martedì 16 giugno 2015

Alessandrini, Baglioni e...mille giorni di te e di me


Deve amare Baglioni il sindaco Alessandrini. E deve aver pensato alla canzone ‘Mille giorni di te e di me’, quando ha deciso di chiamare a raccolta i pescaresi per raccontare loro i suoi 365 giorni al governo di Pescara. Un po’ pochini, per la verità, rispetto ai mille giorni d’amore raccontati da Baglioni, e pure un po’ sfortunati, visto che Baglioni raccontava di un amore finito, e di chi sarebbe venuto dopo quell’amore, e che avrebbe ereditato ‘il tuo armadio e quel disordine che tu hai lasciato nei miei fogli’. Ma, in realtà, mai canzone o profezia fu più azzeccata. Più che una festa di primo anniversario, quella fissata per oggi pomeriggio a Pescara sembra una celebrazione d’addio, un tirare le somme dei disastri che si è stati capaci di fare in un solo anno di vita, il primo, per poi fare le proprie conclusioni e salire in auto con le valige al seguito. Una domanda mi rimbalza da quando ho saputo della festa, sette giorni fa: ma che c’avrà da festeggiare il sindaco Alessandrini? Ha inaugurato una bella e utile opera pubblica? No. Deve annunciare qualche finanziamento piovutogli dal cielo? No. Deve annunciare di aver tolto le tasse ai pescaresi? No di certo, anzi, oggi era l’ultimo giorno utile per pagare le imposte comunali, prima di far scattare le sanzioni. Hai risolto la fame nel mondo, chiuso il buco dell’ozono, trovato il buco nero da cui ha avuto origine l’universo, scoperto la cura contro il cancro, risolto la crisi economica mondiale, trovato il lavoro per tutti? No. E allora, se non devi annunciare alcuna di queste notizie, dalla più piccola alla più importante, chiedo io, ma che c’hai da festeggiare? Negli ultimi 365 giorni di governo Alessandrini abbiamo raggiunto pochi, ma importanti, punti fermi: innanzitutto il Pd deve e può distruggere tutto ciò che ha fatto prima il centro-destra. Lo abbiamo visto con corso Vittorio Emanuele, demolendo la pavimentazione e il concept stesso della strada-passeggiata solo perché quell’opera l’ha voluta il centro-destra, ma anche con la riviera nord, la strada-parco, divenute due latrine a cielo aperto senza per questo suscitare lo sdegno di alcuno, e nonostante la gente si stia sgolando a fare denunce. Poi, il Pd vuole i soldi dei pescaresi, e se li prende pure, con le buone o le cattive. Lo abbiamo visto con le tasse: insediato il sindaco Alessandrini, tutte le imposte comunali sono schizzate alle stelle, dalla Tassa sui rifiuti a quella sui Servizi-che-non-ci-sono, dall’Imu all’Irpef che, da quest’anno, pagano anche gli indigenti e i pensionati (prima esentati) a 700 euro al mese. E pagano le stesse famiglie che si sono viste aumentare, nel corso dell’anno, le tariffe inerenti l’affitto degli impianti sportivi per le partitelle e gli allenamenti dei propri bambini. È vero: gli aumenti riguardano, in questo caso, le Associazioni che firmano i contratti d’affitto, ma è evidente che le associazioni devono poi chiedere ai genitori dei bambini iscritti di sostenere personalmente parte dell’onere economico aumentato, altrimenti come fanno ad andare avanti? E molte famiglie hanno deciso di rinunciare, cancellando i propri ragazzi da associazioni sportive e gare, le stesse che quest’anno, per la prima volta, non hanno iscritto i propri figli a ‘Lo sport non va in vacanza’, la rassegna ludico-sportiva che, fino allo scorso anno, ha permesso a 800 bambini-ragazzi, finita la scuola, di trascorrere il mattino all’interno degli impianti sportivi giocando e praticando discipline varie, tutto gratuitamente, un ausilio importante per tanti genitori che lavorano e che sapevano di poterlo fare con tranquillità, avendo trovato per i propri ragazzi una sistemazione idonea e sicura. Bene, da quest’anno tanti bambini hanno dovuto rinunciare perché il sindaco Alessandrini ha imposto alle