venerdì 24 ottobre 2014

C'era una volta una App...quando il maltempo diventa notizia

C'era una volta una App, si chiamava 'MyPescara'. E' questo l'inizio di una favola che, a oggi, è finita molto male e ne abbiamo avuto una prova questa mattina a Pescara, dove una normalissima pioggia, dunque non un nubifragio, né un alluvione, né un'esondazione, ma semplicemente una pioggia, ha fatto notizia, e siamo nel 2014. I fatti: era l'estate del 2013 quando l'amministrazione di centro-destra Albore Mascia, ha l'intuizione di sfruttare la tecnologia web e social con finalità di servizio, ossia istituire una App (una Application) adatta a ogni genere di smartphone per informare in tempo reale la cittadinanza di qualunque problematica o attività, puntando soprattutto sulle emergenze. Ogni cittadino poteva effettuare il download gratis, praticamente poteva scaricare la App sul proprio cellulare senza alcun costo (sostenuto dal Comune) e, in questo modo ricevere in tempo reale una notifica sonora delle notizie, puntando non alla propaganda politica (quanto siamo belli, quanto siamo bravi) ma a 'notizie utili alla collettività': chiusura improvvisa al traffico di strade (e sottopassi), avvisi di criticità metereologiche, manifestazioni che comunque influivano sulla vita pubblica, o anche eventi di intrattenimento. E caricare quelle notizie era compito mio, in qualità di Ufficio Stampa del Comune. Com'era ovvio l'iniziativa è piaciuta: a maggio 2014 i download avevano superato quota 9mila, ossia c'erano almeno 9mila cittadini proprietari di un cellulare smartphone, che avevano scaricato la App e ricevevano in tempo reale quelle notizie. Supponendo che ciascuno di quei 9mila cittadini vivesse in una famiglia di almeno 3 persone in media, è facile supporre che 27mila cittadini fossero a conoscenza di quelle notizie di servizio. E questo senza trascurare gli altri mezzi di comunicazione: dai comunicati stampa, all'uso della bacheca del sito ufficiale del Comune, sino al megafono per strada e ai cartelli o ai volantini imbucati nelle cassette delle lettere. E la macchina funzionava: prova ne è stata l'alluvione del primo e 2 dicembre 2013. Alle 4 del mattino l'assessore alla Protezione civile Berardino Fiorilli, sentito l'assessore alla Pubblica istruzione Roberto Renzetti, dispose la chiusura delle scuole, alle 4.30 è partita la App scatenando un tam tam tra studenti e docenti, tanto che tutta la città alle 6 era a conoscenza del provvedimento e non un ragazzino è stato sorpreso in strada dall'acqua alta. Quel giorno ha ufficialmente sacramentato la bontà di quella scelta, ossia di aver semplicemente attivato una App. E quella App ha funzionato sino a maggio 2014, poi, inevitabile, il buio! Cambiata l'amministrazione comunale, la App esiste ancora, ma di fatto è morta. Anzi no, qualcuno si è preoccupato di cambiargli la copertina di presentazione, eliminando d'Annunzio, ma di usarla per le notizie di servizio neanche per idea. Sono quattro mesi che a Pescara vengono chiuse all'improvviso strade per lavori, per emergenze, o che vengono convocate riunioni che interesserebbero la cittadinanza, ma di usare la App per informare in tempo reale la città...non ci pensate. Oggi quella App sarebbe stata vitale per dire alla città che il sottopasso del ponte Capacchietti era chiuso, per suggerire percorsi alternativi, per fornire informazioni sul maltempo, ma niente, neanche un click! Ah! Leggo su facebook che tali notizie erano state messe sulla bacheca facebook del Comune di Pescara...ma c'è un piccolo dettaglio: per leggere le news di quella pagina a quanto pare devi per forza mettere 'mi piace', io, ad esempio, non l'ho messo e quindi non posso leggere le news...ma io sono cittadina di Pescara e ho diritto di leggere quelle notizie come tutti gli altri...o no? Non solo: addirittura alcuni cittadini sono stati 'esclusi' e bloccati da quella pagina facebook, quindi non possono comunque accedervi. Ecco perché anche un social network come facebook può perdere la sua funzione 'social'. A questo punto, perché rinunciare alla App? Perché lasciarla morire dopo che è stata pure pagata dall'amministrazione comunale? Perché non utilizzarla per le notizie di servizio? Perché l'ennesimo spreco di risorse e di energie? Perché lasciare al buio o nell'acqua i pescaresi pur di non informarli? Mi spiace, questa non è una 'buona amministrazione' della cosa pubblica

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