venerdì 16 gennaio 2015

Il 'caso' della Polizia municipale di Pescara non può finire in gloria


Non può finire in gloria! Due giorni con le facce sbattute in prima pagina, una storia rimestata mille e mille volte, un procedimento disciplinare aperto contro quattro agenti della Polizia municipale, persone stimatissime e con un curriculum professionale ineccepibile. E un’amministrazione comunale che recita la parte del pesce in barile ‘non so, stiamo vedendo, vi faremo sapere, può essere ma non sono sicuro, vedremo’. E a quei quattro agenti la faccia, il cuore, il tempo, i soldi, le ansie, il batticuore, il pensiero fisso, gli occhi addosso quando vanno a lavorare per strada ogni giorno, tutto questo chi glielo risarcirà mai? I fatti: parlo, ovviamente, del ‘caso’ dei quattro agenti di Polizia municipale finiti nell’occhio del ciclone per aver sollevato dubbi e perplessità su una multa al questore. Per uno è scattato addirittura un processo in Tribunale; per quattro, paradosso dei paradossi, il procedimento disciplinare per aver ‘rivelato notizie alla trasmissione Le Iene’, cioè il loro peccato è l’aver parlato con dei giornalisti…con i quali ha parlato anche il comandante che, però, e qui è la farsa, non è sottoposto ad alcun procedimento disciplinare! Anzi, probabilmente, e attendo di verificarlo, in quanto dirigente della Polizia municipale, magari farà parte della stessa Commissione disciplinare che sarà chiamata a giudicare il comportamento dei 4 agenti. C’è un solo termine per chiamare tutto questo: pura follia. Ho deciso di non far cadere nel vuoto la vicenda, ma di parlarne nel mio blog, perché conosco le persone coinvolte nella vicenda? Certo! (e lo faccio senza piaggeria visto che, come tutti gli altri pescaresi, ho beccato le mie belle multe per divieto di sosta e le ho pure pagate). Ma, senza alcuna modestia, lo faccio con cognizione di causa: per cinque anni ho lavorato come addetto stampa del Comune di Pescara, per 5 anni mi sono occupata anche della comunicazione delle attività inerenti la Polizia municipale, e ho visto e toccato con mano quanto lavorano, come lavorano, e cosa fanno. Li ho visti, ahimè, nelle situazioni più estreme: l’emergenza neve, quando tutti stavano a casa al calduccio, telefonando all’emittente Rete 8 per sapere quando arrivavano a spalargli il cortile di casa per portare il cane a fare i propri bisogni, loro, i vigili, stavano sulla strada, di notte, a -4, a scortare spalaneve e spargisale, ambulanze e altre Forze dell’Ordine, medici e persino le pompe funebri, aprendo varchi, sorvegliando le strade. Magari avevano lasciato i bambini con la nonna (perché tra i vigili ci sono anche donne-madri-mogli, non dimentichiamolo), e loro stavano lavorando per la sicurezza dei figli degli altri. L’emergenza alluvione: mentre tutti stavano rintanati a casa per non bagnarsi le scarpe, i vigili erano in strada, alle 3 di notte, con il vicesindaco Fiorilli, per sgomberare tutte le famiglie di Villaggio Alcyone, sotto il diluvio, oppure sulle golene, con l’acqua che saliva, per impedire che qualcuno finisse in un imbuto mortale. Poi la quotidianità. Certo, fanno il loro lavoro, ma lo fanno bene a Pescara, e va ribadito e ricordato. Loro li ho visti per cinque anni, ogni giorno, a ogni ora. E tra loro ho visto quei quattro agenti che oggi devono subire un procedimento disciplinare. Agenti che hanno lavorato anche con la febbre, o mentre la mamma, il padre, la moglie, se ne stavano andando per sempre, perché i drammi quotidiani colpiscono anche loro. Ma accantonato il dolore personale, indossata la divisa, loro c’erano in strada. Qualcun altro, no, come ho già detto, non c’era, non l’ho visto. E l’assurdo, oggi, è l’apertura di un procedimento disciplinare perché quei 4 agenti hanno parlato alla trasmissione Le Iene. Piuttosto, chiedo io, perché, partendo proprio da quella trasmissione e dai verbali già in mano al Comune, non si sono aperti altri procedimenti? Partiamo dalle contraddizioni: durante la trasmissione il comandante ha ribadito più volte che l’auto è stata riconsegnata al funzionario di Polizia, senza multa, su decisione dell’ufficiale di turno, il quale (anche lui ora sotto procedimento disciplinare) ha smentito categoricamente, ricordando che il Comandante aveva avocato a sé ogni atto. E il bello qual è? Che nei verbali consegnati precedentemente al Comune, il comandante ha confermato le parole dell’ufficiale di turno, ossia ha confermato di aver avocato a sé gli atti successivi inerenti multa e rimozione auto. Ma il procedimento disciplinare è stato aperto non sulle contraddizioni dei vertici, ma su 4 agenti che hanno detto la verità. Ne sono convinta: alla fine proprio Lei, la Verità, verrà fuori, emergerà platealmente. E per l’amministrazione comunale quel procedimento disciplinare rischia di diventare una vergogna nazionale. Buona giornata!
   

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