Quanta fretta. Ma quanta fretta ha il vicesindaco
di Pescara Enzo Del Vecchio nello smentire qualunque problema inerente la
balneazione: non ci sono chiazze marroni nell’acqua, chi le ha viste è un
visionario. Non ci sono stati sversamenti in mare, anche se c’è scritto nero su
bianco su un’ordinanza che il suo sindaco Alessandrini ha firmato il 7 ottobre
scorso, preannunciando quegli sversamenti per lavori in corso. Ma mentre il
sindaco firma carte (sperando le abbia lette prima di sottoscriverle), il suo
vicesindaco smentisce, ogni giorno, tutta una smentita, anche dell’evidenza, e,
ovviamente, offende: lui è stato eletto, quell’altro no, dunque quell’altro non
ha diritto di parlare. Può parlare solo chi è stato eletto, quindi solo 32 persone
su 117mila abitanti di Pescara, ovvero su 100mila aventi diritto al voto. E
anche questa è una bella scoperta, ossia il sapere che, siccome abbiamo degli
eletti in Consiglio comunale, 32 appunto, solo loro hanno oggi il diritto di
proferire parola, tutti gli altri, io compresa, ‘zitti’. E anche questa è la
democrazia ai tempi del Pd. Ma veniamo ai fatti: il 7 ottobre 2015 il sindaco
Alessandrini firma e rende pubblica, questa volta non se l’è dimenticato, un’ordinanza,
la numero 533 con la quale annuncia una triste notizia, quasi un manifesto
funebre per il nostro fiume e il nostro mare: siccome sono in corso i lavori di
costruzione del Ponte Nuovo all’altezza di via Gran Sasso, siccome nella
realizzazione della spalla sud si sono accorti che ci sono due condotte
fognarie che impediscono di ‘fare i buchi’ sul terreno, per dirla spiccia
spiccia, allora bisogna deviare queste due condotte che intercettano le reti
della zona per convogliarle al depuratore. Per deviare le condotte, però,
bisogna chiudere le pompe di sollevamento e staccare, per un po’, i collegamenti
e allora è inevitabile che i liquami, per quel ‘po’’ di tempo, non andranno a
finire nel depuratore, ma finiranno direttamente nel fiume, ovvero nel mare. E
sull’ordinanza c’è scritto proprio così: ‘durante
l’esecuzione dei lavori di deviazione delle condotte fognarie non sarà
possibile per ragioni tecniche evitare lo sversamento di liquami nel corso d’acqua
superficiale del fiume Pescara. Al fine di ridurre i tempi di intervento e
consentire di diminuire il volume di refluo da scaricare nel fiume si è
stabilito che gli interventi saranno effettuati nei giorni di venerdì 9 ottobre
2015 e venerdì 16 ottobre dalle 22 alle 7’. Per contenere i danni
determinati dagli sversamenti la Conferenza dei Servizi (che non è un soggetto
giuridico, dunque non ha potere decisionale né responsabilità) ha anche disposto
l’utilizzo dell’acido peracetico ‘per
limitare l’inquinamento ambientale/sanitario, da immettere in fognatura’,
recita sempre l’ordinanza. Non solo: siccome è evidente che 9 ore di interruzione
della rete fognaria, potrebbero significare, a occhio e croce, 15milioni di
litri di liquami sversati (se 17 ore di sversamenti del 28 luglio hanno
prodotto 30milioni di litri di liquami in mare, la proporzione è presto fatta),
che per due volte consecutive fa sempre 30milioni di litri, che poco non è, il
sindaco, sempre nella sua ordinanza, ha ordinato ‘di interdire temporaneamente e cautelativamente, al fine di
salvaguardare la salute pubblica, il prelievo e l’utilizzo a qualsiasi scopo
delle acque del fiume Pescara, nel tratto che va dal punto in corrispondenza di
via Gran Sasso fino alla foce del fiume per cinque giorni successivi all’esecuzione
degli spostamenti delle condotte fognarie’, dunque, nel secondo caso, dalle
22 di venerdì 16 ottobre sino alla mezzanotte odierna, 21 ottobre. Ora, per
capire la gravità e la portata del dispositivo, è utile ricordare che in realtà
l’acqua del fiume comunque non può essere usata per farci alcunché, al massimo
solo per lavarci le barche che rientrano in porto dopo la battuta di pesca.
