giovedì 9 aprile 2015

L'uomo che morde il cane: il 'caso' Soget


La notizia non è il cane che morde l’uomo, ma l’uomo che morde il cane. E’ tutta qui la sostanza che basterebbe, già da sola, a spiegare un punto di vista chiaro sulla vicenda Soget e multe non pagate, multe che hanno creato un tesoretto di 36milioni di euro che oggi il Comune di Pescara non potrà più riscuotere. Eh sì, perché ormai quei 36milioni di euro sono diventati inesigibili, il Comune non potrà più bussare alla porta di quei nomi e cognomi che hanno preso quelle sanzioni stradali, perché sono trascorsi 5 anni e le contravvenzioni non sono state notificate né iscritte a ruolo per essere riscosse in modo coattivo. E quella cifra è diventata tanto rilevante da meritare l’attenzione della magistratura che ha puntualmente aperto un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati una sola persona, l’amministratore Soget, e sequestrando gli atti. E questi sono i fatti. Ma ora la notizia si fa interessante, perché qualcuno, non si sa bene chi, la Procura, la Soget, il Comune, l’ultimo usciere del condominio, o chi per lui, ha deciso di far trapelare un nome (scelto a caso? Non credo) tra coloro che hanno preso alcune di quelle multe per dare maggiore risonanza alla notizia. E il nome venuto fuori, ormai oltre un mese fa, l’unico nome, è quello del consigliere regionale Lorenzo Sospiri, uno dei nomi di maggior spicco del centro-destra abruzzese e quindi un nome che fa gola. Ma, in questo caso, il nome si è rivelato, dal primo momento, farlocco! Perché? Semplice: perché i crediti di Sospiri sono tutt’altro che inesigibili, anzi sono già stati puntualmente riscossi dalla Soget, euro dopo euro. In altre parole Sospiri, le sue multe, le ha pagate e ha saldato il proprio conto nei confronti del Comune e dei pescaresi, com’era opportuno e giusto che fosse d’altro canto. La Soget, prima che quelle sanzioni, intestate al Capogruppo di Forza Italia in Regione Sospiri, diventassero inesigibili, ha provveduto a notificare due atti di pignoramento, poi decaduti quando lo stesso Sospiri, divenuto consapevole di avere un ‘debito’, ha provveduto a saldare la somma dovuta, prima rateizzando, poi rinunciando alla rateizzazione e pagando tutto in un’unica soluzione. Chiusa la vicenda. Eh no! La vicenda non è affatto chiusa perché, è vero, l’inchiesta riguarda 36milioni di euro di multe stradali che la Soget non ha provveduto a riscuotere, causando una perdita al Comune di Pescara che oggi non incasserà più quelle sanzioni, ma sui giornali e addirittura in un verbale della Magistratura, si continua a parlare solo delle sanzioni comminate al consigliere Sospiri, ovvero di colui che le multe le ha pagate. Ma c’è di più, perché, fatto il nome di Sospiri, improvvisamente la magistratura ha secretato i nomi degli altri 600 circa soggetti che, contrariamente al forzista, hanno visto cadere in prescrizione le proprie sanzioni, ossia circa 600 cittadini, tra persone cosiddetti ‘comuni’ e personaggi più o meno noti, politici compresi, che le multe non le hanno pagate. La Procura deve aver secretato quei nomi, altrimenti non si spiega: non si spiega perché per i cronisti locali la notizia è il cane che morde l’uomo, ossia Sospiri che paga le multe, e non l’uomo che morde il cane, ossia i 600 cittadini che le multe non le hanno pagate e che a questo punto non le pagheranno più. Altrimenti non si spiega perché non sia trapelato in alcun modo un secondo, un terzo o un quarto nome! Non si spiega perché non ci sia alcuna curiosità attorno alla vicenda, non ci sia la fila dietro la stanza del magistrato titolare dell’inchiesta per farsi dare almeno un solo altro nome. Non si spiega perché i riflettori sono accesi su un’unica persona, l’unica che, e lo provano i bonifici, le sanzioni ricevute le ha pagate e quindi non doveva neanche essere citato nella vicenda, una persona che, ed è bene precisarlo visto che oggi non lo ha fatto nessuno, non è comunque indagato. E allora la spiegazione comincia a emergere come un sospetto con mille domande: perché colpire un solo uomo? Perché per un mese continuare a collegare un solo nome a un’inchiesta in cui quel nome non è neanche coinvolto? Perché, se il tema sono le multe non pagate, si continua a citare solo il nome di colui che le multe le ha pagate? Perché quello che sembra un vero accanimento? Perché nessuno cerca di scovare e di tirare fuori altri nomi, che pure farebbero vendere giornali e alzerebbero l’audience dei telegiornali locali? Non c’è volontarietà? E allora cerchiamo i nomi degli uomini che mordono il cane: da oggi, sul mio profilo facebook comincerò un nuovo count down: conteremo i giorni che impiegheranno gli enti deputati a fornire i nomi di chi è sfiorato, diciamo così, dall’inchiesta non in quanto indagato, ma per non aver pagato le sanzioni. In questo modo ristabiliremo un principio di equità basilare, in caso contrario, ognuno trarrà le proprie conclusioni. Buona giornata!

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