Non lo chiede nessuno, allora lo chiedo io: che
fine hanno fatto i risultati delle analisi straordinarie che l’Arta avrebbe
dovuto eseguire sui campioni d’acqua di mare prelevati dalla Capitaneria di
Porto lo scorso 17 ottobre, quando i cittadini hanno segnalato la presenza di
una grossa chiazza marrone che, dalla foce del fiume, correva verso nord,
chiazza avvistata chiaramente e fotografata quando ha raggiunto il tratto di
spiaggia antistante piazza Primo Maggio? Lo ha chiesto Armando Foschi, ex consigliere
comunale, oggi esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, ma la sua
richiesta, oltre a essere stata ignorata da molti Organi di Informazione, è
pure caduta nel vuoto al cospetto delle Istituzioni: non ha risposto il Comune,
non ha risposto l’Arta, non ha risposto la Capitaneria di porto. Non ho capito
se non hanno risposto perché quei risultati sono così brutti da far spavento,
tanto che nessuno oggi vuol restare col cerino in mano. O semplicemente nessuno
risponde così sperano che Foschi e gli altri come lui si dimentichino del
problema, sopraffatti dall’arrivo del freddo, della raccolta delle olive e poi
dal Natale. In fondo ormai la stagione estiva è finita, a chi importa se il
mare è pieno di feci, tanto chi se lo fa il bagno con 11 gradi, e ormai ‘passata
la festa gabbato lu’ sand’. E invece no, a me interessa. A me interessa sapere
cos’è accaduto la mattina del 17 ottobre nel mare; mi interessa sapere cos’era
quella grande chiazza marrone che ha invaso tutto il nostro litorale; mi
interessa sapere se è vero o no che la Capitaneria di porto è andata subito nel
mare, quella mattina di sabato 17 ottobre, per prelevare i campioni di acqua
che poi, in teoria dovevano essere portati il lunedì mattina, il 19 ottobre,
nei laboratori dell’Arta di via Marconi-via Da Vestea per cominciare ad
esaminarli. A me interessa sapere se quei campioni d’acqua di mare nei
laboratori dell’Arta ci sono mai arrivati; m’interessa sapere se l’Arta ha
effettuato quelle analisi, che a questo punto dovrebbero anche essere pronte
visto che normalmente l’Arta ci mette appena quarantotto ore per fornire i
propri risultati. A me interessa sapere se tutto quanto sopra è accaduto
veramente o se abbiamo assistito all’ennesima assurda e vergognosa pantomima di
enti e Istituzioni ai danni della città. Non riesco, non posso, non voglio
credere che gli uomini della Capitaneria di porto sabato 17 ottobre siano
usciti con la motovedetta ‘fingendo’ di prelevare dei campioni d’acqua per
capire l’origine di quella chiazza marrone, certo la stessa Capitaneria che il
28, 29, 30 e 31 luglio scorsi, a fronte di un divieto di balneazione ufficiale
e formalizzato, non si è preoccupata neanche di imporre al Comune l’emanazione
di un’ordinanza di divieto di balneazione né di verificare la corretta
installazione dei cartelli di divieto. Se lo avesse fatto, credetemi, lo
avremmo saputo, ne avremmo già trovato traccia. Ma questa volta sì, questa
volta abbiamo le foto che testimoniamo l’uscita dal porto delle imbarcazioni
della Capitaneria per prelevare campioni d’acqua di mare là dove era stata
avvistata la chiazza marrone proveniente dal fiume, dunque dove sono finite
quelle ampolline che dovevano essere portate nei laboratori dell’Arta? A dirlo
che c’erano in corso dei campionamenti straordinari era stato anche il
vicesindaco Del Vecchio che si era affrettato contemporaneamente a smentire
qualunque ipotesi di inquinamento del mare, affermando che era normale che l’acqua
proveniente dal fiume era più scura, in fondo, che cavoli, era acqua di fiume,
trasportava solo un po’ di limo. Come dire che comunque, essendo acqua di
fiume, era già di per sé inquinata, dunque qual era la notizia? E la notizia
invece, come sempre, c’è, solo che il vicesindaco ha fatto, come sempre, finta
di non vederla, non sentirla o meglio, di non ricordarla. Caso fortuito vuole,
infatti, che il 16 ottobre, su disposizione del sindaco Alessandrini, si siano
effettuati i lavori di deviazione di due condotte fognarie cittadine che interferivano
con la costruzione del ponte nuovo, e per quei lavori lo stesso sindaco
Alessandrini ha autorizzato lo spegnimento, per 9 ore, degli impianti di
sollevamento di via Gran Sasso, ossia ha autorizzato lo sversamento diretto nel
fiume dei reflui di quelle due condotte fognarie, sperando di compensarne gli
effetti sversando l’acido peracetico. Ecco, il vicesindaco l’ha dimenticato. Io
no come pure Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’,
che ha ricordato la strana coincidenza dei due eventi, ossia la chiusura degli
impianti di sollevamento con il conseguente sversamento dei liquami in mare e
la chiazza marrone avvistata in mare dopo poche ore. Dunque, se gli sversamenti
sono andati avanti, come programmato non da pinco pallo, ma dal sindaco
Alessandrini in persona, senza essere mai smentiti, dalle 22 alle 7 del
mattino, non dovrebbe neanche essere troppo difficile indovinare cos’era quella
chiazza marrone, ma non tocca a me dirlo. Tocca agli Organismi deputati, ossia
l’Arta che dovrebbe aver ricevuto le provette salvate dagli uomini della
Capitaneria di porto, come affermato anche dal vicesindaco Del Vecchio. Ed ecco
allora che torna prepotente la domanda di Foschi: dove sono finiti i risultati
di quei campionamenti? Possibile che l’Arta stia impiegando più delle canoniche
quarantotto ore per quegli esami? Ma molto di più visto che sono già trascorsi
nove giorni. Ed è possibile che dei risultati di quelle analisi non interessi
niente ad alcuno? Possibile che lo stesso sindaco Alessandrini non abbia il
desiderio di sapere cos’era accaduto a Pescara quel 17 ottobre, specie dopo
quell’emergenza balneazione di luglio scorso costata un avviso di garanzia a
sindaco e vicesindaco. E allora nell’attesa che qualcuno si degni di rendere
pubblici quei dati, o magari che la stessa Capitaneria bussi alle porte dell’Arta
per farsi restituire i risultati delle analisi, facciamo un rapido giro nel
sito on line istituzionale dell’Arta stessa per vedere quali sono gli ultimi
dati pubblicati sulla balneazione a Pescara: ebbene, i dati più recenti
risalgono al 30 settembre, frutto degli ultimi campionamenti estivi, e i
risultati sono drammatici. All’altezza del molo nord sono stati registrati
11mila 199 escherichia coli (sempre feci), a fronte di un limite di 500
microgrammi per ogni metro cubo d’acqua analizzato; e 2.500 enterococchi fecali
(ancora feci), a fronte di un limite di 200 microgrammi, dunque valori rispettivamente
22 volte e 12 volte superiori ai livelli limite. Non andava meglio nello
specchio d’acqua antistante via Balilla, dove c’erano livelli di 5.475
escherichia coli e 1.500 enterococchi, dunque valori 10 volte e 7 volte
superiori ai livelli di legge. Ma la cosa più drammatica, anche in questo caso,
è che nessuno abbia sentito lo scrupolo di dirlo alla città, nessuno ci ha
avvisato, tanto l’estate è lontana, e se il mare galleggia nelle feci chi se ne
importa? A me importa. Buona giornata!
Tutto come da copione insabbiato............e' nel DNA della sinistra comunista....
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