martedì 28 aprile 2015

25 aprile: se la Sala consiliare potesse parlare...


Le voci dicono che si sia ballato e cantato. Lo dicono solo le voci, perché cronache certificate e testimoniate di quanto accaduto nella Sala consiliare del Comune di Pescara nella notte a cavallo tra il 24 e 25 aprile, allo stato attuale, non ci sono. Ho atteso qualche giorno per parlarne, proprio per aspettare che uscissero commenti, per sapere quanta gente avesse partecipato alla grande festa nazionalpopolarecomunale, ma non è accaduto. Voci dicono, dunque, che si sia ballato, cantato, festeggiato e brindato alla Resistenza, alla gloriosa lotta partigiana, e alla Liberazione, con tutti post-sessantottini, anzi con molti figli dei vippissimi anni ’80 e del berlusconismo imperante. Voci dicono che i brindisi sarebbero andati avanti fino all’alba, prima di salire tutti sul treno della Resistenza, ballando e cantando, da Bella Ciao ad altre canzoni rossopopolari. E ci potrebbe stare, chi vince le elezioni, d’altro canto, si organizza il 25 aprile che più gli piace. E ci potrebbe stare se per cinque anni avessimo assistito al rispetto della democrazia da parte di anpisti invece pronti a organizzare piccole sommosse con maleducati fischi se ti azzardavi a non pronunciare le parole ‘resistenza’ e ‘partigiani’ nel discorso istituzionale del 25 aprile. E ci potrebbe stare anche il festeggiamento nella sala consiliare del Comune, ballando e cantando, se, già se…e anche questa è una storia che merita di essere ricordata e raccontata. Era il 2010: Pescara, grazie all’impegno del sindaco Albore Mascia e dell’assessore allo Sport Ricotta (quest’ultimo ex docente di educazione fisica, ex coach di pallacanestro nella massima serie, solo per chi ha il vizietto di dimenticare), riesce a conquistare il titolo di ‘Città Europea dello Sport 2012’, grazie anche alla straordinaria organizzazione della sedicesima edizione dei Giochi del Mediterraneo, nel luglio 2009, a pochi giorni, peraltro, dall’elezione. Cosa significa il titolo? Semplice: significa attenzione verso Pescara da parte dello sport nazionale, ovvero, se si deve decidere dove disputare una partita di qualificazione per i mondiali o gli Europei della Nazionale Italiana di Calcio, Pescara è una delle città perennemente candidate e probabilmente scelte. Se si dovesse svolgere una nuova edizione delle Olimpiadi in Italia, Pescara potrebbe essere prescelta come città per ospitare uno o due eventi sportivi. Se dovessero esserci delle gare internazionali di qualunque disciplina, Pescara potrebbe essere individuata come sede di quelle gare. Se dovessero svolgersi i Giochi del Mediterraneo sulla Spiaggia, prima edizione, Pescara potrebbe essere scelta come sede di quei Giochi, come poi effettivamente accadrà il prossimo agosto-settembre 2015. Ecco cosa significa e significava quel titolo: consentire di dirottare i riflettori del Coni e dei Comitati Olimpici internazionali, sulle infrastrutture sportive di Pescara, capace di competere con città blasonate come Roma, Milano, Torino, Napoli o Firenze, una grande tra le grandi, con tutto il prevedibile ritorno economico in termini di benefici e vantaggi. Bene, il sindaco Albore Mascia si prepara a conquistare quel titolo (poi regolarmente assegnato a fine novembre 2010), e il 2, 3 e 4 novembre 2010 i Commissari dell’Aces, che avrebbero dovuto esprimere il proprio parere, favorevole o meno, all’assegnazione del bollino blu, svolgono a Pescara l’ultimo sopralluogo tecnico per verificare attrezzature, disponibilità e soprattutto la ‘politica sportiva’ portata avanti dall’amministrazione comunale. Parliamo di una Commissione di livello internazionale, e per l’occasione c’erano a Pescara anche i massimi vertici del Coni, dal Presidente Petrucci in poi, tutti schierati in prima fila nella nostra città, nomi che difficilmente torneranno a Pescara, almeno per i prossimi quattro anni. Per la serata del 3 novembre 2010, ovviamente, il sindaco Albore Mascia, come avrebbe fatto qualunque ‘padrone di casa’ organizza una cena di gala-istituzionale, ma, anziché scegliere il solito ristorante dove un piatto di fettuccine