mercoledì 3 giugno 2015

Lo scoop: l'8 giugno il mare di Pescara non sarà più inquinato, me l'ha detto un balneatore


“Patrì ti devo parlare, ti devo chiedere ‘na cosa così, ma non per telefono, non mi piace”. È questo l’incipit della telefonata ricevuta stamane. L’interlocutore, un balneatore, di cui non rivelerò il nome per pura umana ‘comprensione’. “Onestamente sto’ molto impicciata – rispondo -, ho due giorni di fuoco, vedo se riesco a passare stasera, prima di tornare a casa, ma ti chiamo prima di venire per avvisarti, così non ti tengo bloccato”. “Vabbò, però una cosa te la voglio dire….” e il tono del mio interlocutore si fa nervoso, come quello di chi c’ha una cosa proprio sulla punta della lingua, e pur temendo di parlare al telefono, non si sa mai, la chiamata potrebbe essere registrata (e magari qualcuno ti ha consigliato prudenza!), comunque quella cosa proprio non se la riesce a trattenere. E lì mi si accende la lampadina: balneatore+inquinamento del mare uguale ‘blog’. “Ma che mi vuoi parlare del mio blog, quello sull’inquinamento del mare e dell’obbligo di mettere i cartelli di divieto di balneazione da parte del Comune?” chiedo a freddo. “Ehhhhhh, però Patrì, però Patrì….”, arriva la liberazione per il ‘povero’ balneatore. “Io so sempre stato corretto con te, mo’ perché, mo perché?”. In sostanza, e la faccio breve, la telefonata era per lamentarsi del mio intervento-blog, della risonanza che ho ulteriormente dato (semmai ce ne fosse bisogno), all’articolo de Il Centro, l’unico organo di informazione che ha dato una notizia che le Istituzioni, ovvero Comune, Arta e Capitaneria di Porto (in questo caso) non si sono degnate di comunicare formalmente alla popolazione, ossia che il mare di Pescara, secondo i prelievi sanitari dell’Arta di fine maggio, era inquinato, molto inquinato, dal porto-molo nord sino a via Mazzini. Ed era per lamentarsi della mia ‘pressione per far mettere i cartelli indicanti il divieto di balneazione’, pressione, a detta del balneatore, esercitata appunto con il mio blog nei confronti dell’amministrazione che, se a questo punto (e il ‘se’ è d’obbligo visto che fino ad adesso non lo ha fatto) emanerà l’ordinanza di divieto di balneazione e metterà i relativi cartelli lungo la battigia, nel tratto contaminato dalle feci, lo farà solo perché ‘obbligato da me’ e dal mio blog. Cioè la notizia ormai è stata così tanto divulgata, rimbalzata attraverso i social, e se n’è parlato così tanto, ci sono così tanti occhi oggi puntati sull’amministrazione comunale che, poverina, seppure avesse voluto ‘evitare’, ‘tanto le prossime analisi saranno positive’ (e poi qualcuno spiegherà a me e a qualcun altro come fanno ad avere tale certezza degna di una Cassandra), ebbene, seppure avessero voluto evitare di mettere quei cartelli (e per una pubblica amministrazione si chiamerebbe ‘omissione’, ma che fa), ora non può più farlo. Bene: la mia replica all’amico balneatore è stata semplice. Primo, io ho fatto e faccio semplicemente il mio lavoro, la giornalista, non sono la portavoce del Comune, non sono la portavoce dei balneatori, faccio la giornalista e mi limito a osservare e a denunciare ciò che non va. Se c’è l’inquinamento del mare, e la legge obbliga una pubblica amministrazione a comunicarlo formalmente alla popolazione, per evitare che la stessa si faccia il bagno nelle feci, ma il Comune non lo ‘comunica’, ossia non fa ciò che prescrive la legge, beh, il mio lavoro-dovere-diritto è quello di raccontarlo e di farlo sapere a quanta più gente possibile, gente che, con le proprie tasse, paga lo stipendio a chi, in questo caso, non  ha fatto il proprio lavoro, gente che ha il diritto di sapere dove porterà i propri figli al mare quest’anno. E, ho ricordato al balneatore, che io ho il diritto di svolgere tranquillamente il mio lavoro esattamente come fanno i miei colleghi, quindi la ‘chiacchierata’ privata e segreta, tanto segreta da non poterla fare al telefono, non doveva farla con me, a meno che non volesse rilasciarmi una intervista per denunciare quanto stava accadendo a Pescara, o eventuali inadempienze, mancanze, anche proteste, anche nei miei confronti, ma con una intervista ‘vera’. Secondo, ho sottolineato al balneatore che il suo interlocutore, ora, non ero io, ma, nel caso, l’amministrazione comunale e l’assessore delegato o chi non aveva vigilato per un anno, al fine di evitare che la stagione balneare 2015 si aprisse con un bel divieto di balneazione su mezza riviera pescarese, magari evitando che un pezzo di asse attrezzato crollasse rompendo, ad aprile scorso, una conduttura dell’Aca che ha sversato feci e liquami nel fiume, ossia nel mare, per giorni, “o – ho anche precisato – pensavi che quei liquami finissero sotto casa mia? No, no, quelli finivano in mare, e lo sapevano anche le pietre’. Terzo, ho ancora sottolineato al balneatore che forse, anziché chiamare me, mi sarebbe piaciuto sentire la voce sua e degli altri balneatori di Pescara protestare contro chi non ha vigilato per tutelare la loro attività imprenditoriale, che crea lavoro, occupazione e muove l’economia pescarese, dando lavoro stagionale ad almeno 3-4mila disoccupati ogni anno. Ecco, mi sarebbe piaciuto sentire e leggere la loro voce di protesta, al pari di quella che