venerdì 19 giugno 2015

I racchettoni, il dragaggio e...le tre scimmiette


Non sia mai che la Capitaneria di porto vi becca a giocare a racchettoni sulla riva del mare, quest’estate a Pescara, che vi mette la multa! Se va bene 500 euro, per i casi più gravi (senza specificare quali) si superano anche le mille euro. E ovviamente il sequestro degli amati racchettoni. La notizia oggi si trova su tutti i quotidiani principali e sulle testate on line, frutto della conferenza stampa, evidentemente, svoltasi ieri in vista dell’apertura della stagione estiva, e del comandante che avrà voluto, bontà sua, sottolineare con forza la notizia che più fa notizia, secondo lui, magari pensando pure di ricavarci una bella figura. Io non ho potuto trattenere un sorriso stamattina, quando ho letto la notiziachefanotizia, perché se penso a quante volte nei giorni scorsi ho invocato, e con me tante persone, l’intervento della Capitaneria di porto sulla vicenda della balneazione, della mancata emissione dell’ordinanza per il divieto di fare i bagni, della mancata installazione dei cartelli nel tratto di mare vietato, del ripascimento e della presenza di bagnanti a due passi dalle ruspe, ossia in un’area di cantiere…ecco, se penso a quante volte ho invocato l’intervento della Capitaneria, invano, e oggi leggo che se invece domenica gioco a racchettoni sulla riva del mare, in quel caso sì, gli uomini della Capitaneria intervengono e mi fanno la multa…che dire! Questo è uno dei paradossi della nostra ‘Itaglia’. Quindi, riassumendo, se gioco a racchettoni al mare mi becco la sanzione; se faccio il ripascimento e permetto ai bagnanti di prendere il sole accanto alle ruspe, no, non mi becco la multa; se l’acqua del mare è sporca, perché lo dice l’Arta, ma il sindaco non firma l’ordinanza di divieto di balneazione, non si prende la multa, né tantomeno una denuncia; se l’acqua del mare è sporca e il sindaco non fa installare i cartelli di divieto di balneazione nel tratto di mare inquinato, no, non si prende la multa. Ma oggi ne ho scoperta un’altra: se faccio il dragaggio e i fanghi pescati, classificati come ‘inquinati’, non vengono smaltiti in discarica, ma, puta caso, c’è una draga che, con tanto di fotografie, li ributta in mare, dietro la diga foranea, eh no, anche in quel caso non mi prendo la multa, né se sono il sindaco, né se sono un Presidente di Regione, né tantomeno se sono il Provveditorato alle Opere Marittime che ha appaltato i lavori. La scoperta è frutto della conferenza stampa odierna del Presidente della Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo, il consigliere regionale Mauro Febbo, e del Capogruppo di Forza Italia in Regione Lorenzo Sospiri. I fatti: ormai da settimane, se non mesi, è in corso il dragaggio del porto canale di Pescara e della darsena commerciale. La Regione Abruzzo ha autorizzato, nel merito, il dragaggio di 10mila metri cubi, e qui casca il primo asino: già si sa che 700 di quei metri cubi sono inquinati e quindi si prevede che quei fanghi andranno smaltiti…sì, ma come? O meglio, nessuno ci dice che tipo di inquinamento hanno quei fanghi, il famoso codice Cer, che disciplina il successivo smaltimento, perché, è evidente, se ci sono i colibatteri, le feci, sono un tipo di rifiuto che va smaltito in un certo modo; se dentro c’è il Dtt, come venne fuori due o tre anni fa, quando governava il centro-destra, si impone un altro tipo di smaltimento; se dentro c’è il plutonio (tanto per dirne una) è evidente che occorre alzare il livello di guardia e prevedere un altro genere di smaltimento dei fanghi contaminati, ma questa è solo un’ipotesi, ovviamente. Ma, appunto, la Regione non ci dice né che fanghi sono, né che tipo di inquinamento c’è, né come e dove verranno smaltiti questi 700 metri cubi di fanghi inquinati…strano, quando c’era al governo il centro-destra queste erano informazioni vitali, informazioni che tutti dovevano sapere prima di partire con il dragaggio, anche su pretesa dell’Arta, della Capitaneria, delle associazioni ambientaliste e della legge! Ma andiamo avanti: nella determina si parla della possibilità di scaricare quei fanghi in vasche di colmata provvisorie, della capacità di 2.500 metri cubi…ma a Pescara non esistono ‘vasche di colmate provvisorie’…non sono previste nei Piani regolatori portuali e non sono mai state realizzate! Infine, nella determina viene consacrata