I senzatetto fuori dalla stazione e gli ambulanti extracomunitari dentro la stazione: vi presento Pescara
Dunque, se ho ben capito: 15 senzatetto mezzi addormentati, infreddoliti,
con indosso qualche straccio e una coperta, rappresentano una grave minaccia
terroristica per Pescara e non possono dormire neanche ammucchiati a ridosso
del muro della stazione ferroviaria centrale, ossia non dentro la stazione, non
sotto qualche tunnel, ma neanche all’esterno appoggiati con la testa o la
schiena alle mura della Ferrovia. Ma 100 ambulanti abusivi extracomunitari sono
una ‘garanzia di sicurezza’ per Pescara e quindi possono piazzare le loro
bancarelle improvvisate dentro il tunnel della ferrovia, sotto i binari! Dunque
questa è la verità che verrà paradossalmente sancita questo pomeriggio in un’aula
consiliare del Comune di Pescara dove ormai gridare allo scandalo è un
eufemismo, dove non c’è provvedimento che non gridi vendetta, e dove quest’ultima
realtà merita di essere divulgata urbi et orbi quale esempio di malgoverno istituzionale.
Quindici clochard, italiani e stranieri, vengono sgomberati in piena notte perché
non possono dormire appoggiati alle piastrelle di marmo esterne della stazione perché
la loro presenza è sinonimo di degrado, sporcizia, cattivo odore, disordine
pubblico e cattiva immagine per la città intera, oltre che di pericolo e
insicurezza. Cento bancarellieri extracomunitari, senza una licenza, senza un
permesso, senza una qualunque certificazione che attesti la loro legittima
presenza, possono piazzare le loro bancarelle sotto la stazione, perchè
rappresentano la ‘pacificazione e la fratellanza’! Anzi, scusate, mi correggo:
non saranno loro a piazzarsi le bancarelle sotto i binari della ferrovia,
dentro il tunnel, ma sarà il Comune che spenderà 100mila euro per attrezzare al
meglio quello spazio. Sì, lo stesso Comune del sindaco Marco Alessandrini che
un anno fa ha gridato alle crociate perché era in predissesto, lo stesso Comune
del sindaco Alessandrini che ha aumentato al massimo tutte le tasse a tutte le
famiglie, anziani, monoreddito, famiglie numerose, vedovi, a tutti, senza
distinzioni, sempre perché la città era in predissesto. Però ora quello stesso
Comune si ritrova così, sbadatamente, 100mila euro da sprecare, da buttare all’aria,
da sperperare, nel vero senso della parola, tanto da poterci attrezzare uno
spazio per accogliere fraternamente 100 bancarellieri extracomunitari che
pretendono di mantenere intatto un privilegio, sulla base di nonhocapitobenequaledirittoacquisito,
quello di vendere la loro merce, etnica, artigianale, ma anche tanta, tanta,
tanta merce contraffatta (borse, portafogli, cinture, piumini, guanti in pelle,
scarpe) in pieno centro. Perché non è che un altro mercatino in un’altra parte
della città non fosse possibile attrezzarlo per chi aveva la regolare licenza a
vendere. Ma no, loro e chi fa loro scudo, difendono il loro privilegio a
continuare a vendere la loro merce, qualunque essa sia, in pieno centro. E in
realtà si deve pure vedere se il loro
rappresentante sindacale, loro nel senso degli extracomunitari, si accontenta
del sottopasso della stazione ferroviaria, perché non è mica così scontato,
magari chiederanno di attrezzare loro uno spazio in corso Vittorio Emanuele,
obbligando anche il Comune a pagare per la vigilanza notturna per tutelare la
loro merce contraffatta! Non sono razzista, ma oggi sono nera, nera dalla
rabbia. Perché non è tollerabile aprire il giornale e leggere dello sgombero
notturno di quattro poveracci sorpresi a dormire con la testa appoggiata contro
le mura della stazione ferroviaria, perché la stazione è un sito sensibile e
quei quattro poveracci, che non hanno più neanche la disperazione in dote, non
possono stare accanto alle mura, sia mai che nelle mutande nascondano una
molotov. Questo vale per quattro poveracci senzatetto. Ma non vale per quei 100
ambulanti extracomunitari ai quali oggi pomeriggio il Pd, maggioranza in