Ecco, in questo caso, fino alla mezzanotte di oggi, l’acqua del fiume non può
essere usata neanche per lavarci le barche. Fin qui il provvedimento di
cantiere, discutibile, ma provvedimento è. Ora che succede: sabato mattina, 17
ottobre (e ricordiamo che i lavori sono andati avanti fino alle 7 del mattino
del 17 ottobre, con le fogne staccate e i liquami che, come recita l’ordinanza
mai revocata, sversavano in mare) i cittadini che amano fare jogging sul lungomare
nord, ma anche chi abita sulla riviera, si accorgono che il mare ha due colori:
il bluette e un orribile chiazza marrone che, uscendo dalla foce del fiume, si
allunga a forma di cerchio verso nord, spinta ovviamente dalle correnti, sino
ad arrivare all’altezza di piazza Primo Maggio. E i cittadini si interrogano:
cos’è quella chiazza? E cos’è il puzzo di contenutodifogna che si avverte
distintamente su più punti del lungomare? Qualcuno chiama l’ex consigliere
comunale Armando Foschi, oggi membro dell’Associazione cittadina ‘Pescara – Mi piace’
e Foschi si limita a fare una nota stampa in cui sollecita l’immediato
intervento delle Autorità, ossia della Capitaneria di Porto e dell’Arta
affinchè venissero eseguite delle verifiche immediate, ovvero campionamenti e
analisi straordinarie per capire se, diciamocela tutta, quel marrone non fossero
in realtà ‘liquami e feci’, com’è già accaduto per tutta l’estate senza che né sindaco
né vicesindaco abbiano sentito lo scrupolo o il rimorso di coscienza di
avvisare, il 28 luglio, la popolazione,
e per questo hanno entrambi ricevuto un avviso di garanzia. Passano poche
orette, la Capitaneria interviene, fa i suoi prelievi, e già qui la cosa ha
dello straordinario perché, possiamo dirlo, in questa estate tormentata sul
fronte della balneazione, della Capitaneria non s’è vista manco l’ombra. Ma intanto,
mentre tutti a oggi, mercoledì 21 ottobre, alle ore 13.43, stiamo ancora
aspettando gli esiti di quelle analisi, già da sabato scorso il vicesindaco Del
Vecchio ha affermato ‘non c’è alcun problema, non ci sono problemi di
inquinamento da liquami, quel colore marrone è solo che il fiume trasporta detriti
e limo, quindi è normale che sia di colore diverso’…. No, e qui casca l’asino, perché
comunque non è normale che il fiume abbia un colore marrone; non è normale perché
il fiume nel proprio limo comunque trasporta inquinamento, quindi il problema c’è;
non è normale che il colore del mare cambi dall’oggi al domani, visto che l’apporto
del fiume nel mare è costante, quotidiano e continuo (vi ricordate che c’è una
diga foranea?). Ma soprattutto non è normale che il vicesindaco si affretti a
smentire qualunque problema quando, normalmente, non può, o meglio, non
dovrebbe sapere neanche lui l’origine e la natura di quella chiazza marrone, ma
dovrebbe attendere, come tutti gli altri 116mila 999 pescaresi, l’esito delle
analisi, a maggior ragione quando né la Capitaneria né l’Arta azzardano
ipotesi, e vorrei ben vedere dopo quello che è successo nel corso dell’estate
con l’apertura di ben due inchieste giudiziarie. Peccato che il vicesindaco,
oltre a fare le sue previsioni alla Bernacca, punto sul vivo, piccato,
infastidito, toccato dall’avviso di garanzia di qualche settimana fa, si lasci
andare a commenti e giudizi sgradevoli su Foschi che, in qualità di cittadino,
e visto quanto accaduto a Pescara, ha tutto il diritto di fare domande,
sollevare dubbi ed esprimere preoccupazioni, anche perché lo stipendio di
sindaco, vicesindaco, giunta e consiglieri lo pagano i cittadini. Perché non è
che, quando il sindaco era di centro-destra, il Pd poteva sfornare decine di
comunicati al giorno per dire qualunque bestialità, con diritto di pubblicazione,
e oggi non si può parlare più, questo sia chiaro. Ma non è finita: arriva
lunedì e Berardino Fiorilli, ex vicesindaco di Pescara e oggi avvocato, libero cittadino,
e promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, avanza un’ipotesi
scaturita, evidentemente da una riflessione: ma non è che quella chiazza
marrone, arrivata poche ore dopo l’interruzione della rete fognaria in via Gran
Sasso, dipende proprio da quei lavori, ossia è il frutto dello sversamento in
mare dei liquami pre-annunciato il 7 ottobre dallo stesso sindaco Alessandrini?
