mercoledì 21 ottobre 2015

La febbre della smentita del vicesindaco Del Vecchio e....la buona educazione!

Quanta fretta. Ma quanta fretta ha il vicesindaco di Pescara Enzo Del Vecchio nello smentire qualunque problema inerente la balneazione: non ci sono chiazze marroni nell’acqua, chi le ha viste è un visionario. Non ci sono stati sversamenti in mare, anche se c’è scritto nero su bianco su un’ordinanza che il suo sindaco Alessandrini ha firmato il 7 ottobre scorso, preannunciando quegli sversamenti per lavori in corso. Ma mentre il sindaco firma carte (sperando le abbia lette prima di sottoscriverle), il suo vicesindaco smentisce, ogni giorno, tutta una smentita, anche dell’evidenza, e, ovviamente, offende: lui è stato eletto, quell’altro no, dunque quell’altro non ha diritto di parlare. Può parlare solo chi è stato eletto, quindi solo 32 persone su 117mila abitanti di Pescara, ovvero su 100mila aventi diritto al voto. E anche questa è una bella scoperta, ossia il sapere che, siccome abbiamo degli eletti in Consiglio comunale, 32 appunto, solo loro hanno oggi il diritto di proferire parola, tutti gli altri, io compresa, ‘zitti’. E anche questa è la democrazia ai tempi del Pd. Ma veniamo ai fatti: il 7 ottobre 2015 il sindaco Alessandrini firma e rende pubblica, questa volta non se l’è dimenticato, un’ordinanza, la numero 533 con la quale annuncia una triste notizia, quasi un manifesto funebre per il nostro fiume e il nostro mare: siccome sono in corso i lavori di costruzione del Ponte Nuovo all’altezza di via Gran Sasso, siccome nella realizzazione della spalla sud si sono accorti che ci sono due condotte fognarie che impediscono di ‘fare i buchi’ sul terreno, per dirla spiccia spiccia, allora bisogna deviare queste due condotte che intercettano le reti della zona per convogliarle al depuratore. Per deviare le condotte, però, bisogna chiudere le pompe di sollevamento e staccare, per un po’, i collegamenti e allora è inevitabile che i liquami, per quel ‘po’’ di tempo, non andranno a finire nel depuratore, ma finiranno direttamente nel fiume, ovvero nel mare. E sull’ordinanza c’è scritto proprio così: ‘durante l’esecuzione dei lavori di deviazione delle condotte fognarie non sarà possibile per ragioni tecniche evitare lo sversamento di liquami nel corso d’acqua superficiale del fiume Pescara. Al fine di ridurre i tempi di intervento e consentire di diminuire il volume di refluo da scaricare nel fiume si è stabilito che gli interventi saranno effettuati nei giorni di venerdì 9 ottobre 2015 e venerdì 16 ottobre dalle 22 alle 7’. Per contenere i danni determinati dagli sversamenti la Conferenza dei Servizi (che non è un soggetto giuridico, dunque non ha potere decisionale né responsabilità) ha anche disposto l’utilizzo dell’acido peracetico ‘per limitare l’inquinamento ambientale/sanitario, da immettere in fognatura’, recita sempre l’ordinanza. Non solo: siccome è evidente che 9 ore di interruzione della rete fognaria, potrebbero significare, a occhio e croce, 15milioni di litri di liquami sversati (se 17 ore di sversamenti del 28 luglio hanno prodotto 30milioni di litri di liquami in mare, la proporzione è presto fatta), che per due volte consecutive fa sempre 30milioni di litri, che poco non è, il sindaco, sempre nella sua ordinanza, ha ordinato ‘di interdire temporaneamente e cautelativamente, al fine di salvaguardare la salute pubblica, il prelievo e l’utilizzo a qualsiasi scopo delle acque del fiume Pescara, nel tratto che va dal punto in corrispondenza di via Gran Sasso fino alla foce del fiume per cinque giorni successivi all’esecuzione degli