Il
default nella casse del Comune di Pescara non c’è. Punto. I soldi ci sono, c’erano
un anno fa, quando il Pd si è insediato, e ci sono anche oggi. Non c’è alcun
rischio di fallimento né che salti il banco. La giunta Alessandrini, da un anno
ormai al governo della città, la finisca con i piagnistei e si metta a lavorare
producendo qualcosa senza salassare i cittadini come ha fatto negli ultimi 340
giorni. La lettura dei giornali, stamattina, mi ha fatto proprio sbottare: un’intera
delegazione a Roma a piangere miseria, però poi c’erano le foto con i
sorrisetti con tre parlamentari, tipo gita scolastica in visita davanti al
Colosseo. Un’intera delegazione a Roma, peraltro a spese dei pescaresi, perché anche
la benzina costa, per rinegoziare i mutui e allungarli a 18 anni, anziché dieci,
con relativo aumento dei costi, ovvero degli interessi, che ovviamente
ricadranno sempre sulle tasche dei pescaresi. E tutto questo perché? Semplice,
per disporre di liquidità immediata e costituire quel benedetto tesoretto che
consenta al sindaco D’Alfonso, ops Alessandrini, ma no, diciamolo, D’Alfonso,
di lasciare la sua benedetta firma su Pescara. Il principio: il Comune di
Pescara non è mai stato in dissesto. Molto più semplicemente, con le nuove
regole imposte dal Ministero, i bilanci degli enti pubblici devono essere più
veritieri, meno fantasiosi: se mi dici che riscuoti 100, devi almeno riscuotere
95 a fine anno, non mi puoi riportare in cassa 40, e dirmi che gli altri 60
comunque li riscuoterai senza sapere dove, come e quando. Ma questo rigore non è
arrivato con il povero Alessandrini: in realtà era cominciato già tre anni fa
quando il Comune di Pescara, visti gli ottimi pareri delle agenzie di rating
(quelle che annualmente certificano la positività delle amministrazioni dal
punto di vista finanziario), è stato inserito nella sperimentazione del ‘nuovo
bilancio’. Ovvero: tre anni fa prima l’assessore Eugenio Seccia, poi il collega
Massimo Filippello si sono ritrovati a fare i conti con una vera rivoluzione,
circa una decina i Comuni coinvolti nella sperimentazione, che li ha costretti
a rivedere l’intera filosofia della gestione economica dell’Ente. Dunque la ‘pulizia’
e scrematura dei cosiddetti residui attivi e passivi, con la certificazione dei
crediti esigibili e quelli che non erano più tali, è avvenuta tre anni fa. Nel
2014, quando il nuovo bilancio non era più sperimentale, ma è stato esteso a
tutto il paese, il sindaco Alessandrini ha trovato una macchina già rodata e avviata,
e soprattutto non ha trovato un bilancio in predissesto. Ma allora perché dichiarare
il predissesto, condannando i pescaresi a pagare tasse al massimo almeno per i
prossimi 10 anni? E perché oggi tornare al Ministero dell’Economia e delle
Finanze per chiedere, addirittura, la possibilità di allungare la durata delle
rate mutuo abbassando gli importi da versare ogni anno? Semplice: per disporre
di un tesoretto, ossia pochi soldi (si fa per dire), ma maledetti e subito. La
procedura di predissesto consentirà infatti al Comune di Pescara di vedersi
arrivare dal Governo circa 35milioni di euro, o giù di lì, di liquidità da
poter usare nell’immediato, somme cui si aggiungono le tasse pagate dai
pescaresi al massimo. Abbassando gli importi delle singole rate mutuo, stessa
cosa, resteranno più somme in cassa, alla faccia dei pescaresi che tra 18 anni
si ritroveranno ancora a pagare mutui per opere pubbliche ormai già vecchie e
deteriorate. E perché la necessità di disporre di quel tesoretto? Per fare
opere che portino la firma Pd-D’Alfonso-Alessandrini. Forse un ponte del cielo?
Facile, ma il sesto senso, e gli uccellini, mi dicono che nell’aria c’è baruffa
e agitazione, e c’è fretta, tanta fretta di disporre di economie strategiche.
Ma una cosa è certa: il Comune di Pescara non è in default e non è a rischio
fallimento! Sto ostentando troppa sicurezza? No, basta la memoria: come può un
Ente pubblico in fallimento spendere 3mila euro per comprare cioccolatini e
caramelle per la notte di Halloween al centro storico il 31 ottobre 2014? Come
fa un Ente pubblico in fallimento a erogare 10mila euro per un ‘Festival delle
Letterature’ sempre a fine 2014? Come fa un Ente pubblico in fallimento a
decidere di assegnare gratuitamente a un gallerista privato gli spazi del Museo
Colonna, spazi superappetibili? Come fa un Ente pubblico in fallimento a
distribuire decine di incarichi per ogni singola opera pubblica, esautorando
completamente l’ufficio tecnico interno, e ogni incarico a suon di 20mila euro
a salire (a giorni pubblicheremo anche l’elenco completo di quegli incarichi)?
Come fa un Ente pubblico in fallimento a spendere quasi 40mila euro per un
concerto di Capodanno che si è svolto il giorno della Befana)? Come fa un Ente
pubblico in fallimento a organizzare la ‘Festa del libro’ in piazza Salotto,
ospitando una decina di associazioni e di librerie, ossia attività commerciali
che fanno guadagni, e concedendo loro la possibilità di vendere libri senza
pagare un euro per l’occupazione del suolo pubblico? Come fa un Ente pubblico
in fallimento a organizzare il Concertone del Primo Maggio sempre in piazza
Salotto intanto anticipando l’intera spesa, ossia 18mila 580 euro, e poi, se i
cosiddetti sponsor verseranno le somme promesse, comunque coprendo la spesa
dell’evento per 4mila 580 euro? Ecco, un Ente pubblico in fallimento, come
sostiene il sindaco Alessandrini, potrebbe sostenere tutte queste spese
straordinarie? perché un concerto, sia chiaro, non rientra nella gestione
ordinaria dell’Ente e della città. Ebbene, un Ente in fallimento potrebbe
sostenere tali spese? Assolutamente no, quantomeno dovrebbe esserci un
preallarme del Collegio dei Revisori dei Conti comunale. Ma quell’allerta non c’è,
le somme citate sono state allegramente e disinvoltamente prelevate dai
capitoli di bilancio, tutti regolarmente coperti, e questo perché il Comune di
Pescara ha la sua liquidità e non c’è una fase di predissesto, né tantomeno di
default. Le favole lasciamole a Rodari, i Fratelli Grimm e Charles Perrault.
Noi scaviamo nel reale per capire a cosa serve il tesoretto di cui ha bisogno
il sindaco Alessandrini, ops…D’Alfonso. Buona giornata!
http://www.primadanoi.it/news/cronaca/559202/Comune-Pescara-in-dissesto--Prepariamoci.html
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