Un’ipotesi, peraltro concreta e, mi permetto, possibile. Ma anche qui il
vicesindaco Del Vecchio esprime il meglio di sé: subito smentisce qualunque
collegamento, manco avesse una laurea in ingegneria idraulica, ma soprattutto passa
alle offese. ‘È evidente che l’assenza di
responsabilità amministrativa nuoce al già vicesindaco che vorrebbe oggi fare
ciò che non ha fatto nel passato, cosa che i cittadini devono aver ben compreso
se nel 2014 hanno ritenuto di non rieleggerlo’, ha scritto nel suo
comunicato stampa. Una nota che denota innanzitutto la profonda ignoranza delle
buone maniere istituzionali, ma soprattutto che denota, ancor di più, quanto il
vicesindaco Del Vecchio sia piccato, punto sul vivo, e fa emergere la paura
che, evidentemente, lo tormenta da giorni. Ora, che c’entrano le elezioni del
2014? O forse intende il vicesindaco Del Vecchio che ‘se non sei stato eletto
non puoi parlare a Pescara’? Quindi a Pescara vivono 116mila 968 persone
regolari che pagano le tasse, fanno girare l’economia della città, lavorano,
producono, ma non possono parlare perché non sono state elette in Consiglio
comunale. Buono a sapersi! Ovviamente così non è, e allora torno sul tema della
paura. Il vicesindaco ha paura per una ragione molto semplice: uno sversamento
in mare programmato è più grave di uno accidentale, ovvero, non è che se
annunci ‘domani chiudo le fogne, le feci vanno a finire nel mare, però ti ho
avvisato’ stai al sicuro sul fronte dei possibili danni arrecati all’ambiente
marino. La legge ti impone di evitare, in ogni modo, qualunque inquinamento e,
nel caso specifico, come ha giustamente ipotizzato Fiorilli, gli strumenti ci
sono: si potevano posizionare dei contenitori per raccogliere i liquami ed
evitare che finissero nel fiume/mare. Si potevano usare delle barriere
assorbenti, tipo quelle che vediamo usare nei Mari del Nord, quando una
petroliera perde carburante, voglio dire, se impediscono di passare al
petrolio, figurati se non fermano le feci! Ergo, l’ordinanza firmata il 7
ottobre dal sindaco Alessandrini, mai revocata, mai smentita, mai annullata, è
un’autoaccusa: io, sindaco, chiudo le fogne perché le devo deviare, e faccio
sversare i liquami nel fiume-mare, poi ci butto l’acido peracetico e limito i
danni. Peccato che tutto questo non sia consentito dalla legge. E il
vicesindaco, oggi, lo ha capito, ma anziché tacere, parla senza neanche fare
attenzione alle buone maniera, e mia nonna avrebbe detto: ‘Ricordati, nannò,
che l’educazione è la prima cosa’. Buona giornata!
Ma questi signori e' sicuro che stanno bene psichicamente..?
RispondiEliminaBeh! Io una visitina la consiglierei!
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