martedì 21 ottobre 2014

Sfiga o...improvvisazione?

Oggi siamo seri. Chiarezza: è l'unica parola che merita di essere pronunciata in merito alla morte del maratoneta, avvenuta a Pescara domenica scorsa. Quella scomparsa merita chiarezza, indagini, approfondimento e verifica dei fatti. Quanto riportato stamane sul quotidiano Il Centro lascia l'amaro in bocca, e getta un'inevitabile ombra di perplessità su come si sono svolti i fatti, sulla celerità dei soccorsi e soprattutto sulla loro adeguatezza. Ho vissuto per cinque anni la Maratona dannunziana, come responsabile Ufficio stampa del Comune di Pescara, e per cinque anni ho partecipato, accanto all'assessore alla Mobilità e alla Protezione civile Berardino Fiorilli alle lunghe, continue e talvolta estenuanti riunioni convocate prima dell'evento per garantire la sua migliore organizzazione. Negli anni precedenti al 2009 si erano verificati episodi inconcepibili, come gli atleti che correvano tra le auto per varchi lasciati aperti lungo il percorso. Per cinque anni, 2009-2013, abbiamo curato con attenzione quasi maniacale ogni dettaglio: due o tre ambulanze attrezzate per la rianimazione presenti all'evento, pagate dal Comune, una restava sempre all'arrivo, per aiutare gli atleti in caso di malore a fine gara, o colpo di calore, o anche per soccorrere gli eventuali spettatori. L'altra, o le altre, seguivano gli atleti lungo il percorso di gara. E lungo quel percorso abbiamo garantito la presenza di almeno 54 unità tra steward e hostess, peraltro personale volontario della Protezione civile, quindi comunque persone preparate al primo soccorso, per garantire la sicurezza dei varchi stradali. Persone che, sotto la guida del coordinatore Angelo Ferri, per cinque anni non hanno fatto filtrare uno spillo durante la gara. E ovviamente la Polizia municipale, sempre presente con il colonnello Mario Fioretti, il maggiore Danilo Palestini, il maggiore Costantini, e tutti gli altri perfettamente preparati ad affrontare l'evento. Questa volta no. Non conosco le fasi preparatorie dell'evento, ma qualcosa non ha funzionato, è inutile prenderci in giro. E l'ho visto domenica, l'ho avvertito subito che qualcosa non andava. L'ho capito quando, raggiungendo piazza Salotto mi sono ritrovata a camminare lungo un percorso pieno di immondizia non raccolta agli angoli della strada, non sembrava la mia Pescara. E l'ho capito nel clima un po' caotico, non festaiolo, ma caotico, visto nella stessa piazza. E poi il dramma: erano circa le 12, mi siedo per l'aperitivo, in quello stesso istante al microfono viene annunciato l'arrivo del primo atleta in gara, scoppia l'applauso, passano due o tre minuti ed ecco l'annuncio al microfono: 'c'è bisogno urgente di un'ambulanza, chiamate per favore un'ambulanza', poi di nuovo, 'serve un'ambulanza è urgente', e poi ancora, 'allora, chiamate un'ambulanza ne abbiamo bisogno'. Mi alzo, tutti guardano verso l'incrocio tra piazza Salotto-via Regina Margherita-via Fabrizi. Cominciano a girare le voci: 'c'è un uomo in arresto cardiaco, sta a terra, gli stanno facendo il massaggio, ma non ce la fa'. E dopo dieci minuti, 10 minuti, ecco arrivare due ambulanze, la prima a sirene spiegate, la seconda subito dietro. La folla si fa più numerosa, si spegne la musica, smettono gli annunci al microfono, e alle 12.32 l'ambulanza riparte a sirene spiegate verso l'ospedale. L'epilogo lo conosciamo tutti. Ma la cosa non quadra: dov'era l'ambulanza che ogni anno anche l'organizzazione ci ha imposto e che doveva stazionare fissa all'arrivo della gara in piazza? C'era? E allora perché per ben tre volte il presentatore della manifestazione ha chiesto al microfono che venisse chiamata un'ambulanza? Com'è possibile che, come riportato da Il Centro, ci fosse un mezzo non attrezzato per la rianimazione, una presenza imprescindibile quando si organizzano eventi che prevedono la partecipazione di oltre 2mila persone! E se così fosse, come hanno fatto l'amministrazione comunale e il sindaco, primo responsabile della salute pubblica nella città che amministra, ad autorizzare lo svolgimento dell'evento senza essere certi della presenza di tutte le misure di sicurezza, le stesse che per cinque anni l'amministrazione Albore Mascia ha garantito. I soccorsi di rianimazione sono stati tempestivi? C'è stata qualche carenza? Il 118 era stato adeguatamente informato e allertato? Ecco, queste sono le domande che meritano una risposta per restituire chiarezza all'accaduto.


   

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