martedì 25 novembre 2014

Udite udite: Corso Vittorio Emanuele è stato riaperto al traffico


Nessuno avrà il ‘privilegio’ (se così lo si può definire) di transitare in auto per primo sul nuovo corso Vittorio Emanuele, riaperto al traffico, sembra, dal prossimo primo dicembre. Nessuno potrà fregiarsi del (triste) primato di aver riattraversato per primo, a bordo di quattro ruote, quella strada storica, pedonalizzata per un anno dall’amministrazione di centro-destra. E nessuno potrà appuntarsi quella medaglietta al petto per una ragione semplicissima: corso Vittorio Emanuele è già di fatto aperto al traffico. Decine di auto, ogni mattina, tra le 7 e le 8, ci passano tranquillamente, a tutta birra, superando di gran lunga i 30 chilometri orari, da sud a nord, schivando a mala pena qualche malcapitato ciclista. Decine di furgoni ogni mattina attraversano quel corso per raggiungere il negozio presso cui scaricare la propria merce, anche se quel negozio non si trova in corso Vittorio Emanuele, ma così si fa prima. Decine di furgoncini ogni mattina ci si fermano, anche di traverso, per permettere ad autisti e passeggeri di fare colazione presso qualche bar situato sul corso. L’ho visto con i miei occhi e, ovviamente, l’ho anche fotografato con il mio smartphone, in modo da non poter essere smentita. Da circa una settimana, per ragioni di lavoro, alle 7.30 in punto mi capita di imboccare a piedi il corso dall’incrocio con piazza della Repubblica e di percorrerlo, sempre a piedi fino in fondo, per andare in edicola dal buon amico Luigi Baiocchi o in ufficio. Sette giorni fa il primo incontro-scontro: ero nel cuore del corso quando vedo dinanzi a me una punto blu sfrecciare di corsa, tanto di corsa da non avere neanche il tempo di prendere il mio cellulare dalla tasca del piumino e fotografarla, ma la targa quella sì, quella l’ho presa, e la stavo appuntando sempre sul cellulare per segnalarla a chi di dovere, allora CH…87… ma come, lì mi sono fermata, perché subito dopo, dietro la punto blu, arriva una Multipla, sempre blu…ma allora non è solo la maleducazione di uno ‘scostumato’, come avrebbe detto mia nonna. No no: su corso Vittorio Emanuele ci sono automobilisti che già hanno ripreso a utilizzare la strada per andare a lavoro, o comunque a sbrigare faccende. Ma la prova del nove è arrivata il giorno dopo: mi metto di punta, mi sono detta, e la prima auto che vedo passare faccio le foto. Eh no, m’è andata ancora meglio. Neanche la punta ho dovuto fare: cammino, pochi passi, e subito mi si para davanti un furgoncino, un piccolo Ducato, piazzato di traverso, sempre nel tratto pedonale della strada, bello in sosta ‘comoda’, con tre operai accanto che mangiavano cornetti e bevevano cappucci caldi. Faccio due metri, foto, mi rigiro, ed ecco arrivare un bel camion, che percorre a velocità sostenuta, nonostante la presenza dei ciclisti, il corso ‘chiusoalleauto’, e non si ferma, l’attraversa proprio, entrando dall’incrocio con via Teramo, per uscire in corrispondenza di corso Umberto-piazza della Repubblica e continuare verso nord. E subito dopo, sul lato mare della strada, ecco l’altro furgone aperto, per scaricare merce, anche quello piazzato in sosta sul corsopedonalizzato. Ma da dove entrano auto e furgoni? Semplice: alla confluenza con via Teramo hanno spostato le fioriere inizialmente posizionate per impedire l’ingresso dei veicoli, e hanno creato due varchi, esattamente ai due lati delle tre fioriere, quindi chiunque oggi può tranquillamente transitare sul corso. E di fatto quei ‘chiunque’ sono tanti, almeno 10-15 al giorno che continuo a incontrare ogni mattina, da sette giorni a questa parte. Il significato di tutto questo è chiaro: l’obiettivo dell’attuale amministrazione comunale, da sempre contraria alla pedonalizzazionesimbolo di corso Vittorio Emanuele, simbolo perché è la firma della coalizione di centro-destra sulla città, è quello di far degradare velocemente la qualità ambientale, artistica, architettonica, di quell’opera di urbanizzazione, trasformando il bello in brutto, per cancellare quella firma tanto odiata. Altrimenti non si spiegano le fontane tutte già rotte e l’acqua verdognola e puzzolente all’interno, segno di una totale assenza di elementare manutenzione. Non si spiegano i rifiuti che galleggiano su quell’acqua verde. Non si spiegano i segni degli pneumatici sui disegni geometrici del corso. Non si spiega la totale assenza di vigilanza da parte della Polizia municipale al mattino, quando basterebbero cinque minuti fermi, seduti su una panchina, volendo, per sorprendere quelli che violano il corso pedonale senza permessi, né autorizzazioni, mettendo peraltro a rischio la vita di ignari pedoni e ciclisti. Appunto, volendo! Ma questa volontà non c’è. C’è piuttosto il desiderio di cancellare quell’opera d’arte illuminata che oggi è corso Vittorio Emanuele il più velocemente possibile, e che fa se i Pescaresi hanno speso 1milione 400mila euro per quell’opera, peggio per loro. Ormai ci siamo: stando alle ultime notizie, tra sei giorni ci sarà il D-Day, la riapertura al traffico di corso Vittorio Emanuele, e anche questo mio articolo sul Blog sarà ‘il passato’. Ma nessuno che mi venga a propinare il servizio sul primo automobilista che riattraverserà in auto corso Vittorio Emanuele, perché questa non è già più una notizia. Quel primato è già stato ampiamente superato, in barba a qualunque ordinanza, e in onore della sciatteria che governa sovrana Pescara da cinque mesi a questa parte. Buona giornata!
   
