Una spesa di 38mila
50euro, più Iva al 22 per cento, contro 2mila euro raccolti per la solidarietà
alla piccola Iaia, la bambina di Roccaraso affetta da neuroblastoma che ha
bisogno di sostegni economici per continuare a sperare e provare a curarsi
negli Stati Uniti. Voglio cominciare da queste due cifre che danno la misura di
quanto la politica la deve finire di strumentalizzare il bisogno, la necessità,
il dolore: 38.500 e 2.000, una differenza di 35.500, che non sono briciole. L’oggetto:
è ovvio, il concerto dei Tiromancino della Befana, forzosamente voluto da un’amministrazione
che non ha capito l’aria che tira. Non ha capito che, escludendo gli
incolpevoli fan del gruppo musicale, di quel concerto non importava niente a
nessuno. Non importava ai commercianti del centro: chi doveva vendere lo stava
già facendo, le pizzerie, come Trieste, non hanno bisogno di un concerto per
vedere la fila fuori dalla vetrina, quelle file ci sono sempre. E chi le file
non le vede neanche se cedesse gratis i propri prodotti, non le ha viste
neanche il 6 gennaio. Non importava alle famiglie: non c’era una Befana sul
palco per far divertire i bambini che col freddo non possono stare troppo fuori
e che il 7 tornavano a scuola. Non importava ai cittadini, presi da ben altre
pene e preoccupazioni, a partire dal dover finire a pagare le tasse comunali
imposte dal Pd. No, di quel concerto importava solo a un sindaco e a un
assessore che pensavano di giocarcisi la faccia con le prime feste del governo
Pd, sindaco e assessore che ben ricordavano le polemiche inutili, sterili e
roboanti con cui hanno tempestato per cinque anni chi li ha preceduti, accusati
di fare troppo o troppo poco, a seconda di chi scriveva le due righette. Ma
tant’è! Ma se il rinvio del concerto, le multe comminate la mattina del 6
gennaio e la spesa inutile e superflua imposta alla città, che ha pagato i
Tiromancino, non dimentichiamolo, se tutto questo non fosse sufficiente, è
arrivata la ciliegina sulla torta: per evitare la polemica, ficchiamoci la
solidarietà nel concerto. Usiamo una bambina, Iaia, e diciamo che lo spettacolo
mira a raccogliere fondi per la piccola. Bada bene: non è che il concerto
sarebbe stato gratis e la somma destinata alla spettacolo veniva dirottato al
fondo per quella stella di Roccaraso. Non è che l’artista avrebbe rinunciato al
compenso e devoluto il suo cachet alla causa. No: il concerto si paga, l’artista
incassa, ma dal palco lanciamo due o tre appelli per chiedere a chi è presente
di donare qualche spicciolo per la bambina. E così è stato: il risultato? Da piangere:
due ore di spettacolo hanno prodotto una raccolta di appena 2mila euro.
Tradotto: se è vero, come sostiene l’assessore, che in piazza al concerto c’erano
50mila persone (e oggi l’ha ribadito), ciascuna di esse ha donato 0,04 euro per
la piccola Iaia! Per carità: nessuno ha osato lamentarsi, la famiglia
ringrazierà pure, comunque è una goccia in mezzo al mare, che male non fa. Ma
con quale faccia un’amministrazione si vanta di aver favorito la solidarietà?
Qual è il rapporto di causa-effetto tra i 38mila 500 euro più Iva tirati fuori
dal sindaco usando i soldi della città e i 2mila euro raccolti per la bambina
di Roccaraso, che, lei sì, ne ha un bisogno vitale? Peraltro ricordando che
anche ‘Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino, si è avvicinato al
banchetto per effettuare la sua donazione’ (e recito testualmente il servizio
andato in onda in tv)! Cos’avrebbero preferito i pescaresi, cosa sarebbe stato
più giusto? Rinunciare a un concerto organizzato fuori tempo massimo e donare i
38mila 500 euro di soldi dei cittadini a quella bambina, o darli a un gruppo
musicale che, tutto sommato, bisogno non ne ha, e che poteva cantare a Pescara
in un qualunque altro momento facendo pagare un biglietto al pubblico? Buona
giornata!
Nessun commento:
Posta un commento