spostamenti delle condotte fognarie’, dunque, nel secondo caso, dalle 22 di venerdì 16 ottobre sino alla mezzanotte odierna, 21 ottobre. Ora, per capire la gravità e la portata del dispositivo, è utile ricordare che in realtà l’acqua del fiume comunque non può essere usata per farci alcunché, al massimo solo per lavarci le barche che rientrano in porto dopo la battuta di pesca. Ecco, in questo caso, fino alla mezzanotte di oggi, l’acqua del fiume non può essere usata neanche per lavarci le barche. Fin qui il provvedimento di cantiere, discutibile, ma provvedimento è. Ora che succede: sabato mattina, 17 ottobre (e ricordiamo che i lavori sono andati avanti fino alle 7 del mattino del 17 ottobre, con le fogne staccate e i liquami che, come recita l’ordinanza mai revocata, sversavano in mare) i cittadini che amano fare jogging sul lungomare nord, ma anche chi abita sulla riviera, si accorgono che il mare ha due colori: il bluette e un orribile chiazza marrone che, uscendo dalla foce del fiume, si allunga a forma di cerchio verso nord, spinta ovviamente dalle correnti, sino ad arrivare all’altezza di piazza Primo Maggio. E i cittadini si interrogano: cos’è quella chiazza? E cos’è il puzzo di contenutodifogna che si avverte distintamente su più punti del lungomare? Qualcuno chiama l’ex consigliere comunale Armando Foschi, oggi membro dell’Associazione cittadina ‘Pescara – Mi piace’ e Foschi si limita a fare una nota stampa in cui sollecita l’immediato intervento delle Autorità, ossia della Capitaneria di Porto e dell’Arta affinchè venissero eseguite delle verifiche immediate, ovvero campionamenti e analisi straordinarie per capire se, diciamocela tutta, quel marrone non fossero in realtà ‘liquami e feci’, com’è già accaduto per tutta l’estate senza che né sindaco né vicesindaco abbiano sentito lo scrupolo o il rimorso di coscienza di avvisare, il 28 luglio,  la popolazione, e per questo hanno entrambi ricevuto un avviso di garanzia. Passano poche orette, la Capitaneria interviene, fa i suoi prelievi, e già qui la cosa ha dello straordinario perché, possiamo dirlo, in questa estate tormentata sul fronte della balneazione, della Capitaneria non s’è vista manco l’ombra. Ma intanto, mentre tutti a oggi, mercoledì 21 ottobre, alle ore 13.43, stiamo ancora aspettando gli esiti di quelle analisi, già da sabato scorso il vicesindaco Del Vecchio ha affermato ‘non c’è alcun problema, non ci sono problemi di inquinamento da liquami, quel colore marrone è solo che il fiume trasporta detriti e limo, quindi è normale che sia di colore diverso’…. No, e qui casca l’asino, perché comunque non è normale che il fiume abbia un colore marrone; non è normale perché il fiume nel proprio limo comunque trasporta inquinamento, quindi il problema c’è; non è normale che il colore del mare cambi dall’oggi al domani, visto che l’apporto del fiume nel mare è costante, quotidiano e continuo (vi ricordate che c’è una diga foranea?). Ma soprattutto non è normale che il vicesindaco si affretti a smentire qualunque problema quando, normalmente, non può, o meglio, non dovrebbe sapere neanche lui l’origine e la natura di quella chiazza marrone, ma dovrebbe attendere, come tutti gli altri 116mila 999 pescaresi, l’esito delle analisi, a maggior ragione quando né la Capitaneria né l’Arta azzardano ipotesi, e vorrei ben vedere dopo quello che è successo nel corso dell’estate con l’apertura di ben due inchieste giudiziarie. Peccato che il vicesindaco, oltre a fare le sue previsioni alla Bernacca, punto sul vivo, piccato, infastidito, toccato dall’avviso di garanzia di qualche settimana fa, si