 

venerdì 21 novembre 2014

La Torre del Comune di Pescara è femmina


La Torre del Palazzo comunale di Pescara è femmina! Non c'è alcun dubbio: sarà nata sotto il segno dei pesci, amerà le luci soffuse, cene a lume di candela, non lo so, ma sono sicura che sia femmina. E ne è tanto sicura la nuova amministrazione comunale che ha deciso di colorarla di rosa dallo scorso primo ottobre per farlo sapere alla città. E niente, non c'è modo di farle capire che quel colore doveva essere temporaneo, perché aveva un significato. Niente, la torre è femmina e il rosa resta. Ci sarebbe da ridere se quel colore rosa non fosse l'ennesimo segno di sciatteria e disattenzione. Un passo indietro: ogni anno, dal 2009, il Comune di Pescara nel mese di ottobre ha aderito alla campagna del Fiocco Rosa della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro le Leucemie e i tumori, per la prevenzione del tumore al seno nelle donne. E, quale messaggio alla città, quale segno distintivo per significare al territorio la propria adesione, l'amministrazione comunale ha tradizionalmente accettato di 'colorare' di rosa la torre civica. Come si fa? Escamotage elementare: si posizionano delle gelatine colorate sopra le lampade che si trovano all'interno della torre e che la illuminano tutte le sere. Un piccolo effetto speciale, dai costi irrisori, e il rosa appare. Ma quelle gelatine, una volta posizionate il primo ottobre, mese dedicato alla campagna specifica, poi, il primo novembre...vanno tolte. Anche in questo caso il passaggio è veloce: si sale sulla torre attraverso la scalinata interna, ci si avvicina alle lampade, e si rimuove la gelatina rosa rimasta, pronti alla prossima campagna di sensibilizzazione della città: gelatine azzurre per aderire alle iniziative Unicef, colorando di azzurro la torre civica; gelatine verdi per colorare di verde la torre per la giornata mondiale delle vittime della strada, e via dicendo. Questa volta no: sarà per la forte presenza di donne nella giunta comunale, sarà per la forte presenza di donne tra gli scranni, ma questa volta la torre, è deciso, resta rosa. E allora ha continuato a illuminarsi di rosa nella notte di Tutti i Santi, nella notte dei Defunti, nella notte di San Martino. Probabilmente resterà rosa per la sera di Santa Cecilia, e siamo di buzzo buono per farla restare rosa per Sant'Ambrogio e Santa Lucia. A questo punto aspettiamo pure Natale e tagliamo la testa al toro. E la cosa farebbe ridere se invece la realtà non fosse diversa: semplicemente al Comune si sono dimenticati di far rimuovere quelle gelatine rosa che avevano un significato preciso, chiaro. Lasciare la torre di colore rosa tutto l'anno, o comunque anche per due-tre mesi, significa cancellare la validità di quel messaggio e dell'adesione a quella campagna di salute. Dimenticarsene ci fornisce, purtroppo, la misura del valore che l'attuale amministrazione ha attribuito a quella stessa campagna, segno che le parole delle conferenze stampa lasciano il tempo che trovano se non sono studiate, concepite e sentite. E la cosa ancora più sconvolgente è che quella dimenticanza non ha destato l'attenzione di alcuno: proprio di fronte al Comune c'è la sede di un autorevole Organo di Stampa che più di una volta, dal 2009 al 2014, ha tirato le orecchie alla precedente amministrazione se anche solo uno dei quattro orologi della torre era in ritardo o in anticipo, e vai con gli sberleffi, fotonotizie e commenti al veleno. Oggi però quella sede autorevole deve aver abbassato gli occhi o tirato le tende se da ben 21 giorni non si è accorta di un dettaglio che tale non è: una torre colorata di rosa e...perché? Un'Informazione disattenta? No, affatto. Buona giornata