famiglie la tassa di 100 euro per ogni figlio iscritto e partecipante, che, per chi aveva due o tre figli, si sarebbe tradotto in un salasso di 2 o 300 euro. Una richiesta eccessiva per chi nel mese di giugno si ritrova già a dover fronteggiare tasse, mutui, bollette che succhiano via tutto lo stipendio. E quest’anno tanti bambini staranno a casa con i nonni, mentre mamma e papà lavorano, in attesa delle loro ferie per trascorrere qualche giorno al mare. Infine lo abbiamo visto anche con la nuova filosofia applicata nella gestione degli spazi pubblici: anche in questo caso tariffe alle stelle per l’uso di sale espositive come l’Aurum, con la conseguenza di veder annullati tanti eventi ormai entrati a far parte della tradizione. Tariffe alle stelle sempre però se non sei un ex titolare di una galleria d’arte o non hai un’attività a Pescara vecchia o non sei proprietario di una libreria, in questo caso si chiudono ambedue gli occhi e i soldi diventano superflui. Ma che la giunta Alessandrini vuole i soldi dei pescaresi lo abbiamo capito anche con la gestione dei parcheggi pubblici, quando il sindaco ha imposto la tassa aggiuntiva di 15 euro al mese ai 4.800 residenti del centro, persone domiciliate in Zone a traffico limitato e isole pedonali, che con la giunta di centro-destra hanno sempre potuto giustamente usufruire della sosta gratuita, ma ora non più, ora la sosta, se la vogliono, se la devono pagare, no che fanno i vip dei miei stivali. Altro punto fermo è la certezza che ‘meno si dice, meglio è’: il mare è inquinato, non lo diciamo, non emettiamo ordinanze, pure previste dalla legge, non mettiamo i cartelli, non facciamo comunicati. E se qualcuno si prende una gastroenterite al mare, vuol dire che avrà fatto imprudenze, anche se si tratta di un bambino di due anni. L’aria è inquinata, bene, non lo diciamo. Chiude una strada per una riparazione, non lo diciamo. Le fogne scaricano in mare litri e litri di feci perché si rompe un tubo, non lo diciamo. Vogliamo abbattere un vecchio manufatto, tipo l’ex Cofa, ok, lo facciamo ma non chiediamo le autorizzazioni, e seppure le chiediamo e i pareri sono negativi, non lo diciamo ma, sfoderando un sorriso a 94 denti, procediamo con l’abbattimento. Potrei continuare all’infinito, perché in queste righe, in fondo, è racchiuso un anno di governo del sindaco Alessandrini, che però ha ritenuto necessario convocare questo pomeriggio i cittadini per raccontare questo anno ‘duro e sudato’, in cui avrà trovato quel dissesto di cassa, che però gli ha comunque permesso di distribuire incarichi esterni urbi et orbi per oltre un milione di euro. Ecco perché c’era il predissesto di cassa: per rastrellare un tesoretto e dare incarichi, l’ho detto un anno fa, e i fatti mi hanno dato ragione. Ma io già me l’immagino il sindaco Alessandrini: si metterà dietro un leggio, alzerà il volto verso il cielo, a metà tra il ‘che c… che c’ho avuto un anno fa, chi me lo doveva dire che facevo il sindaco di Pescara’, e il ‘ma i pescaresi l’avranno capito?’, magari tirerà fuori una delle sue irresistibili battute, tipo ‘Oggi di qua, domani di là’, che neanche il re dei neologismi, il Presidente D’Alfonso, le capisce, ed è tutto dire. Magari non avrà mai il coraggio di guardare negli occhi i pescaresi che saranno in piazza, e lì ce ne vuole di fegato, e si farà la sua bella festarella, che poi mi piacerebbe sapere chi pagherà i costi della festa d’anniversario, quanto meno i service, perché un microfono, almeno, dovrà averlo. Ma almeno anche lui, come il suo Pigmalione-D’Alfonso, potrà dire di essersi fatto la sua festarella-Rapporto Pescara, anche se non ha nulla da rapportare, né un cantiere, né un progetto, niente di niente. Ed è per questo che l’interrogativo resta: ma il sindaco Alessandrini che c’avrà da festeggiare? Buona giornata!

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