lunedì 20 ottobre 2014

La Sindrome dello Scottadito e la...sfiga!

Oggi voglio parlare di me e della 'sindrome dello scottadito'. Nel 2009 ho assunto un incarico, Ufficio Stampa dell'amministrazione comunale di Pescara guidata dall'allora sindaco Luigi Albore Mascia, area centro-destra. Non era la prima volta che svolgevo il compito di addetto stampa in qualità di giornalista professionista, e non solo per esponenti di area centro-destra. Dal 2009 però è cominciata una strana vicenda, assunto l'incarico sono stata letteralmente 'privata della mia libertà personale': privata della libertà di parlare, di pensare, di commentare, di avere un'opinione, ma anche di difendermi, di dire la mia sulle mie vicende personali, e il tutto, paradossalmente, proprio mentre tutt'attorno a me esplodeva il fenomeno dei social network, strumento indispensabile nella comunicazione odierna. Ma io no, io sono stata una delle poche persone sul nostro pianeta che non ha potuto per cinque anni 'parlare', perché? Semplice, perché non appena mi permettevo di dire una sola parola venivo letteralmente assalita da esponenti del centro-sinistra, consiglieri comunali e non, simpatizzanti, esponenti del mondo 'culturalpd', e tutti a fare lezioni di morale, anche quando osavo scherzare con qualche amico. Qualunque cosa scrivessi, persino se avevo male all'alluce, era uno scandalo, tanto che il quotidiano Il Messaggero mi dedicava pagine e pagine di condanna. E allora per quieto vivere, dinanzi al silenzio di organismi solitamente deputati alla difesa dei cronisti, ho scelto anch'io il silenzio, subendo per cinque anni di tutto, vedendomi piovere addosso odio in ogni modo, un odio che, come tutti sanno, è degenerato nell'incendio della mia auto, a fine gennaio 2014, e anche su quello ho scelto il silenzio, non una parola, ho subito, in silenzio. Nel giugno 2014 finisce l'incarico e ho deciso di riappropriarmi della mia libertà, di pensiero, di parola, di opinione, di ironia, di humor, di scambio di vedute, e da qui nasce il mio blog. Ma qualcuno non si è accorto, evidentemente, che sono cambiati ruoli, competenze e compiti. E ancora oggi pensa di poter mettere il proprio calcagno sulla mia testa e di zittirmi, scatenando di nuovo una valanga d'odio contro di me. I fatti: ieri, Maratona dannunziana, un atleta ha un malore, muore, fine della maratona e fine della festa. Il cordoglio è ovvio e scontato. Ma mi sono presa una libertà: senza alcuna ironia sulla morte dell'uomo, non ne faccio parola, inserisco un post sulla mia bacheca personale, dicendo che qualcuno presente a quella maratona, qualcuno che prima d'ora non si era mai visto all'evento nelle 13 edizioni precedenti, probabilmente 'portava sfiga'. Apriti cielo: qualche battuta con gli amici, chiara ironia, finchè non arriva un rappresentante della 'cultura' pescarese, quella con la 'c' maiuscola, che mi impartisce la sua lezioncina di morale per quella 'bambina cattiva che era stata l'ex addetta stampa dell'ex sindaco Albore Mascia'. Cancello il suo post, visto che, come nello spirito dei social, io decido ciò che voglio sia pubblicato sulla mia bacheca. E quell'uomo di cultura sposta la discussione sulla sua bacheca per richiamare attenzione e per conquistare il consenso dei suoi 'affini' e compagnucci (tutti iscritti al Pd sia chiaro). E tutti a dirgli bravo, 'mi piaci', ma che amorale, e giù di nuovo offese e improperi contro la sottoscritta che di nuovo ha scelto la via dell'osservatrice a distanza del fenomeno del 'branco': ci riuniamo tutti insieme e attacchiamo la preda (eppure se non ha funzionato dinanzi a una macchina incendiata sotto casa, forse, chiunque avrebbe desistito!). Bene l'uomo di cultura tagga nel suo post giornalisti, direttori e politici e vediamo chi interviene: tal Alessio Romano che addirittura scomoda il diritto penale; tal Valentina Di Zio, mai conosciuta, mai vista, il cognome mi fa pensare a qualcosa legato a un settore specifico della nostra economia, ma non oso non conoscendo i suoi affini. E tal Di Zio, oltre a darmi dell'ignorante, afferma 'E poi di chi stiamo parlando?????'...ecco appunto, di chi stiamo parlando, ma perché ci conosciamo? Interviene la signora Alessandra Pace per ribadire 'che squallore'...ho visto il suo profilo facebook, desisto decisamente. Ribadisce la signora Palmina Romano 'che tristezza', ma lei la conosco, è una professionista che aveva avuto con il sindaco Luciano D'Alfonso e l'assessore Massimo Luciani un importante incarico nel settore 'Politiche comunitarie' in Comune prima del 2009, incarico concluso e non rinnovato con la giunta Albore Mascia, quindi sicuramente il commento di una persona disinteressata che nutre affetto nei miei confronti. Poi altro epiteto di 'massima incarnazione dell'ignoranza' dalla signora Alessandra Narcisi, anche lei scandalizzata dall'immoralità di quanto ho osato scrivere (anche in questo caso...mai sentita prima nominare), così come la signora Annamaria Lametti che mi definisce 'sfigato trombato (in che senso?) in cerca di recupero di notorietà', e anche in questo caso....mai conosciuta prima. Mentre la signora Lilly Russo (no questa la conosco!) afferma che 'dovremmo ignorare tanto squallore'. Bene, considerazioni: come fenomeno di costume devo dire che in una domenica di noia sono riuscita con due sole parole a riaccendere lo spirito ecclesiastico e moralizzatore che alberga, evidentemente, anche nei seguaci del Pd. Secondo...ma tutto questo impegno...per cosa? Come mai i Piddini si sono sentiti tanto toccati solo perché ho osato dire che a un evento c'era qualcuno che portava sfiga, senza nominare quel qualcuno, senza alcuna allusione, soprattutto senza alcun riferimento politico? Perché salire, arrampicarsi sulla barricata per difendere l'onore di un partito o di amministratori mai menzionati? E qui arriva la sindrome dello 'scottadito', qualcuno, ai tempi di mia nonna, avrebbe usato un termine meno raffinato o semplicemente parlato di 'coda di paglia', io preferisco lo scottadito, sindrome che, in questo caso, ha colpito semplicemente un uomo 'de cultura' che cercava facile pubblicità e io, nonostante tutto, volente o nolente, 'faccio sempre notizia'! Buona settimana!
      

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