lunedì 17 novembre 2014

Aiuto, il sindaco ha perso la voce!

Aiuto, il sindaco ha perso la voce! E' quanto si desume oggi a Pescara, dove la politica ventriloqua ha sostituito completamente il primo cittadino. Parla il vicesindaco al posto del sindaco, e parla sempre, ininterrottamente, e di tutto: dal tombino otturato al manifesto staccato, dall'asfalto da rifare alle bollette da pagare, dal bambino con le ginocchia sbucciate alla signora con le doglie. Parla il Presidente della Regione al posto del sindaco, e parla sempre, dalla demolizione dell'ex Cofa all'abbattimento dell'ex Fea, dallo sfratto dei vigili del fuoco al Festival degli oceani, dai ponti verso il paradiso al cielo in una stanza. E parlano gli assessori al posto del sindaco, sempre e anche in modo talvolta imbarazzante ('le attività commerciali dovranno restare aperte tutto il giorno, anche di notte...!'). L'unico che non parla è lui, il sindacoAlessandrinichecistoafarequi. L'ultimo episodio, il più sbalorditivo, è stato il postverticediCelano, in teoria da lui voluto, convocato, organizzato, con tanto di mogli e amici a quattrozampe al seguito, per trovare l'amalgama in una maggioranza raffazzonata che tale non è mai stata. Il paradosso quando lo stesso sindacoZagat ha detto che 'è un'occasione per conoscersi meglio'...ancora? Cioè non sono bastati cinque anni di opposizione insieme, una campagna elettorale, un programma sottoscritto e 5 mesi al governo per conoscersi? Ci voleva l'aria di Celano per fraternizzare? Ma tant'è: nell'ultimo week end ci si sarà pure conosciuti meglio, si sarà pure trovato l'amalgama, le mogli si saranno pure scambiate ricette di cucina o consigli sui nuovi tendaggi da salotto o sullo smalto più cool. E i mariti avranno anche parlato di calcio, gioito insieme per la vittoria del Pescara, o avranno schiacciato un pisolino complice su qualche divanetto insieme nella hall di Celano. Ma il vero risultato è che, trovato l'amalgama, si sono persi il sindaco per strada, disperso forse tra le foreste di Celano, censurato, imbavagliato, tutto purchè non parli con alcun giornalista. E giù il fiume delle dichiarazioni: il Presidentefacciotuttoiosindacopadroneesotto D'Alfonso che ha rilanciato un'idea veramente innovativa: cacciamo da viale Pindaro la Caserma dei Vigili del Fuoco, senza dire, ovviamente, dove intende spostare il Comando, ma tanto chisseneimporta (peccato fosse un'idea anno 2000). Accanto, a due centimetri, un assessore che propone di lasciare aperte le attività commerciali di giorno e anche di notte. Accendi la Tv e senti su Rete 8 sempre il vicesindaco che parla del conclave di Celano (e guai a dire che hanno mangiato pappardelle e usufruito della Jacuzzi). Ma il vero protagonista, la star, il presunto promotore del vertice, che fa...tace. Non una dichiarazione, non una parola, non un commento, non una rassicurazione alla città che l'ha votato circa la tenuta della maggioranza di Governo, non una presa di posizione, non un sunto di quanto deciso. Nulla di nulla. Qualcuno (per la verità molti) penserà: 'E che c'è di nuovo? Sono 5 mesi che a Pescara decidono tutto D'Alfonso-alias il Presidente di Regione, e il vicesindaco, longa manus di D'Alfonso al Comune, e sono 5 mesi che a Pescara il sindaco non c'è'. Ma oggi quell'assenza è, se possibile, ancor più imbarazzante e allora sorgono spontanee delle domande: chi ha voluto realmente quel conclave? Perché domenica è stato presieduto da D'Alfonso, se il fine ultimo era ricompattare la maggioranza comunale, e non regionale? Perché il sindaco non ha sentito la necessità di dire la sua al termine del vertice? Per quante volte ancora il Presidente dovrà riprendere per un orecchio quel sindaco e dettargli cose da fare, tempi e modi, per tamponare quell'immagine di totale immobilismo che oggi impera a Pescara? Per quanto tempo Pescara continuerà a essere senza un sindaco capace di assumere decisioni e le relative connesse responsabilità, senza farsi sostituire dai ventriloqui di palazzo o del palazzo accanto? E soprattutto: perché al conclave non hanno preso parte consiglieri comunque di rilievo, portatori di voti a catinelle, come i milleepassa voti del consigliere Massimiliano Pignoli? Buona giornata!

