‘La
riconoscenza, nannò, non è di sto’ mondo’. Me lo ripeteva mia nonna quasi ogni
giorno, ogni volta che tornando da scuola raccontavo di un’ingiustizia che
ritenevo di aver subito, dell’ingratitudine dimostratami da un’amica, o,
invecchiando, anche da un collega di lavoro. La riconoscenza non è di questo
mondo nella vita, figuriamoci in politica. Ma, in politica c’è sempre un ‘ma’,
quella mancata riconoscenza può trasformarmi in un prurito fastidioso. E,
gratta gratta, la giunta Alessandrini rischia di procurarsi la classica ferita.
E’ accaduto qualche settimana fa, quando all’improvviso un assessore ha
presentato il ‘Mercato ittico 2.0’, ossia le innovazioni tecnologiche e
informatiche introdotte nel mercato ittico all’ingrosso di Pescara. Opera
ottenuta grazie ai finanziamenti europei che gli assessori di centro-destra
Vincenzo Serraiocco e Antonio D’Intino hanno saputo intercettare, ottenere e
utilizzare. Passa un anno e, l’attuale assessore delegato ripresenta lo stesso
intervento, con gli stessi dettagli, e pure il titolo che il giorno dopo esce
sui giornali è inevitabilmente identico: ‘Il mercato ittico di Pescara diventa
2.0’! Colpa, va detto, anche del Direttore del Mercato, quello nominato dal
sindaco Albore Mascia e confermato dall’attuale sindaco Alessandrini che non ha
avuto semplicemente il coraggio di ‘dare a Cesare quel che era di Cesare’, ma
si sa, la pagnotta a casa bisogna pur riportarla. Caso isolato? Manco per
niente. Passa qualche settimana e il sindaco Alessandrini ne rifila altre due
di un campionario destinato a diventare sempre più vasto: di mattina, lunedì 2
marzo, annuncia il progetto esecutivo di realizzazione del Ponte Nuovo,
dimenticando di dire, in un’ora di conferenza stampa, un piccolo dettaglio:
quel Ponte è stato concepito, pensato, messo su carta, finanziato, salvato,
recuperato, progettato e materialmente avviato dalla giunta Albore Mascia,
grazie al consigliere regionale Lorenzo Sospiri. Perché grazie a Sospiri? Semplice:
il primo progetto del Ponte Nuovo risale a fine anni ’90, inizi 2000, quando
Armando Foschi, all’epoca assessore alla Mobilità nella giunta Pace, inserì
quell’opera, tanto ambiziosa, nel Piano Urbano della Mobilità, al fine di
dotare Pescara di un nuovo asse di attraversamento e scavalcamento del fiume
verso ovest, in quella zona, all’epoca periferia, in cui si stava progettando
la nascita di nuovi servizi. Il sindaco D’Alfonso, nel 2008, quindi con un
ritardo di 8 anni, riprese il progetto confermando la spesa iniziale di
9milioni di euro che però, chiunque lo avrebbe capito, dopo 8 anni, con il rialzo
anche solo dei prezzi in edilizia, erano già divenuti insufficienti. Nel 2009
arriva la giunta Albore Mascia, si riprende in mano il progetto, ma subito i
tecnici fanno notare l’assenza di fondi: quei 9 milioni di euro dovevano
diventare 13milioni 100mila euro se realmente si voleva costruire il Ponte. E
qui entra in gioco il ruolo di consigliere regionale di maggioranza di Lorenzo
Sospiri che intercetta e riesce a far dirottare sull’opera i fondi Pisu, in
parte destinati anche alla realizzazione dei nuovi svincoli dell’asse
attrezzato sul Ponte Capacchietti, altra opera pensata, voluta e marchiata a
fuoco dal centro-destra. Ma non basta: all’improvviso, quando tutto sembrava
pronto per la gara d’appalto, spunta fuori una carta che il Genio Civile aveva
già inviato al sindaco D’Alfonso, ma era inspiegabilmente rimasta chiusa e
custodita in qualche cassetto. Il ponte abbozzato dal centro-sinistra era
troppo basso, e soprattutto, se si voleva fare il Ponte, prescrizione
obbligatoria, bisognava preliminarmente potenziare e mettere in sicurezza gli
argini del fiume, contro il rischio di una piena bicentenaria del fiume Pescara
(che poi si è verificata a fine 2013). E per fare tale opera ulteriore
occorrevano altri 3milioni 600mila euro, mai previsti prima, mai pensati, né cercati.
