Non può finire in
gloria! Due giorni con le facce sbattute in prima pagina, una storia rimestata
mille e mille volte, un procedimento disciplinare aperto contro quattro agenti
della Polizia municipale, persone stimatissime e con un curriculum professionale
ineccepibile. E un’amministrazione comunale che recita la parte del pesce in
barile ‘non so, stiamo vedendo, vi faremo sapere, può essere ma non sono
sicuro, vedremo’. E a quei quattro agenti la faccia, il cuore, il tempo, i
soldi, le ansie, il batticuore, il pensiero fisso, gli occhi addosso quando
vanno a lavorare per strada ogni giorno, tutto questo chi glielo risarcirà mai?
I fatti: parlo, ovviamente, del ‘caso’ dei quattro agenti di Polizia municipale
finiti nell’occhio del ciclone per aver sollevato dubbi e perplessità su una
multa al questore. Per uno è scattato addirittura un processo in Tribunale; per
quattro, paradosso dei paradossi, il procedimento disciplinare per aver ‘rivelato
notizie alla trasmissione Le Iene’, cioè il loro peccato è l’aver parlato con
dei giornalisti…con i quali ha parlato anche il comandante che, però, e qui è
la farsa, non è sottoposto ad alcun procedimento disciplinare! Anzi,
probabilmente, e attendo di verificarlo, in quanto dirigente della Polizia
municipale, magari farà parte della stessa Commissione disciplinare che sarà
chiamata a giudicare il comportamento dei 4 agenti. C’è un solo termine per
chiamare tutto questo: pura follia. Ho deciso di non far cadere nel vuoto la
vicenda, ma di parlarne nel mio blog, perché conosco le persone coinvolte nella
vicenda? Certo! (e lo faccio senza piaggeria visto che, come tutti gli altri
pescaresi, ho beccato le mie belle multe per divieto di sosta e le ho pure
pagate). Ma, senza alcuna modestia, lo faccio con cognizione di causa: per
cinque anni ho lavorato come addetto stampa del Comune di Pescara, per 5 anni
mi sono occupata anche della comunicazione delle attività inerenti la Polizia municipale,
e ho visto e toccato con mano quanto lavorano, come lavorano, e cosa fanno. Li
ho visti, ahimè, nelle situazioni più estreme: l’emergenza neve, quando tutti
stavano a casa al calduccio, telefonando all’emittente Rete 8 per sapere quando
arrivavano a spalargli il cortile di casa per portare il cane a fare i propri
bisogni, loro, i vigili, stavano sulla strada, di notte, a -4, a scortare
spalaneve e spargisale, ambulanze e altre Forze dell’Ordine, medici e persino
le pompe funebri, aprendo varchi, sorvegliando le strade. Magari avevano lasciato
i bambini con la nonna (perché tra i vigili ci sono anche donne-madri-mogli,
non dimentichiamolo), e loro stavano lavorando per la sicurezza dei figli degli
altri. L’emergenza alluvione: mentre tutti stavano rintanati a casa per non
bagnarsi le scarpe, i vigili erano in strada, alle 3 di notte, con il
vicesindaco Fiorilli, per sgomberare tutte le famiglie di Villaggio Alcyone,
sotto il diluvio, oppure sulle golene, con l’acqua che saliva, per impedire che
qualcuno finisse in un imbuto mortale. Poi la quotidianità. Certo, fanno il
loro lavoro, ma lo fanno bene a Pescara, e va ribadito e ricordato. Loro li ho
visti per cinque anni, ogni giorno, a ogni ora. E tra loro ho visto quei
quattro agenti che oggi devono subire un procedimento disciplinare. Agenti che
hanno lavorato anche con la febbre, o mentre la mamma, il padre, la moglie, se
ne stavano andando per sempre, perché i drammi quotidiani colpiscono anche
loro. Ma accantonato il dolore personale, indossata la divisa, loro c’erano in
strada. Qualcun altro, no, come ho già detto, non c’era, non l’ho visto. E l’assurdo,
oggi, è l’apertura di un procedimento disciplinare perché quei 4 agenti hanno
parlato alla trasmissione Le Iene. Piuttosto, chiedo io, perché, partendo
proprio da quella trasmissione e dai verbali già in mano al Comune, non si sono
aperti altri procedimenti? Partiamo dalle contraddizioni: durante la
trasmissione il comandante ha ribadito più volte che l’auto è stata
riconsegnata al funzionario di Polizia, senza multa, su decisione dell’ufficiale
di turno, il quale (anche lui ora sotto procedimento disciplinare) ha smentito
categoricamente, ricordando che il Comandante aveva avocato a sé ogni atto. E
il bello qual è? Che nei verbali consegnati precedentemente al Comune, il comandante
ha confermato le parole dell’ufficiale di turno, ossia ha confermato di aver avocato
a sé gli atti successivi inerenti multa e rimozione auto. Ma il procedimento
disciplinare è stato aperto non sulle contraddizioni dei vertici, ma su 4 agenti
che hanno detto la verità. Ne sono convinta: alla fine proprio Lei, la Verità,
verrà fuori, emergerà platealmente. E per l’amministrazione comunale quel
procedimento disciplinare rischia di diventare una vergogna nazionale. Buona
giornata!
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