giovedì 13 novembre 2014

Schhhhht! Il Consiglio comunale si riunisce su corso Vittorio Emanuele, ma la città non deve saperlo

Schhhhhht! Il Consiglio comunale si riunisce per far parlare la città del futuro di corso Vittorio Emanuele, aperto o chiuso al traffico, ma la città non deve saperlo. Fosse mai che volesse partecipare, o dire la sua, o semplicemente assistere al 'teatrino' e sentire chi e cosa hanno da dire gli eletti! Succede oggi. Succede a Pescara. Alle 16 si riunisce l'assise sovrana, quella chiamata (in teoria) a decidere le sorti della città, si riunisce in seduta aperta, vale a dire che possono partecipare e prendere la parola al microfono comuni cittadini, uomini e donne della strada, associazioni di categoria, forze produttive. Ma nessuno lo sa: fatto salvo l'articolo odierno sul quotidiano 'Il Centro', tutti gli altri erano oggi troppo impegnati a seguire le iperboli degli elicotteri che da ieri sera hanno fatto spola Ortona-Pescara-Ortona per riportare a casa i 120 naufraghi della portaerei Cavour. Ma questa è la democrazia dell'informazione, baby, piaccia o non piaccia, c'è chi ha il potere di decidere ciò che si pubblica e ciò che non si pubblica, come si pubblica, dove e quando, sugli Organi di Stampa. E fa niente che si tratti comunque di 'notizie di servizio', di fatti che riguardano il futuro di Pescara, di temi tanto delicati quanto la mobilità, il traffico, l'inquinamento atmosferico, il futuro dei nostri bambini, gli assetti viari. Chi ha il potere di decidere può o meno censurare. Così come può censurare un sito informativo istituzionale come quello del Comune: basta andare nel settore News del sito www.comune.pescara.it e la prima notizia pubblicata in evidenza riguarda la ricerca di sponsor per finanziare le feste di Natale...poi l'istituzione di un presunto tavolo tecnico sul traffico in cui, guarda un po', perbaccolina che distrazione, non si fa menzione della seduta odierna del Consiglio comunale su corso Vittorio Emanuele...poi si continua con la terza replica circa l'installazione dei sistemi di segnalazione di eventuali allagamenti della golena nord di Pescara (opera decisa, voluta e appaltata dalla giunta Albore Mascia, assessore alla Protezione civile Berardino Fiorilli)..ma pur scendendo tra le notizie e cercando disperatamente, nulla, della seduta straordinaria del Consiglio comunale su corso Vittorio Emanuele nulla, neanche l'ombra. Né le strutture deputate, in Comune, a notificare alla città l'appuntamento, si sono sognate di farlo. L'obiettivo è chiaro: mantenere un basso profilo, far in modo che la partecipazione sia irrisoria, ridotta ai minimi termini, per lanciare un messaggio, ossia che la riapertura alle auto di corso Vittorio Emanuele non interessa in realtà alla città, che la sua riqualificazione è stata inutile, dunque...avanti traffico alla riscossa! In realtà non è così: certo, una seduta di giovedì pomeriggio non aiuterà la partecipazione popolare, ma la città vuole sapere, vuole poter partecipare e decidere se riaprire o meno alle auto corso Vittorio Emanuele, e vuole poter dire la propria prima che il dado sia tratto. Ovviamente non sarà così: oggi si discuterà del nulla, magari il sindaco Zagat mostrerà la sua solita faccia con espressione annoiata, il mento poggiato sul palmo della mano sinistra, il mezzo sorrisetto, e il vicesindaco che ha già deciso e domani o dopodomani farà calare la sua scure sulla città, distruggendo un'altra opera dell'amministrazione di centro-destra. E allora l'unica arma sarà quella del referendum: si farà, magari tra un anno, ma si farà, e l'esito di quella consultazione sarà un'altra giornata triste per il Pd. Buona giornata!

