufficio. Ma non basta: in condizioni di predissesto, con
tasse e imposte aumentate al massimo ai danni dei cittadini-contribuenti, il
governo Pd ha comunque deciso di spendere 38mila 500 euro per i Tiromancino, l’ennesimo
sacrificio chiesto al territorio per ‘far girare l’economia nella notte più
lunga dell’anno’. Non dovrebbe, ma ci sta. Ma ormai, passata la festa in
maniera mesta e triste, che senso ha confermare quella spesa quando il
Capodanno è finito e sicuramente il concerto dei Tiromancino non è il modo
migliore per festeggiare la Befana, festa notoriamente dedicata ai bambini in
orari diurni o pomeridiani? A meno che il leader del gruppo, o la compagna,
Claudia Gerini, non accettino di vestirsi da Befana e distribuire caramelle e
cioccolatini (quelli avanzati da Halloween magari) ai bambini nel pomeriggio.
Dettaglio non insignificante: il concertone sarà pagato dai pescaresi! E’ vero
che due sponsor hanno dato un minimo contributo, ma due terzi della spesa è a
carico dei cittadini, tant’è che la giunta, mettendo le mani avanti, ha già
detto in delibera che, se non arriveranno altri generosi sponsor, la spesa
verrà addirittura coperta con un ‘prelevamento
sul fondo di riserva per presumibili 24mila 470 euro sul quale con il presente
atto viene data priorità di prelievo’ (fonte delibera n.799 del
16/12/2014), ossia, per pagare le spese, la giunta si è già impegnata ad attingere
al fondo di riserva che è il fondo delle emergenze, il tesoretto da utilizzare
in caso di calamità naturali, o per l’arrivo imprevisto di sentenze sfavorevoli
improvvise, insomma tutto ciò che non è prevedibile né programmabile. Ma il
concerto dei Tiromancino, onestamente, non mi sembra sia una spesa
emergenziale, né tantomeno imprevedibile, né, ancora, non programmabile. Tanto
più che è slittato dal 2014 al 2015 e quindi non si giustifica l’utilizzo del
fondo d’emergenza. Ma, ed è questo il quesito, qual è il senso di questo
spettacolo? Doveva essere il ‘concerto di Capodanno’, non lo è stato, ormai il
Capodanno è passato, si rinunci allo spettacolo, si risparmino i 38mila 500
euro, e piuttosto si organizzi una Befana decorosa dedicata ai bambini. Infine,
ultima considerazione: se proprio l’amministrazione, non dando prova di buon
senso, deciderà di confermare lo spettacolo, non ritengo possa confermare la
spesa prevista. Ovvero: se il concerto dei Tiromancino costava 38mila 500 euro
per la notte di Capodanno, una notte speciale in cui tutti gli artisti fanno
lievitare il proprio cachet per ovvie ragioni, lo stesso gruppo non può
chiedere la stessa cifra per il 6 gennaio, altra data, circostanza diversa, ma
è chiaro che quella spesa dovrà scendere, quasi dimezzarsi. E’ come se andiamo
in un ristorante a prenotare per un matrimonio, e ci chiedono almeno 100 euro
per commensale, ma poi la stessa cena, nello stesso ristorante, in un qualunque
giorno dell’anno, la paghiamo 30 euro a testa! Ma dovrà essere la giunta a fare
tale richiesta e a sacramentarla in una delibera. A questo punto la parola
passa a una giunta che il 31 dicembre 2014 ha votato il predissesto per la
città condannandoci a 10 anni di tasse, ma in maniera disinvolta paga 40mila
euro per due ore di musica per festeggiare un Capodanno con 5 giorni di ritardo
sul calendario. Buona giornata e buon anno.
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