che solitamente costano 7 euro, per l’occasione, te le avrebbero fatte pagare 40 euro, a testa, ha un’idea originale e straordinaria: perché non ospitare la cena di gala nel luogo istituzionale per eccellenza della città di Pescara, ossia nel Salone consiliare, che ha la fortuna di avere una prospettiva scenica unica, con uno scranno a forma di anfiteatro, da una parte, e uno spazio enorme dall’altro che ben si prestava per l’occasione. Un  rapido consulto e la scelta trova il consenso di tutti: partono ovviamente gli inviti per la serata che doveva necessariamente avere un carattere di selezione (e io infatti non sono stata invitata, nonostante fossi l’addetto stampa, a dimostrazione che non era una cena per ‘amici’, parenti o per uno staff privilegiato). Invitati tutti i capigruppo consiliari, maggioranza e minoranza, invitati solo alcuni degli assessori delegati, invitato tutto il Coni regionale, provinciale, cittadino, oltre che quello Nazionale ospite d’eccezione, invitate alcune personalità dello sport, invitate le Autorità istituzionali, invitati i Direttori di tutte le Testate giornalistiche abruzzesi, e organizzato un grande spettacolo tra sport e intrattenimento, ossia ‘In anima e corpo Project’, protagoniste la cestista Assunta Menna, campionessa di basket a Roma in serie A, prima, formatrice Coni poi, oggi bravissima cantante; e la campionessa olimpica di ginnastica ritmica, oro nazionale, oggi splendida ed eterea danzatrice Fabrizia D’Ottavio. Uno spettacolo, insomma, che costituiva una cornice perfetta a una serata in cui non c’era una virgola fuori posto. Ovviamente fervono i preparativi, arrivano i tavoli, arrivano le sedie da cerimonia, arrivano i segnaposto, le candele, arriva la cucina per il catering, e arriva anche il Pd! Eh già! Arriva anche quel Pd, sempre pronto a denigrare qualunque evento si organizzasse, e con esso Pescara, che vede i fornelli, vede i tavoli, legge l’invito e, apriti cielo, scoppia lo scandalo: ma come, si mangia e si balla nella sala delle Istituzioni, la sala consiliare trasformata in una bettola per i banchetti con quattro straccioni, sacrilegio, vergogna, avete violato un luogo sacro, come faremo d’ora in avanti a decidere le sorti del mondo e a risolvere la fame in Africa pensando a chi ha mangiato in questo luogo. E poi: chi vi ha autorizzato a fare la somministrazione del cibo, denuncia, denuncia, intervenga la Procura, intervenga l’esercito, i bersaglieri, la guardia marina, i Navy Seals! E così il bell’evento è stato rovinato con le solite paginone sui giornali, dove la polemica era sempre più ghiotta dell’evento in sé, del resto è la regola delle ‘S’: sangue, soldi, sesso. Se il sesso non c’era, dei soldi neanche l’ombra, almeno il sangue del sindaco in carica, e che cavolo, quello poteva scorrere no!? Ed è finita la cena di gala in un mare di polemiche sciocche, inutili, prive di senso, tese solo a rovinare l’ennesima bella occasione per una città che cercava di uscire dalla dimensione provincialmanoppellese in cui qualcuno l’aveva rovinata. E tutto questo..che c’entra? C’entra, c’entra, perché quel Pd che chiamò in causa la Procura per una Cena di gala autorizzata e regolare, organizzata nella sala consiliare del Comune per un’occasione di livello internazionale, è lo stesso Pd che si è organizzato una sua personalissima vigilia del 25 aprile nella stessa Sala consiliare, ballando e cantando ‘Oh Bella Ciao’! Mi piacerebbe sapere se, dopo tanto cantare e ballare, quelle ugole aride siano state annaffiate e con cosa? Oggi è tutto più chiaro: i tavoli eleganti per una serata raffinata, con due campionesse mondiali dello sport come Fabrizia D’Ottavio e Assunta Menna non andavano bene nella sala consiliare. Ma sarebbero andate bene se al posto delle tovaglie bianche ci fossero state quelle a quadrettoni rossi, invece delle candele due belle bottiglie di lambrusco rosso, e se invece di ballade romantiche, la Menna avesse cantato ‘Bella Ciao’. Allora sì, anche per il Pd si sarebbe potuto mangiare, ballare e cantare nella sala consiliare del Comune, com’è accaduto, dicono le voci, il 25 aprile scorso. Buona giornata!