mercoledì 5 novembre 2014

La morale a sinistra: 10mila euro per un Festival

Nei giorni scorsi sono stata coinvolta/travolta, mio malgrado, in un discorso sulla 'moralità': contestando un mio commento facebookiano (l'episodio del maratoneta morto in piazza Salotto), mi sono presa una bella 'lezione di morale' da una serie di personalità 'impegnate nel variegato universo della Kultura pescarese', saliti in cattedra per decidere cosa fosse o meno 'morale'. Un interessantissimo dialogo, rimbalzato su altre bacheche facebook, che a un certo punto ha preso la piega di uno spot autopromozionale dei soggetti che avevano aperto la ramanzina. Bene, sono trascorsi giorni, gli animi si sono rasserenati, ci avviciniamo alle feste, passata Halloween arrivano i festival e le serate, che trascorreremo tra il centro storico, qualche cinema e lunghe passeggiate. Ma la mia mente ha continuato a riflettere, a pensare, a meditare, sino a quando quel 'dibbbbattito' sulla morale mi è riapparso in tutta la sua nitidezza e chiarezza. Nei giorni scorsi, per la precisione il 30 ottobre 2014, la giunta comunale Zagat ha approvato una bella delibera, la numero 684, su 'Variazione urgente al bilancio di previsione 2014-2016': ritengo che la dicitura sia chiara, per variazione urgente si intende uno spostamento di somme da un capitolo a un altro del bilancio per affrontare spese che, per loro stessa natura, sono urgenti, improcrastinabili e non rinviabili. Che so: spese per fronteggiare le conseguenze di un alluvione, di un'esondazione, una nevicata eccezionale, o la sistemazione urgente di una strada utile per salvare vite umane. Insomma tutto ciò che la nostra immaginazione classifica come 'urgenti' e che non può attendere un normale stanziamento di bilancio con relativo impegno di spesa ed erogazione di somme. Spulcia, spulcia, ho iniziato a leggere quella variazione: tagliati 100mila euro stanziati dalla precedente giunta di centro-destra per 'l'integrazione e il disagio sociale'; tagliato 1milione di euro per il completamento della rete delle acque bianche su via Nazionale Adriatica sud (Piano antiallagamento); tagliati i 2milioni di euro fondi ex Pain per l'ultima parte del Piano antiallagamento, sempre a Pescara sud; tagliati 10mila euro per la manutenzione degli edifici scolastici; tagliato 1milione di euro destinato al potenziamento della rete fognaria di Pescara sud; azzerato il fondo per finanziare gli accordi transattivi extragiudiziari (che servono all'Ufficio legale per ridurre i contenziosi); ma....ohibò!...Perdindirindina....non credo ai miei occhi: c'è una spesa urgente e improcrastinabile sottoposta alla giunta, una spesa tanto urgente e vitale da richiedere una 'variazione urgente del bilancio': l'erogazione di 10mila euro per finanziare il Festival delle Letterature dell'Adriatico, evento di tutto rispetto, per carità. Immagino l'urgenza del provvedimento, immagino che la salvezza di decine di vite umane dipendano da tale provvedimento, tanto da giustificare una riunione della giunta comunale. Ma ecco che mi torna in mente il 'dibbbbattito' sulla morale: è morale per un'amministrazione che da cinque mesi piange miseria, dicendo di aver trovato solo 'buchi' di bilancio dal precedente governo, erogare 10mila euro per un Festival delle letterature? E' morale per un'amministrazione comunale, che dice di essere in predissesto, togliere, con la mano destra, 2milioni di euro necessari per evitare allagamenti a Pescara sud e dare, con la mano sinistra, 10 mila euro a un Festival delle Letterature? E' morale per un'amministrazione comunale, che dice di essere in predissesto, togliere con la mano destra 100mila euro alla lotta contro il disagio e dare, con la mano sinistra, 10mila euro al Festival delle Letterature? E' morale per un'amministrazione comunale, che dice di essere in predissesto, togliere, con la mano destra, 1milione di euro per la rete fognaria di via Nazionale Adriatica sud, e dare, con la mano sinistra, 10mila euro al Festival delle Letterature? Ma questa moralità diventa paradossale quando, aperti i giornali stamane leggo testualmente: 'L'iniziativa tutta - conclude il suo direttore (del Festival s'intende) - testimonia come alle magre casse pubbliche si possa rispondere con l'intervento dei privati. Non è colpa di nessuno, è un dato di fatto. Bisogna prenderne atto"....come come come? 10mila euro erogati dal Comune con un provvedimento d'urgenza sono 'magre casse pubbliche'? Ed è morale quest'affermazione per un'amministrazione comunale che dallo scorso primo novembre ha lasciato a casa, dopo cinque anni di servizio, 7 ragazzi affetti da disabilità psichica perché in cassa non sono riusciti a trovare 2.800 euro lordi per coprire per due mesi le borse lavoro per quei 7 ragazzi? E' morale che per quei 7 ragazzi non si sia fatta una 'variazione di bilancio urgente'? La risposta io ce l'ho: sì, tutto questo è morale, a sinistra. Compreso usare 10mila euro per un Festival che per il concerto dell'artista Bersani ha previsto anche un biglietto d'ingresso a pagamento. Buona giornata...ah! Per chi volesse approfondire, come sempre, pubblico il link della delibera, per renderla pubblica, e i relativi articoli, tratti dai quotidiani Il Messaggero e Il Centro!
   