lasci andare a commenti e giudizi sgradevoli su Foschi che, in qualità di cittadino, e visto quanto accaduto a Pescara, ha tutto il diritto di fare domande, sollevare dubbi ed esprimere preoccupazioni, anche perché lo stipendio di sindaco, vicesindaco, giunta e consiglieri lo pagano i cittadini. Perché non è che, quando il sindaco era di centro-destra, il Pd poteva sfornare decine di comunicati al giorno per dire qualunque bestialità, con diritto di pubblicazione, e oggi non si può parlare più, questo sia chiaro. Ma non è finita: arriva lunedì e Berardino Fiorilli, ex vicesindaco di Pescara e oggi avvocato, libero cittadino, e promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, avanza un’ipotesi scaturita, evidentemente da una riflessione: ma non è che quella chiazza marrone, arrivata poche ore dopo l’interruzione della rete fognaria in via Gran Sasso, dipende proprio da quei lavori, ossia è il frutto dello sversamento in mare dei liquami pre-annunciato il 7 ottobre dallo stesso sindaco Alessandrini? Un’ipotesi, peraltro concreta e, mi permetto, possibile. Ma anche qui il vicesindaco Del Vecchio esprime il meglio di sé: subito smentisce qualunque collegamento, manco avesse una laurea in ingegneria idraulica, ma soprattutto passa alle offese. ‘È evidente che l’assenza di responsabilità amministrativa nuoce al già vicesindaco che vorrebbe oggi fare ciò che non ha fatto nel passato, cosa che i cittadini devono aver ben compreso se nel 2014 hanno ritenuto di non rieleggerlo’, ha scritto nel suo comunicato stampa. Una nota che denota innanzitutto la profonda ignoranza delle buone maniere istituzionali, ma soprattutto che denota, ancor di più, quanto il vicesindaco Del Vecchio sia piccato, punto sul vivo, e fa emergere la paura che, evidentemente, lo tormenta da giorni. Ora, che c’entrano le elezioni del 2014? O forse intende il vicesindaco Del Vecchio che ‘se non sei stato eletto non puoi parlare a Pescara’? Quindi a Pescara vivono 116mila 968 persone regolari che pagano le tasse, fanno girare l’economia della città, lavorano, producono, ma non possono parlare perché non sono state elette in Consiglio comunale. Buono a sapersi! Ovviamente così non è, e allora torno sul tema della paura. Il vicesindaco ha paura per una ragione molto semplice: uno sversamento in mare programmato è più grave di uno accidentale, ovvero, non è che se annunci ‘domani chiudo le fogne, le feci vanno a finire nel mare, però ti ho avvisato’ stai al sicuro sul fronte dei possibili danni arrecati all’ambiente marino. La legge ti impone di evitare, in ogni modo, qualunque inquinamento e, nel caso specifico, come ha giustamente ipotizzato Fiorilli, gli strumenti ci sono: si potevano posizionare dei contenitori per raccogliere i liquami ed evitare che finissero nel fiume/mare. Si potevano usare delle barriere assorbenti, tipo quelle che vediamo usare nei Mari del Nord, quando una petroliera perde carburante, voglio dire, se impediscono di passare al petrolio, figurati se non fermano le feci! Ergo, l’ordinanza firmata il 7 ottobre dal sindaco Alessandrini, mai revocata, mai smentita, mai annullata, è un’autoaccusa: io, sindaco, chiudo le fogne perché le devo deviare, e faccio sversare i liquami nel fiume-mare, poi ci butto l’acido peracetico e limito i danni. Peccato che tutto questo non sia consentito dalla legge. E il vicesindaco, oggi, lo ha capito, ma anziché tacere, parla senza neanche fare attenzione alle buone maniera, e mia nonna avrebbe detto: ‘Ricordati, nannò, che l’educazione è la prima cosa’. Buona giornata!

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