martedì 27 gennaio 2015

I duemila libri? Compriamoli su Internet, c'è lo sconto


E Voilà! La famigerata delibera dei libri voluti e ordinati, via telefono, dalla giunta D’Alfonso bis e mai pagati, per la modica cifra di 100mila euro, ieri non è passata in aula. Merito, va detto, delle forze d’opposizione di centro-destra, a partire dal Pdl, con le 31 richieste di sospensiva dell’ex assessore Seccia e degli altri consiglieri comunali, e anche, diciamocela tutta, di consiglieri del Pd e di Sel spaventati dall’approvare un atto che, sicuramente, sarebbe impugnato dalla Corte dei Conti, con la quale oggi non si scherza più, chi sbaglia, oggi, è chiamato a pagare e risarcire l’Ente di tasca propria. Giusto così: ma formalmente la guardia non va abbassata, perché la delibera torna ora all’esame della Commissione, quindi non è definitivamente morta. Qualcuno potrebbe sempre pensare di praticarle un massaggio cardiaco, un cavetto di qua, uno di là, e la rianimazione è bella che fatta. Si cambia il titolo, si rimaneggiano i contenuti, e si riprova in Consiglio comunale, dove anche un momento di distrazione potrebbe costare caro. Ma oggi, volendo, c’è un motivo in più per non approvare quella delibera e lasciare la parola di congruità ai giudici, ripristinando quel contenzioso la cui conclusione la sappiamo tutti, compresa la Casa Editrice che infatti ha chiesto la transazione. E veniamo al motivo, venuto fuori ieri grazie alla curiosità di un amico facebookiano, Augusto Lino che, spulcia spulcia, cerca cerca, ha trovato qualcosa. Ripartiamo dalle origini: il costo dei 2mila libri consegnati (sembrerebbe) al Comune nel settembre 2008 ammontava a 100mila euro, Iva compresa, ovvero 50 euro per ogni copia. Bene: basta andare però, come ha fatto Augusto Lino, su uno dei tanti portali esistenti per fare la spesa on line, www.ibs.it, Internet Bookshop Italia Srl, con sede legale a Milano, Assago, e, nella sezione libri, spunta fuori la novità: tra le ‘opere’ in vendita c’è infatti un volume, o meglio, ‘il volume’ in questione, ‘Pescara, una città in trasformazione – Pescara, a changing city (una città cangiante, giusto per darci un tocco international), al prezzo di…46,75 euro, pubblicizzando uno sconto del 15 per cento sul prezzo di copertina (salito a 55 euro!), compreso di Iva e soprattutto comprensivo del costo di un’eventuale di spedizione in ogni città d’Italia, quindi da Aosta a Messina, che viene garantita entro 3 giorni lavorativi dall’acquisto on line. Non basta: l’acquisto del volume dà diritto all’acquirente anche di avere ben 47 punti Premium e Nectar (corrispondenti a una spesa di almeno 47 euro), punti fondamentali, come ogni buona massaia sa, per poi richiedere al proprio supermercato di fiducia della catena Auchan o Simply, nei relativi cataloghi premi, un robot da cucina, una pentola a pressione o un nuovo asciugacapelli. Dunque, ricapitolando: quei libri, se li comprava il Comune direttamente dalla Casa editrice, li avrebbe pagati 50 euro a copia, spendendo 100mila euro; se il Comune li comprasse oggi dal sito on line, spenderebbe, per 2mila libri, 93mila 500 euro, risparmiando subito, a occhi chiusi 6mila 500 euro, e si ritroverebbe a beneficiare pure di 94mila punti Nectar, con i quali sai quanti robot da cucina si comprerebbero, magari per fare dei regali istituzionali alle delegazioni estere durante le pompose cerimonie ufficiali che sicuramente l’amministrazione ZagatAlessandrini andrà a organizzare. Pensate: a ogni rappresentante istituzionale in visita a Pescara si potrebbero regalare un libro sulle grandiosi trasformazioni urbanistiche di Pescara e un robot da cucina, due regali al posto di uno, pagando meno di quanto previsto. Certo poi, vuoi mettere l’imbarazzo se magari l’ospite mostra di gradire più il robot del libro, ma questa è un’altra storia. Bene: tornando a essere seri, è chiaro che la nuova ‘scoperta’ solleva ancora altri interrogativi, ovvero: che fine hanno fatto i 2mila libri che la Casa Editrice sostiene di aver consegnato al Comune nel settembre 2008? E’ mai possibile, come ha dichiarato ieri l’avvocato che ha seguito il contenzioso, che l’ex vicesindaco abbia usato tutti i 2mila libri tra il gennaio e il maggio 2009 per ‘regali istituzionali’, ovvero che abbia regalato 2mila libri a 2mila rappresentanti istituzionali venuti a Pescara? Duemila? E quel vicesindaco, che era anche assessore alle Finanze, perché ha usato quei libri, sapendo che erano stati acquisiti senza alcun impegno di spesa? E perché la Casa editrice ha chiesto al Comune di Pescara un prezzo superiore rispetto a quello praticato a chi avesse anche oggi la ventura di acquistare quello stesso volume on line tramite i canali internet, facendoselo pure recapitare a casa? Questi interrogativi, che pretendono una risposta, rendono chiaramente impossibile pagare non solo i 100mila euro, ma anche accettare la transazione chiesta dalla Casa Editrice che si accontenterebbe di appena 47mila euro, ossia 90milioni 863mila vecchie lire. Non è possibile, perché da questo momento chiunque potrebbe sentirsi in diritto di andare a ‘vendere’ un proprio servizio al Comune, accampando chissà quale ordine verbale, ricevuto da chissà chi, senza neanche un pezzo di carta, e il Comune, dopo un pericoloso precedente come quello dei libri, dovrebbe pagare in silenzio. Non solo: ieri il legale ha spiegato che, nell’ambito del contenzioso, la Casa editrice potrebbe decidere di tirare in ballo per responsabilità personale chi ha materialmente preso e utilizzato quei libri, il quale, a sua volta, potrebbe intentare causa al Comune per ‘indebito arricchimento’. Bene: pare fattibile la prima ipotesi, e forse sarebbe anche opportuno, per responsabilizzare la classe politica sull’uso del denaro pubblico, specie in una città dichiarata, per volontà del Pd, in predissesto e in cui il Pd ha alzato al massimo tutte le tasse. Pare molto meno fattibile, nel caso specifico, la seconda ipotesi, perché l’arricchimento del Comune andrebbe dimostrato con atti e documenti, così come andrebbe dimostrata quale sia stata l’‘utilità’ prodotta da quei volumi, unica strada la dichiarazione scritta di 2mila personaggi istituzionali, dunque non il vicino di casa o il compagno di partito, ma un soggetto istituzionale-delegazione in visita, che dovrebbero affermare di aver ricevuto in omaggio copia del libro e, grazie alla sua lettura, di aver ‘scoperto’ le bellezze architettoniche di Pescara. Bene, accetto la sfida: voglio vedere le 2mila dichiarazioni. Buona giornata!

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