Non sia mai che la Capitaneria di porto vi becca
a giocare a racchettoni sulla riva del mare, quest’estate a Pescara, che vi
mette la multa! Se va bene 500 euro, per i casi più gravi (senza specificare
quali) si superano anche le mille euro. E ovviamente il sequestro degli amati
racchettoni. La notizia oggi si trova su tutti i quotidiani principali e sulle
testate on line, frutto della conferenza stampa, evidentemente, svoltasi ieri
in vista dell’apertura della stagione estiva, e del comandante che avrà voluto,
bontà sua, sottolineare con forza la notizia che più fa notizia, secondo lui, magari
pensando pure di ricavarci una bella figura. Io non ho potuto trattenere un
sorriso stamattina, quando ho letto la notiziachefanotizia, perché se penso a
quante volte nei giorni scorsi ho invocato, e con me tante persone, l’intervento
della Capitaneria di porto sulla vicenda della balneazione, della mancata
emissione dell’ordinanza per il divieto di fare i bagni, della mancata
installazione dei cartelli nel tratto di mare vietato, del ripascimento e della
presenza di bagnanti a due passi dalle ruspe, ossia in un’area di cantiere…ecco,
se penso a quante volte ho invocato l’intervento della Capitaneria, invano, e
oggi leggo che se invece domenica gioco a racchettoni sulla riva del mare, in
quel caso sì, gli uomini della Capitaneria intervengono e mi fanno la multa…che
dire! Questo è uno dei paradossi della nostra ‘Itaglia’. Quindi, riassumendo,
se gioco a racchettoni al mare mi becco la sanzione; se faccio il ripascimento
e permetto ai bagnanti di prendere il sole accanto alle ruspe, no, non mi becco
la multa; se l’acqua del mare è sporca, perché lo dice l’Arta, ma il sindaco
non firma l’ordinanza di divieto di balneazione, non si prende la multa, né tantomeno
una denuncia; se l’acqua del mare è sporca e il sindaco non fa installare i
cartelli di divieto di balneazione nel tratto di mare inquinato, no, non si
prende la multa. Ma oggi ne ho scoperta un’altra: se faccio il dragaggio e i
fanghi pescati, classificati come ‘inquinati’, non vengono smaltiti in
discarica, ma, puta caso, c’è una draga che, con tanto di fotografie, li
ributta in mare, dietro la diga foranea, eh no, anche in quel caso non mi
prendo la multa, né se sono il sindaco, né se sono un Presidente di Regione, né
tantomeno se sono il Provveditorato alle Opere Marittime che ha appaltato i
lavori. La scoperta è frutto della conferenza stampa odierna del Presidente
della Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo, il consigliere regionale
Mauro Febbo, e del Capogruppo di Forza Italia in Regione Lorenzo Sospiri. I
fatti: ormai da settimane, se non mesi, è in corso il dragaggio del porto
canale di Pescara e della darsena commerciale. La Regione Abruzzo ha
autorizzato, nel merito, il dragaggio di 10mila metri cubi, e qui casca il
primo asino: già si sa che 700 di quei metri cubi sono inquinati e quindi si
prevede che quei fanghi andranno smaltiti…sì, ma come? O meglio, nessuno ci
dice che tipo di inquinamento hanno quei fanghi, il famoso codice Cer, che
disciplina il successivo smaltimento, perché, è evidente, se ci sono i
colibatteri, le feci, sono un tipo di rifiuto che va smaltito in un certo modo;
se dentro c’è il Dtt, come venne fuori due o tre anni fa, quando governava il
centro-destra, si impone un altro tipo di smaltimento; se dentro c’è il
plutonio (tanto per dirne una) è evidente che occorre alzare il livello di
guardia e prevedere un altro genere di smaltimento dei fanghi contaminati, ma
questa è solo un’ipotesi, ovviamente. Ma, appunto, la Regione non ci dice né che
fanghi sono, né che tipo di inquinamento c’è, né come e dove verranno smaltiti
questi 700 metri cubi di fanghi inquinati…strano, quando c’era al governo il
centro-destra queste erano informazioni vitali, informazioni che tutti dovevano
sapere prima di partire con il dragaggio, anche su pretesa dell’Arta, della
Capitaneria, delle associazioni ambientaliste e della legge! Ma andiamo avanti:
nella determina si parla della possibilità di scaricare quei fanghi in vasche
di colmata provvisorie, della capacità di 2.500 metri cubi…ma a Pescara non
esistono ‘vasche di colmate provvisorie’…non sono previste nei Piani regolatori
portuali e non sono mai state realizzate! Infine, nella determina viene
