martedì 5 maggio 2015

Il default delle casse del Comune di Pescara, l'ultima favola dei Fratelli Grimm


Il default nella casse del Comune di Pescara non c’è. Punto. I soldi ci sono, c’erano un anno fa, quando il Pd si è insediato, e ci sono anche oggi. Non c’è alcun rischio di fallimento né che salti il banco. La giunta Alessandrini, da un anno ormai al governo della città, la finisca con i piagnistei e si metta a lavorare producendo qualcosa senza salassare i cittadini come ha fatto negli ultimi 340 giorni. La lettura dei giornali, stamattina, mi ha fatto proprio sbottare: un’intera delegazione a Roma a piangere miseria, però poi c’erano le foto con i sorrisetti con tre parlamentari, tipo gita scolastica in visita davanti al Colosseo. Un’intera delegazione a Roma, peraltro a spese dei pescaresi, perché anche la benzina costa, per rinegoziare i mutui e allungarli a 18 anni, anziché dieci, con relativo aumento dei costi, ovvero degli interessi, che ovviamente ricadranno sempre sulle tasche dei pescaresi. E tutto questo perché? Semplice, per disporre di liquidità immediata e costituire quel benedetto tesoretto che consenta al sindaco D’Alfonso, ops Alessandrini, ma no, diciamolo, D’Alfonso, di lasciare la sua benedetta firma su Pescara. Il principio: il Comune di Pescara non è mai stato in dissesto. Molto più semplicemente, con le nuove regole imposte dal Ministero, i bilanci degli enti pubblici devono essere più veritieri, meno fantasiosi: se mi dici che riscuoti 100, devi almeno riscuotere 95 a fine anno, non mi puoi riportare in cassa 40, e dirmi che gli altri 60 comunque li riscuoterai senza sapere dove, come e quando. Ma questo rigore non è arrivato con il povero Alessandrini: in realtà era cominciato già tre anni fa quando il Comune di Pescara, visti gli ottimi pareri delle agenzie di rating (quelle che annualmente certificano la positività delle amministrazioni dal punto di vista finanziario), è stato inserito nella sperimentazione del ‘nuovo bilancio’. Ovvero: tre anni fa prima l’assessore Eugenio Seccia, poi il collega Massimo Filippello si sono ritrovati a fare i conti con una vera rivoluzione, circa una decina i Comuni coinvolti nella sperimentazione, che li ha costretti a rivedere l’intera filosofia della gestione economica dell’Ente. Dunque la ‘pulizia’ e scrematura dei cosiddetti residui attivi e passivi, con la certificazione dei crediti esigibili e quelli che non erano più tali, è avvenuta tre anni fa. Nel 2014, quando il nuovo bilancio non era più sperimentale, ma è stato esteso a tutto il paese, il sindaco Alessandrini ha trovato una macchina già rodata e avviata, e soprattutto non ha trovato un bilancio in predissesto. Ma allora perché dichiarare il predissesto, condannando i pescaresi a pagare tasse al massimo almeno per i prossimi 10 anni? E perché oggi tornare al Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere, addirittura, la possibilità di allungare la durata delle rate mutuo abbassando gli importi da versare ogni anno? Semplice: per disporre di un tesoretto, ossia pochi soldi (si fa per dire), ma maledetti e subito. La procedura di predissesto consentirà infatti al Comune di Pescara di vedersi arrivare dal Governo circa 35milioni di euro, o giù di lì, di liquidità da poter usare nell’immediato, somme cui si aggiungono le tasse pagate dai pescaresi al massimo. Abbassando gli importi delle singole rate mutuo, stessa cosa, resteranno più somme in cassa, alla faccia dei pescaresi che tra 18 anni si ritroveranno ancora a pagare mutui per opere pubbliche ormai già vecchie e deteriorate. E perché la necessità di disporre di quel tesoretto? Per fare opere che portino la firma Pd-D’Alfonso-Alessandrini. Forse un ponte del cielo? Facile, ma il sesto senso, e gli uccellini, mi dicono che nell’aria c’è baruffa e agitazione, e c’è fretta, tanta fretta di disporre di economie strategiche. Ma una cosa è certa: il Comune di Pescara non è in default e non è a rischio fallimento! Sto ostentando troppa sicurezza? No, basta la memoria: come può un Ente pubblico in fallimento spendere 3mila euro per comprare cioccolatini e caramelle per la notte di Halloween al centro storico il 31 ottobre 2014? Come fa un Ente pubblico in fallimento a erogare 10mila euro per un ‘Festival delle Letterature’ sempre a fine 2014? Come fa un Ente pubblico in fallimento a decidere di assegnare gratuitamente a un gallerista privato gli spazi del Museo Colonna, spazi superappetibili? Come fa un Ente pubblico in fallimento a distribuire decine di incarichi per ogni singola opera pubblica, esautorando completamente l’ufficio tecnico interno, e ogni incarico a suon di 20mila euro a salire (a giorni pubblicheremo anche l’elenco completo di quegli incarichi)? Come fa un Ente pubblico in fallimento a spendere quasi 40mila euro per un concerto di Capodanno che si è svolto il giorno della Befana)? Come fa un Ente pubblico in fallimento a organizzare la ‘Festa del libro’ in piazza Salotto, ospitando una decina di associazioni e di librerie, ossia attività commerciali che fanno guadagni, e concedendo loro la possibilità di vendere libri senza pagare un euro per l’occupazione del suolo pubblico? Come fa un Ente pubblico in fallimento a organizzare il Concertone del Primo Maggio sempre in piazza Salotto intanto anticipando l’intera spesa, ossia 18mila 580 euro, e poi, se i cosiddetti sponsor verseranno le somme promesse, comunque coprendo la spesa dell’evento per 4mila 580 euro? Ecco, un Ente pubblico in fallimento, come sostiene il sindaco Alessandrini, potrebbe sostenere tutte queste spese straordinarie? perché un concerto, sia chiaro, non rientra nella gestione ordinaria dell’Ente e della città. Ebbene, un Ente in fallimento potrebbe sostenere tali spese? Assolutamente no, quantomeno dovrebbe esserci un preallarme del Collegio dei Revisori dei Conti comunale. Ma quell’allerta non c’è, le somme citate sono state allegramente e disinvoltamente prelevate dai capitoli di bilancio, tutti regolarmente coperti, e questo perché il Comune di Pescara ha la sua liquidità e non c’è una fase di predissesto, né tantomeno di default. Le favole lasciamole a Rodari, i Fratelli Grimm e Charles Perrault. Noi scaviamo nel reale per capire a cosa serve il tesoretto di cui ha bisogno il sindaco Alessandrini, ops…D’Alfonso. Buona giornata!

1 commento:

  1. http://www.primadanoi.it/news/cronaca/559202/Comune-Pescara-in-dissesto--Prepariamoci.html

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