una potenzialità annua di 20 tonnellate, ovvero, avendo a disposizione una vasca di colmata provvisoria (che comunque non c’è) di 2.500 metri cubi, significa che per fare il dragaggio occorrerebbero 30 mesi, ossia due anni e mezzo. Ma allora, per dragare 20 tonnellate di fanghi previsti nella stessa determina, occorreranno…850 anni, come ha sottolineato stamane il Consigliere Febbo (per 10mila metri cubi, più o meno, 10 anni). Ma, al di là delle facezie numeriche, voglio tornare a ‘che fine fanno i fanghi dragati, a partire da quei 700 metri cubi inquinati (non sappiamo di che)? Ebbene, oggi in conferenza stampa Forza Italia ha prodotto delle foto, e dalle immagini si vede chiaramente la draga che pesca fanghi, poi si muove, si sposta dietro la diga foranea, il suo braccio si abbassa e….da quel momento il buio! Ecco, è su quel buio che si chiede di fare chiarezza! Forza Italia l’ha chiesta presentando un esposto alla Comunità Europea, documento indirizzato al Commissario Europeo Ambiente, Affari Marittimi e Pescara, Karmenu Vella, al Direttore Generale dell’Ambiente della Commissione Europea Aurel Ciobanu-Dordea, oltre che al vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, e ad altre autorità europee italiane. Alla Comunità Europea si chiede, sostanzialmente, se quanto previsto nella determina sia pienamente legittimo e se per il dragaggio del porto di Pescara si stiano effettivamente seguendo tutte le normative europee: in altre parole, la Comunità Europea, consente di sversare in mare, eventualmente, i fanghi dragati? È legalmente previsto? Sicuramente ci sarebbe stata una strada più semplice, quella di un esposto in via Lo Feudo, la stessa strada percorsa dal Pd quando al Governo di Comune, Provincia e Regione c’era il centro-destra, tanto che, il giorno che iniziò il dragaggio, con il Commissario Testa, addirittura si mosse la Procura anti-mafia de L’Aquila ipotizzando il reato di ‘traffico illegale di rifiuti tossici’, perché in quei fanghi c’era il Dtt (che non mi risulta mai nessuno abbia tolto). E, spiace dirlo, la Capitaneria di Porto-Direzione Marittima, le cui finestre si affacciano sul nostro bel porto, ecco, non si è accorta di nulla, dev’essere per forza così, o non posso pensare che, vedendo quegli strani spostamenti della draga, puntualmente fotografati, non avrebbe detto una sola parola. Ma poi mi multano se gioco a racchettoni sulla riva del mare. Ma non basta, perche nel gioco dei misteri, certo che anche la Capitaneria ci mette del suo: il 12 giugno scorso, come ha ufficializzato oggi il Capogruppo Sospiri, ha firmato una nuova ordinanza, la numero 58, in cui ha notificato le nuove quote dei fondali del porto canale e della Darsena commerciale, sulla base delle batimetrie effettuate dalla società LMD Spa, la ditta che sta eseguendo il dragaggio, il 14 aprile scorso. Ecco, peccato che persino sul sito istituzionale della Capitaneria, c’è l’ordinanza in cui si annunciano i nuovi dati…ma non ci sono i dati, contenuti in due allegati che non sono stati allegati all’ordinanza! Una dimenticanza? Sarà, ma come fa la Capitaneria che carica i dati a non accorgersi di non aver allegato un documento fondamentale? Possibile che mai nessuno ricontrolli quel sito istituzionale? Quindi di fatto oggi non sappiamo quanto siano effettivamente profondi i fondali del porto, anche dopo il dragaggio, ma sappiamo che dieci giorni fa tre barchette si sono incagliate perché, hanno detto, i fondali pescavano appena 40 centimetri, cioè il porto canale era percorribile a piedi da sponda a sponda. E intanto il 18 luglio dovrebbero cominciare i collegamenti della Snav con la Croazia. Infine, per chiudere, la ciliegina sulla torta, il Piano regolatore portuale: per la seconda metà di giugno il Governatore D’Alfonso ha annunciato la riunione del Consiglio superiore dei lavori pubblici per esaminare le osservazioni al Piano, presentate con 5 mesi di ritardo da Regione e Comune, ma ora non ci è dato sapere se la riunione sia stata o meno convocata, tutto rinviato alla prossima conferenza stampa in pompa magnaassembleapopolarepopulista. E tutto questo accade in una città, Pescara, dove c’è una Direzione Marittima, non una semplice Capitaneria di Porto, che, se gioco a racchettoni sulla riva del mare, mi fa una multa di 500 euro! Buona giornata!
    

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