giovedì 8 gennaio 2015

Quando la solidarietà diventa farsa politica


Una spesa di 38mila 50euro, più Iva al 22 per cento, contro 2mila euro raccolti per la solidarietà alla piccola Iaia, la bambina di Roccaraso affetta da neuroblastoma che ha bisogno di sostegni economici per continuare a sperare e provare a curarsi negli Stati Uniti. Voglio cominciare da queste due cifre che danno la misura di quanto la politica la deve finire di strumentalizzare il bisogno, la necessità, il dolore: 38.500 e 2.000, una differenza di 35.500, che non sono briciole. L’oggetto: è ovvio, il concerto dei Tiromancino della Befana, forzosamente voluto da un’amministrazione che non ha capito l’aria che tira. Non ha capito che, escludendo gli incolpevoli fan del gruppo musicale, di quel concerto non importava niente a nessuno. Non importava ai commercianti del centro: chi doveva vendere lo stava già facendo, le pizzerie, come Trieste, non hanno bisogno di un concerto per vedere la fila fuori dalla vetrina, quelle file ci sono sempre. E chi le file non le vede neanche se cedesse gratis i propri prodotti, non le ha viste neanche il 6 gennaio. Non importava alle famiglie: non c’era una Befana sul palco per far divertire i bambini che col freddo non possono stare troppo fuori e che il 7 tornavano a scuola. Non importava ai cittadini, presi da ben altre pene e preoccupazioni, a partire dal dover finire a pagare le tasse comunali imposte dal Pd. No, di quel concerto importava solo a un sindaco e a un assessore che pensavano di giocarcisi la faccia con le prime feste del governo Pd, sindaco e assessore che ben ricordavano le polemiche inutili, sterili e roboanti con cui hanno tempestato per cinque anni chi li ha preceduti, accusati di fare troppo o troppo poco, a seconda di chi scriveva le due righette. Ma tant’è! Ma se il rinvio del concerto, le multe comminate la mattina del 6 gennaio e la spesa inutile e superflua imposta alla città, che ha pagato i Tiromancino, non dimentichiamolo, se tutto questo non fosse sufficiente, è arrivata la ciliegina sulla torta: per evitare la polemica, ficchiamoci la solidarietà nel concerto. Usiamo una bambina, Iaia, e diciamo che lo spettacolo mira a raccogliere fondi per la piccola. Bada bene: non è che il concerto sarebbe stato gratis e la somma destinata alla spettacolo veniva dirottato al fondo per quella stella di Roccaraso. Non è che l’artista avrebbe rinunciato al compenso e devoluto il suo cachet alla causa. No: il concerto si paga, l’artista incassa, ma dal palco lanciamo due o tre appelli per chiedere a chi è presente di donare qualche spicciolo per la bambina. E così è stato: il risultato? Da piangere: due ore di spettacolo hanno prodotto una raccolta di appena 2mila euro. Tradotto: se è vero, come sostiene l’assessore, che in piazza al concerto c’erano 50mila persone (e oggi l’ha ribadito), ciascuna di esse ha donato 0,04 euro per la piccola Iaia! Per carità: nessuno ha osato lamentarsi, la famiglia ringrazierà pure, comunque è una goccia in mezzo al mare, che male non fa. Ma con quale faccia un’amministrazione si vanta di aver favorito la solidarietà? Qual è il rapporto di causa-effetto tra i 38mila 500 euro più Iva tirati fuori dal sindaco usando i soldi della città e i 2mila euro raccolti per la bambina di Roccaraso, che, lei sì, ne ha un bisogno vitale? Peraltro ricordando che anche ‘Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino, si è avvicinato al banchetto per effettuare la sua donazione’ (e recito testualmente il servizio andato in onda in tv)! Cos’avrebbero preferito i pescaresi, cosa sarebbe stato più giusto? Rinunciare a un concerto organizzato fuori tempo massimo e donare i 38mila 500 euro di soldi dei cittadini a quella bambina, o darli a un gruppo musicale che, tutto sommato, bisogno non ne ha, e che poteva cantare a Pescara in un qualunque altro momento facendo pagare un biglietto al pubblico? Buona giornata!

Nessun commento:

Posta un commento