ho sentito dal 2009 al 2014, quando ero addetto stampa del sindaco Albore Mascia e questo balneatore piombava nel mio ufficio o in quello del sindaco, o in quello dell’assessore delegato ai rifiuti, all’ambiente e ai lavori pubblici, Isabella Del Trecco, anche per lamentare la mancata rimozione di un’alga, sì, una di numero però! E invece no: siamo in piena emergenza, mezza riviera è vietata alla balneazione, ma non un imprenditore ha fatto sentire la propria voce contro chi non ha vigilato. No, l’unica telefonata è arrivata a me, per dirmi, in sostanza, di stare zitta e che ho fatto danni con il mio blog! La solita storia: il peccato non è quello che si fa, ma quello che si racconta. Ora, alcune piccole osservazioni post-telefonata: onestamente il balneatore in questione non è un avvezzo lettore di blog, quindi dubito che stia seguendo il mio dire, specie in questo periodo quando tra riaperture e riavvio delle attività penso che i balneatori di Pescara abbiano tutt’altro per la mente. E sono intimamente e fortemente convinta che lo stesso sia stato ‘imbeccato’ da qualcun altro di esterno, che so ‘eh vedi, avremmo evitato, ma per colpa di quella che ha sputtanato, il povero sindaco ha dovuto fare l’ordinanza e noi dobbiamo mettere i cartelli di divieto’, ma ovviamente sto immaginando una conversazione che sicuramente non c’è mai stata! Secondo, spero che quell’ordinanza e quei cartelli non arrivino veramente per colpa del mio blog, perché in questo caso mi sentirei investita di una responsabilità spaventosa, ossia dover controllare ogni singolo atto dell’attuale amministrazione comunale e denunciare le eventuali carenze o errori per farli correggere. Terzo, la sostanza non cambia: ormai è storia, secondo i prelievi effettuati dall’Arta il 26 e 29 maggio scorsi, il mare di Pescara era fortemente inquinato, inizialmente dal porto-molo nord fino a via Mazzini, con 2005 escherichiacoli, ossia feci, poi ‘solo’ fino a via Balilla, e nonostante questo, nonostante l’Arta avesse comunicato la ferale e grave notizia al Comune nessuno si è degnato di dirlo ai cittadini. Non lo ha fatto il Comune, anche se il sindaco è il primo responsabile della tutela della salute della popolazione; non lo ha fatto l’Arta, che avrebbe comunque potuto e dovuto pubblicare i dati in tempo reale sul proprio sito internet, come ha sempre e rigorosamente fatto negli anni precedenti, e magari chi visitava per caso il sito avrebbe potuto leggere; e il bello è che non lo ha fatto neanche la Capitaneria di porto, che è l’Autorità marittima e che può e deve intervenire in tutte le materie inerenti il demanio, anche in vece del Comune, quando questo non agisce. Non solo: gli uomini della Capitaneria hanno anche il dovere di controllare, in caso di divieto di balneazione, che il Comune provveda a installare i cartelli di avviso alla popolazione in mezzo all’acqua, sanzionando chi non lo fa, e sanzionando anche eventuali manomissioni o rimozioni abusive di quei cartelli. E qui invece il nulla. Ora, seppure oggi arrivassero i cartelli, resta comunque che ieri, sabato e nei giorni precedenti, quando ormai l’estate era scoppiata a Pescara, la gente, i bambini, gli anziani, hanno fatto il bagno in quell’acqua dove invece la balneazione andava vietata, ma nessuno gliel’ha detto, nessuno si è preoccupato di farli uscire dall’acqua. E loro il bagno l’hanno fatto, quindi qualcuno ha ‘omesso’, qualcuno ha sbagliato! La telefonata ha avuto ovviamente una conclusione: “Tanto mo’ mo’ stanno arrivando, mo’ l’ordinanza l’ha fatta, mo’ arrivano i cartelli…ma tanto, tanto l’8 giugno va tutto a posto’. Cioè? ‘Eh l’8 giugno le analisi vanno bene! E i cartelli si tolgono e pure l’ordinanza e i divieti!’. E tu (balneatore) come fai a saperlo? Da quando in qua l’Arta comunica con preavviso la data in cui si faranno le nuove analisi e i nuovi campionamenti? E soprattutto tu balneatore come fai a sapere in anticipo, addirittura, i risultati di quei campionamenti? Tu già sai, perché qualcuno te lo ha detto, che le analisi andranno bene. Cioè, oggi, nel tratto di mare antistante il tuo stabilimento ci sono livelli di escherichiacoli pari a 1.184, ossia livelli 2 volte e mezzo superiori al limite di legge, una presenza che non si cancella con la bacchetta magica, specie in un periodo di stasi meteorologica come quella che stiamo vivendo, dunque in assenza di mareggiate che avrebbero potuto ‘lavare’ l’acqua del mare. E questo dato è l’unica certezza che abbiamo perché è stato certificato dall’Arta. Ma ciononostante tu balneatore sei tanto ottimista e già sai che tra cinque giorni andrà tutto bene! Cassandra a confronto era una povera dilettante. A questo punto sarà bene fare molta attenzione ai prossimi campionamenti dell’Arta, alle date in cui verranno effettuati e ai risultati e, sono onesta, in caso di esito positivo..beh, giuro torno da quel balneatore e gli chiedo tre numeri al lotto, con un terno secco sbanco e cambio vita. Ah! Nel frattempo controlliamo anche se i famosi cartelli di divieto di balneazione arrivano o no, visto che la telefonata l’ho ricevuta, visto che la ‘colpa’ di quei cartelli è mia, cavoli, almeno la soddisfazione di vederli installati! Buona giornata!

 

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