Consiglio comunale, consentirà di spostarsi sotto un tunnel della stazione, un
tunnel che, come ha ricordato giorni fa in un comunicato stampa l’ex assessore
alle Politiche sociali Guido Cerolini, è stato murato da Ferrovie Italiane,
proprietaria di quelle mura, proprio per ragioni di sicurezza, ovvero per
impedire all’esercito dei disperati, dei senzatetto, dei senzafamiglia, di
quelli che poeticamente definiamo clochard, perché ci vergogniamo a usare la
parola ‘barboni’, che scuoterebbe troppo le nostre coscienze, e allora clochard,
alla francese, dà un tocco più sereno al significato della parola, ecco,
Ferrovie ha murato quel sottopasso per impedire che quell’esercito ci andasse,
di notte, a dormire. Era il febbraio 2013 quando è cominciata questa diaspora:
ricordo quando al fax del sindaco sono arrivate quattro righe delle Ferrovie
che comunicavano la chiusura, a partire dal 28 febbraio, della stazione centrale
nelle ore notturne e di aver già preso accordi con la Polfer per sgomberare gli
spazi eventualmente occupati dai senzatetto e buttarli fuori. Una misura,
spiegava Ferrovie, necessaria per restituire decoro, dignità e sicurezza allo
scalo ferroviario, dove le frotte dei passeggeri notturni venivano infastiditi
dai senzatetto. Cavoli del sindaco e dell’assessore Cerolini che fine facevano
quei senzatetto in pieno inverno. Negli uffici è sceso il gelo ed è partita una
corsa per scongiurare una tale sciagura: la notte la temperatura, a gennaio,
febbraio, anche marzo, scende sotto lo zero, inevitabile la morte di qualche
clochard, quasi tutti censiti, non terroristi, ma persone, esseri umani che
nella vita hanno avuto meno fortuna, a volte hanno cominciato per scherzo, e
poi non sono riusciti a uscire dal tunnel buio del disagio personale. Molti
sono pazienti psichiatrici, ai quali è risparmiato l’internamento, purchè
vengano seguiti a distanza con attenzione, altri sono addirittura padri di
famiglia, divorziati, usciti di casa, lasciata a ex moglie e figli, che per garantire
gli alimenti a ex moglie e figli, non possono permettersi, con uno stipendio,
di affittare una seconda casa, e allora passano il giorno in ufficio, e la
notte in stazione. Poi la mattina si lavano, prendono la bici, accompagnano i
figli (che non sospettano alcunché) a scuola, vanno in ufficio, e poi di nuovo
in stazione, con una telefonata rubata per sapere se a casa è tutto ok, e mentire
ai bambini ‘papà si prepara a una cena di lavoro, sì anche oggi fino a tardi,
ma voi mangiate la fettina che vi fa bene, poi vi porterò a mangiare la pizza,
un bacio tesoro, stai attento alla sorellina’. Perché io questi discorsi li ho
sentiti con le mie orecchie, e questa realtà l’ho toccata con mano, non me la
sono fatta raccontare da qualcuno, perché pur facendo l’addetto stampa, non mi
sono mai dimenticata di essere una giornalista, che cerca, ascolta, chiede
verifica e valuta. Con l’assessore Cerolini è partita la corsa, gli incontri
con i vertici di Ferrovie alla presenza anche del viceprefetto dell’epoca, il dottor
Bianco se non erro, sino alla mediazione: i clochard rimangono fino a giugno
2013 dentro gli spazi della stazione a queste condizioni: primo, vengono
sgomberati dalle sale d’attesa del primo piano e costretti a restare tutti al pianterreno,
in uno spazio che si andrà a individuare, ossia un’ala sud-ovest del corridoio;
secondo, il Comune si impegna a garantire il controllo notturno di tutti i
clochard, perché non ci pensate che lo faccia la Polfer. E anche lì, altra
corsa, per intercettare l’aiuto e il sostegno delle Organizzazioni di
volontariato e Protezione civile, ai quali è stato chiesto di predisporre dei
turni notturni per vigilare sul sonno di quei senzatetto, che in effetti
dormivano, comunque al freddo, ma almeno con un tetto sopra la testa. Ricordo
le preghiere di quelle settimane, affinchè non accadesse nulla, non ci fossero
risse, né incidenti, che avrebbero fatto saltare tutta l’organizzazione.