consacrata una potenzialità annua di 20 tonnellate, ovvero, avendo a
disposizione una vasca di colmata provvisoria (che comunque non c’è) di 2.500
metri cubi, significa che per fare il dragaggio occorrerebbero 30 mesi, ossia
due anni e mezzo. Ma allora, per dragare 20 tonnellate di fanghi previsti nella
stessa determina, occorreranno…850 anni, come ha sottolineato stamane il
Consigliere Febbo (per 10mila metri cubi, più o meno, 10 anni). Ma, al di là
delle facezie numeriche, voglio tornare a ‘che fine fanno i fanghi dragati, a
partire da quei 700 metri cubi inquinati (non sappiamo di che)? Ebbene, oggi in
conferenza stampa Forza Italia ha prodotto delle foto, e dalle immagini si vede
chiaramente la draga che pesca fanghi, poi si muove, si sposta dietro la diga
foranea, il suo braccio si abbassa e….da quel momento il buio! Ecco, è su quel
buio che si chiede di fare chiarezza! Forza Italia l’ha chiesta presentando un
esposto alla Comunità Europea, documento indirizzato al Commissario Europeo
Ambiente, Affari Marittimi e Pescara, Karmenu Vella, al Direttore Generale dell’Ambiente
della Commissione Europea Aurel Ciobanu-Dordea, oltre che al vicepresidente del
Parlamento Europeo Antonio Tajani, e ad altre autorità europee italiane. Alla
Comunità Europea si chiede, sostanzialmente, se quanto previsto nella determina
sia pienamente legittimo e se per il dragaggio del porto di Pescara si stiano
effettivamente seguendo tutte le normative europee: in altre parole, la
Comunità Europea, consente di sversare in mare, eventualmente, i fanghi
dragati? È legalmente previsto? Sicuramente ci sarebbe stata una strada più
semplice, quella di un esposto in via Lo Feudo, la stessa strada percorsa dal
Pd quando al Governo di Comune, Provincia e Regione c’era il centro-destra,
tanto che, il giorno che iniziò il dragaggio, con il Commissario Testa,
addirittura si mosse la Procura anti-mafia de L’Aquila ipotizzando il reato di ‘traffico
illegale di rifiuti tossici’, perché in quei fanghi c’era il Dtt (che non mi
risulta mai nessuno abbia tolto). E, spiace dirlo, la Capitaneria di
Porto-Direzione Marittima, le cui finestre si affacciano sul nostro bel porto,
ecco, non si è accorta di nulla, dev’essere per forza così, o non posso pensare
che, vedendo quegli strani spostamenti della draga, puntualmente fotografati,
non avrebbe detto una sola parola. Ma poi mi multano se gioco a racchettoni sulla
riva del mare. Ma non basta, perche nel gioco dei misteri, certo che anche la
Capitaneria ci mette del suo: il 12 giugno scorso, come ha ufficializzato oggi
il Capogruppo Sospiri, ha firmato una nuova ordinanza, la numero 58, in cui ha
notificato le nuove quote dei fondali del porto canale e della Darsena
commerciale, sulla base delle batimetrie effettuate dalla società LMD Spa, la
ditta che sta eseguendo il dragaggio, il 14 aprile scorso. Ecco, peccato che
persino sul sito istituzionale della Capitaneria, c’è l’ordinanza in cui si
annunciano i nuovi dati…ma non ci sono i dati, contenuti in due allegati che
non sono stati allegati all’ordinanza! Una dimenticanza? Sarà, ma come fa la
Capitaneria che carica i dati a non accorgersi di non aver allegato un
documento fondamentale? Possibile che mai nessuno ricontrolli quel sito istituzionale?
Quindi di fatto oggi non sappiamo quanto siano effettivamente profondi i
fondali del porto, anche dopo il dragaggio, ma sappiamo che dieci giorni fa tre
barchette si sono incagliate perché, hanno detto, i fondali pescavano appena 40
centimetri, cioè il porto canale era percorribile a piedi da sponda a sponda. E
intanto il 18 luglio dovrebbero cominciare i collegamenti della Snav con la
Croazia. Infine, per chiudere, la ciliegina sulla torta, il Piano regolatore
portuale: per la seconda metà di giugno il Governatore D’Alfonso ha annunciato
la riunione del Consiglio superiore dei lavori pubblici per esaminare le
osservazioni al Piano, presentate con 5 mesi di ritardo da Regione e Comune, ma
ora non ci è dato sapere se la riunione sia stata o meno convocata, tutto
rinviato alla prossima conferenza stampa in pompa magnaassembleapopolarepopulista.
E tutto questo accade in una città, Pescara, dove c’è una Direzione Marittima,
non una semplice Capitaneria di Porto, che, se gioco a racchettoni sulla riva
del mare, mi fa una multa di 500 euro! Buona giornata!
Nessun commento:
Posta un commento