Un ostacolo che rendeva non cantierabile il Ponte e che avrebbe fermato anche
il più ostinato degli amministratori. E invece qui rientra in gioco il
consigliere Sospiri che, tramite un Accordo di programma tra Regione Abruzzo e
Ministero dell’Ambiente, trova anche quei fondi e permette di redigere il
progetto e di far partire quel cantiere, prima di quello del Ponte Nuovo,
esattamente come prescritto dal Genio Civile. Il 4 aprile 2014 è stato
formalmente aperto il cantiere del Ponte Nuovo con la posa della prima pietra
da parte del sindaco Albore Mascia perché quel giorno sono cominciati gli scavi
e i sondaggi sul terreno, per individuare i punti dove sorgeranno i piloni del
ponte; è cominciata la bonifica e la preparazione del terreno; ed è cominciata
la realizzazione dei sottoservizi, partendo dallo spostamento della linea del
gas che passava lungo il tracciato del ponte. Contemporaneamente la ditta che
si è aggiudicata l’appalto, che con le proprie squadre ha iniziato a lavorare
un anno fa, ha redatto il progetto esecutivo che però avrebbe dovuto
riconsegnare al Comune entro 90 giorni, ossia entro il 4 luglio 2014, e invece
quel progetto è stato riconsegnato solo il 26 febbraio 2015, ossia con un
mostruoso ritardo di 7 mesi. Un altro piccolo dettaglio sfuggito al sindaco
Alessandrini e che avrebbe invece dovuto togliergli la baldanza dell’appropriarsi
del merito del lavoro altrui. Piuttosto dovrebbe cominciare a sorvegliare i
cantieri: se per presentare un progetto esecutivo si marcia con un ritardo di
sette mesi, il ponte sarà pronto tra sette anni e non tra 14 mesi! Questa è
storia, una storia documentata da atti, delibere, documenti sottoscritti,
relazioni, carta che canta mille volte di più dei ‘villan che parlano’, una
storia che non si cancella, malgrado i tentativi del sindaco Alessandrini. Ma
come se non bastasse, lunedì pomeriggio scorso il sindaco ha inanellato la
seconda bella figura amministrativa della giornata, reinaugurando il Campo
sportivo Donati, in via Imele, un impianto riqualificato dal sindaco Albore
Mascia-assessore Nicola Ricotta, dal marzo al maggio 2014, con un investimento
di 550mila euro, con la riconsegna e riapertura ufficiale alla città il 25
maggio 2014, come riporta la targa bella in mostra all’ingresso del prato in
erba con una frase di Pietro Mennea. Lo ricordo quel giorno: la musica, i
bambini, e soprattutto le società sportive felici perché uno straordinario
campo in erba sintetica aveva finalmente sostituito il campo in terra battuta che
aveva visto mille e mille ginocchia sbucciate. E finalmente quel campo aveva un
vero impianto di illuminazione, una vera recinzione di protezione, nuovi
spogliatoi, servizi e magazzini. Fino a maggio 2014 tutto questo non c’era; dal
25 maggio tutto questo è realtà grazie a una giunta di centro-destra che ha
investito e fatto opere concrete. Peccato che oggi il sindaco Alessandrini, con
un pessimo stile istituzionale, perso il suo aplomb, pensa invano di poter
cancellare le tracce di chi lo ha preceduto. Dice il consigliere regionale
Lorenzo Sospiri che ‘In Politica non c’è nulla di peggio dal non riconoscere le
buone eredità lasciate da chi ci ha preceduto’. Buona giornata!
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