http://www.comune.pescara.it/internet/index.php?codice=762&ID=27019

martedì 4 novembre 2014

Pescara ha perso la sua memoria, grazie sindaco!

Quando un popolo perde la sua memoria muore la democrazia. La frase non l'ho inventata io. L'ho ripescata nella mia memoria pensando alla giornata odierna: 4 novembre. Festa delle Forze Armate, ma soprattutto 'Festa dell'Unità Nazionale'. In quanti se lo sono ricordato? Io sì, ma evidentemente al Comune di Pescara, no! Non un comunicato ufficiale. Non una nota per spiegare se oggi fosse stato o meno previsto un qualunque genere di cerimoniale al quale partecipare, ma appena appena la pubblicazione sul sito istituzionale dell'Ente dell'invito mandato, suppongo, alle Istituzioni, Prefettura, Questura, Corpi armati, come se la Festa del 4 novembre non appartenesse a tutta la città. Da una parte c'è la prima di copertina, subito sotto le due facciate interne, e niente più. Non un comunicato stampa inviato agli Organi di Informazione, magari solo per sottolineare l'importanza e la rilevanza della giornata, ricordandone, se possibile, anche il significato, le finalità. Anche per ricordare cosa si festeggia oggi, ossia la fine della prima guerra mondiale, 4 novembre 1918. No, nulla. Un lenzuolo per ricordare che il sindaco in carica è contrario al referendum su corso Vittorio Emanuele; lenzuola per riportare le mirabili gesta del vicesindacoassessorealtrafficoallaprotezionecivileportavocefactotum del Comune; lenzuola se il sindaco partecipa a un convegno; non un rigo, un solo rigo, per dire perché il 4 novembre fosse festa, anche se si va a scuola e se gli uffici sono aperti al pubblico, e perché fosse importante essere presenti in piazza Garibaldi. Sono certa che le Istituzioni oggi c'erano all'Alzabandiera, ad ascoltare le note del Silenzio, ad ascoltare i messaggi istituzionali giunti dal Capo del Governo o dal Ministro degli Interni. Ma non ci sarà stata la città, perché la città non lo sapeva, perché nessuno si è preoccupato di informare la città e gli Organi di Informazione che, bombardati quotidianamente da comunicati Kulturali e festivalieri, non possono anche tenere l'Agenda degli appuntamenti istituzionali. Lo dico con orgoglio: dal 2009 al giugno 2014 non è mai successo di dimenticare una data di tale rilevanza. Ogni anno, con puntualità svizzera, ho mandato comunicati, abbiamo inviato inviti alle scuole, contattato telefonicamente gli stessi dirigenti scolastici, perché durante tali celebrazioni in piazza non devono esserci solo coloro che hanno combattuto al fronte, ma dev'esserci il territorio, o meglio, devono esserci coloro che oggi sono 'cittadini' di una democrazia grazie a chi ha combattuto sul fronte. Oggi Pescara ha perso un'occasione, l'ennesima, e ha perso un altro pezzo della sua memoria. Ma fa niente. Fra poco ci sarà un Festival a riempire uno spazio vuoto, due convegni, quattro 'dibbbattiti di kultura' e avremo rimediato a tutti i mali! Peccato
http://www.comune.pescara.it/internet/index.php?codice=147&idnews=3375&navBackPage=148