giovedì 23 aprile 2015

#Pescaraleggeperchè: Sel..a canta e Sel...a suona


#Pescaraleggeperchè: tutto quello che avreste voluto e dovuto sapere, ma che nessuno vi dirà mai, perché è scomodo dirlo, antipatico, impopolare e non è politically correct in un momento storico in cui l’Abruzzo è governato ovunque dalla sinistra, Regione, Provincia, Comune, paeselli e condomini. Ma io ve lo dico lo stesso. Oggi, 23 aprile, anche Pescara ha aderito all’iniziativa nazionale #ioleggoperchè, una giornata dedicata alla lettura, alla kultura, per regalare libri, così dicono, ai lettori ‘deboli’ (a chi i libri, in buona sostanza, non se li può comprare perché fuori dal budget familiare, dunque ottima iniziativa), e per stuzzicare la curiosità verso la lettura in coloro che sono poco inclini a leggere (e qui sono un po’ meno d’accordo, il gusto dello sfogliare e del leggere un libro o ti sorge spontaneo o non può essere un piacere indotto, ma è questione di opinioni). Ottima cosa per chi, come me, ha imparato a leggere a 3 anni, pensando che la mamma leggesse le favole ‘troppo lentamente e avevo fame di sapere come andava a finire’. Ma a Pescara, si sa, le ciambelle non possono mai riuscire con il buco, la politica ci mette lo zampino, anzi, no, le ‘zampe’, okkupa spazi e lo fa, come in questo caso, in modo molto, molto maldestro. Per capire a fondo l’iniziativa e la sua organizzazione, occorre però prendersi la briga di leggere ogni rigo della delibera di adesione all’evento, la numero 217 del 9 aprile 2015, e non certo fermarsi alla conferenza stampa dove sono tutti belli, bravi e buoni. Io ho scaricato la delibera e ho trovato molti spunti di riflessione. L’adesione alla giornata kulturale nasce da una proposta di un’Associazione pescarese: l’Associazione Movimentazioni, presieduta da Corrado Di Sante, noto esponente politico locale, da sempre impegnato con Rifondazione Comunista, Movimento per l’Acqua e così via. Dunque Di Sante, a nome dell’Associazione Movimentazioni, ha inviato lo scorso 3 marzo agli assessori Giovanni Di Iacovo,cultura (Sel) e Giacomo Cuzzi, commercio (Pd) la proposta di aderire all’iniziativa, assumendo, il Comune, la figura di Ente organizzatore e promotore, mentre la stessa Associazione si propone di gestire e curare l’organizzazione, la programmazione e il coordinamento a titolo gratuito…e qui prima riflessione: ci mancava pure che chiedeva al Comune un corrispettivo economico per organizzare un evento che lui stesso voleva svolgere. Come dire: andiamo insieme al ristorante, però la cena me la paghi tu! Andiamo avanti: Movimentazioni propone, ma tutte le spese sono a carico del Comune, ossia: allestimento stand (10 gazebo), fornitura servizi tecnici e logistici, ovvero la location, lasciata libera da altri eventi; gazebo con tavoli e sedie, con annesso servizio di trasporto e ritiro a fine evento (quindi straordinari per il personale comunale addetto); pedana; palco 6 metri per 4 metri; fornitura corrente elettrica; servizio di amplificazione per i reading serali; spese per la pubblicità (affissione manifesti, locandine, brochure); servizi di sicurezza e antincendio, il tutto per la modica cifra di 5mila 500 euro, ossia 10milioni 649mila 485 delle vecchie lire, non proprio bruscolini, insomma. Ma scusate: un Ente pubblico in predissesto, che ha alzato al massimo le tasse comunali, per i prossimi dieci anni, può permettersi di spendere 5mila 500 euro per una giornata dedicata alla lettura dei libri? Ma basta così? Assolutamente no, perché nella delibera di giunta numero 217 del 9 aprile, c’è scritto che ‘la spesa potrà subire modifiche in base alle reali esigenze organizzative’, cioè, se alla fine della fiera l’Associazione presenterà un conto più elevato per la ‘cura’ della manifestazione, il Comune dovrà mettere mano di nuovo al portafogli e coprire le spese. Ma, visto che praticamente è previsto tutto, cosa potrebbe determinare un ulteriore aumento del costo? Beh, in delibera, ovviamente, non c’è scritto, ma basta leggere la proposta firmata da Corrado Di Sante, come Presidente dell’Associazione Movimentazioni, per trovare la sorpresa: il Comune dovrà infatti accollarsi le spese per il viaggio e il rimborso per gli autori che prenderanno parte ai reading di lettura pomeridiani e serali, spesa non preventivabile perché non si sa chi e quanti ne verranno oggi a Pescara. E qui cominciamo a sudare freddo, perché la domanda è: a quanto potrebbe salire la spesa effettiva? Ed è