Ricordo le discussioni anche con le Associazioni di volontariato, alcune delle
quali si sono rifiutate di coprire i turni notturni, perché per alcuni, che
pure usufruiscono di contributi pubblici, ‘fare volontariato per i senzatetto’
significa riunirli una o due volte a settimana, fare una preghiera pubblica e
poi distribuire panini, il tutto da concludere entro le 21, perché poi abbiamo
paura dei senzatetto e comunque ognuno tiene famiglia. Che poi, forse, il cibo
è l’unica cosa che oggi non manca ai senzatetto, tra mensa Caritas, Mensa di
San Francesco, e distribuzione notturna di biscotti e latte caldo da parte
della Croce Rossa! Ma per alcune associazioni ci si lava la coscienza portando
panini, due volte a settimana, guai a chiedere un altro genere di
collaborazione, ossia per alcune settimane non prepari panini, ma mi dai la
disponibilità di due volontari che vigilano su chi dorme. Fossi matto! Stacci
tu la notte con questi! E noi ci siamo stati alcune notti con ‘questi’, per far
loro capire che non erano soli. L’obiettivo era arrivare a giugno, ossia all’inaugurazione
della Cittadella della Carità, in via Alento, costruita anche con i soldi di
Regione Abruzzo-Governo Chiodi, e del Comune di Pescara-Governo Albore Mascia.
E quel traguardo è stato raggiunto, fatto sta che oggi inaugurato il nuovo dormitorio,
domani Ferrovie ha sbattuto fuori tutti i senzatetto, che almeno, però, avevano
un’alternativa. Che oggi non hanno più, perché nel dormitorio ci sono gli ‘aspiranti’
rifugiati, arrivati sui barconi, e i senzatetto di Pescara sono tornati a
dormire per strada. E oggi rappresentano una seria minaccia terroristica, loro.
Non i bancarellieri extracomunitari che, al contrario, possono stare in cento
sotto i binari delle ferrovie, ma non rappresentano una minaccia. Bene, ora
aspetto. Aspetto di leggere il parere delle Ferrovie, che il capogruppo di
Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri ha già chiesto al sindaco
Alessandrini di produrre ufficialmente. Voglio leggere nero su bianco quando
daranno il parere positivo all’installazione di quel mercato che non
rappresenta un pericolo sotto un tunnel ferroviario. Voglio vedere quel parere
e metterlo a confronto con le due righe con cui si ordinava lo sfratto
immediato di quattro poveracci senza casa e senza neanche una valigia in cui
nascondere le lacrime. Io aspetto di leggere le carte, perché la nostra
civiltà, il nostro futuro, la nostra dignità e il nostro orgoglio, si misura
anche da quelle carte. E non ditemi che sono razzista, perché oggi vivo in una
città che pratica il razzismo al contrario, ai danni dei più poveri, dei più
indifesi e dei diseredati. Buona giornata!
Perfettamente centrato il discorso non ci sono parole ..........come puo' un comune essere complice nel malaffare o peggio complice in favoreggiamento della clandestinita' ......? Asserisco che sono dei delinquenti...............pinto....
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