legittima tale spesa per un Comune in predissesto con le tasse al massimo che hanno colpito le famiglie, anche le più bisognose? Ma non è finita. Nella delibera, così come nella proposta, è previsto che ‘la gestione degli stand è offerta gratuitamente dalle librerie, biblioteche e case editrici che hanno aderito all’iniziativa’: ovvero, le librerie che hanno aderito alla giornata, si sono offerte di gestire esse stesse gli stand, e di farlo gratis. Cioè: delle attività commerciali, quindi non delle onlus, ma attività commerciali che fanno profitti vendendo libri, gestiscono, oggi, in piazza Salotto, la piazza principale di Pescara, gli stand in cui vanno a promuovere praticamente se stesse e le proprie attività, mettendo il proprio brand, i propri banner, quindi autopromuovendo se stesse e i prodotti che vendono, e si sono offerte di farlo gratis! E ci mancava pure che si facevano pagare dal Comune per farsi pubblicità. Ma non è finita, perché, ed è un dettaglio non di poco rilievo, le stesse librerie non hanno pagato un euro al Comune per l’occupazione del suolo pubblico. Quindi se ho capito bene (e penso di aver capito bene) per la giornata odierna piazza Salotto è occupata da 10 gazebo, gestiti da sette librerie cittadine, ossia da 7 attività commerciali (più tre associazioni), che avranno a disposizione una splendida vetrina per autopromuovere se stesse e i propri prodotti che, seppur libri, sono pur sempre prodotti commerciali, e senza sborsare un euro per l’occupazione del suolo pubblico di un’area di pregio della città. Un privilegio davvero concesso a pochi, anzi a nessun altro, se pensiamo che appena qualche giorno fa il Comune di Pescara ha cancellato il tradizionale appuntamento con Pescara Loves Fashion Event, una straordinaria passerella dedicata alla moda, grandi firme e giovani emergenti, e l’ha cancellato perché non poteva concedere alcuna forma di contributo, né servizio, non poteva dare service, né l’occupazione del suolo pubblico gratuitamente. Quindi alle librerie-attività commerciali si può, al Pescara Loves Fashion Event non si può. Ma andiamo avanti e vediamo quali sono le librerie che oggi hanno goduto di questo privilegio, elenco preso dalla proposta dell’Associazione Movimentazioni e che poi pubblicherò: Libreria K, Libreria Naturista, Le Feltrinelli, Mondadori, Giunti, On the Road e..la Libreria Book Cafè Primo Moroni. E questa la lascio per ultima perché la Libreria Book Cafè Primo Moroni, con sede in via Quarto dei Mille, è gestita, guarda caso, dall’Associazione Movimentazioni (basta andare sul sito), il cui presidente è Corrado Di Sante (che combinazione), e che vede la presenza, nel Direttivo, di Daniela Santroni, consigliera comunale a Pescara, di Sel, ossia lo stesso partito dell’assessore alla cultura Di Iacovo che, ovviamente, ha subito aderito con entusiasmo all’iniziativa proposta da un’altra esponente di Sel, e che infatti è indicata come referente dell’evento stesso! Quindi, riepilogando, è un po’ come dire che ‘Sel…a suona e Sel…a canta’: ovvero la Libreria Book Cafè Primo Moroni, gestita dall’Associazione Movimentazioni di Corrado Di Sante e Daniela Santroni (Sel) gestisce gratuitamente un gazebo con i suoi prodotti commerciali (libri) in piazza Salotto senza pagare l’occupazione del suolo pubblico, come le altre librerie-attività commerciali presenti, solo che la Santroni è anche consigliere comunale. E allora io chiedo: è legittimo tutto questo? O meglio, è consentito a delle attività commerciali occupare spazi pubblici, pur traendone un profitto, quantomeno in termini di immagine visto che ciascuna attività può esporre il proprio brand e banner, senza versare alcunché al Comune? Ed è legittimo che questo coinvolga anche un consigliere comunale, che gestisce, attraverso un’associazione, una di quelle attività commerciali? Ovviamente io mi limito a porre quesiti, non ho le risposte! Per equità diciamo anche che la gestione di tre gazebo, così deduco dalla lettura dei documenti, è affidata a tre Associazioni che sono le seguenti: Movimentazioni (ancora! Quindi un gazebo come Book Cafè e uno come Associazione), ah poi c’è ovviamente l’Associazione Mente Locale e Scuola del Fumetto. Ecco, questo è tutto quanto non hanno scritto gli altri su un’iniziativa che avrebbe potuto anche essere lodevole, se solo la politika non avesse esercitato la sua okkupazione proletaria. E comunque restano aperti gli interrogativi, che attendono risposte! Buona giornata!