lunedì 1 giugno 2015

Il mare è sempre più inquinato, ma la gente non deve saperlo


Il mare di Pescara è inquinato. È molto inquinato: 2005 escherichiacoli, contro il limite di legge dei 500, in appena 1 milligrammo di acqua, sono stati individuati nel corso delle ultime analisi dell’Arta effettuate il 26 maggio scorso. Ma la città non deve saperlo. Cioè, qualcuno, non si sa bene chi, ha deciso che la notizia non si deve sapere. E se oggi è trapelata è solo merito del quotidiano Il Centro, che ha pubblicato la novità. Ma la città, comunque, non deve saperlo da fonti istituzionali. Quindi non si installano i cartelli indicanti il divieto di balneazione, a stagione ormai partita. Anzi, non si installano a maggior ragione che domani arriva anche ‘Scipione’, un’ondata di caldo africano che, molto prevedibilmente, farà riversare sulla spiaggia di Pescara ‘incriminata’ centinaia di pescaresi, mamme con i bambini, nonni con i nipotini, molti studenti a casa per la festa del 2 giugno, e tanti lavoratori che approfitteranno del martedì festivo per un bel bagno di sole e di…beh, lascio a voi la conclusione. E la cosa più incredibile è che, seppure il mare è fortemente inquinato da batteri, nessuna Autorità sente il bisogno, il dovere morale, l’obbligo istituzionale di intervenire: non lo sente il Comune, eppure il sindaco è la prima autorità a dover tutelare la salute dei suoi cittadini ed è colui che, a fronte delle comunicazioni dell’Arta sull’inquinamento della costa, ha l’obbligo, non la facoltà, ma l’obbligo di legge di far sistemare dai propri operai i cartelli per impedire che la popolazione entri in acqua nei punti contaminati, mettendo a rischio la propria tutela. Ma nulla. Non lo sente l’Arta, l’autorità regionale per la tutela dell’ambiente: fa i prelievi, analizza i campioni d’acqua di mare, scopre il disastro (perché 2005 escherichiacoli su un campioncino d’acqua non sono uno scherzo, la concentrazione è spaventosa), ma, anziché pungolare il sindaco, spingerlo a ‘comunicare’ il problema, si affretta a dire ‘ma dai, su, la situazione non è preoccupante, presto la situazione della qualità delle acque migliorerà’, sì, infatti lo aveva detto anche lo scorso 19 maggio. Mi spiace dover dire che, quando all’Arta c’erano altre persone, con una coscienza diversa, come la dottoressa Angela Del Vecchio o il dottor Luigi Pettinari, non sarebbe mai accaduta una cosa simile. I dati delle analisi venivano comunicati in tempo reale alla città, cercando di dar loro massima diffusione, e obbligando con note, lettere, fax, il Comune a mettere i cartelli di divieto di balneazione. Mi spiace per l’attuale Direttore, ma il paragone è inevitabile! Ma, e questa forse è la cosa più incredibile per me, il bisogno di avvertire la popolazione circa i rischi che si corrono a bagnarsi nell’acqua contaminata dalle feci (perché questo sono gli escherichia coli, sono feci), non lo sente neanche l’Autorità Marittima deputata, la Capitaneria di Porto, che può, in caso di immobilismo del Comune, emettere un’ordinanza per vietare alla popolazione di farsi il bagno nel tratto di mare inquinato. Può farlo, ma non ne avverte la necessità. E non capisco il perché. Ecco, questa era la mia riflessione ieri mattina, passeggiata sul ponte del mare, mentre guardavo sotto: davanti a me, specchio d’acqua dinanzi alla Madonnina, spiaggia libera, una ruspa che tirava fuori dall’acqua una sabbia nera nera, che veniva depositata sul bagnasciuga, sabbia destinata al ripascimento del litorale sud di Pescara e, pare di Francavilla al Mare e di Ortona. A pochi passi da quella ruspa, all’interno di quella che, comunque, è un’area di cantiere, i bagnanti, armate di ombrellone, intere famiglie ignare, con bambini al seguito, che si facevano il bagno a due passi dalla ruspa in movimento. Non c’era nei paraggi un agente della Polizia municipale, non c’era un uomo della Capitaneria di porto, ed è incredibile, visto che quando i lavori si svolgono su demanio marittimo, la Capitaneria deve sovrintendere e garantire il rispetto dell’area di cantiere che dev’essere resa inaccessibile a chiunque, salvo gli autorizzati, cioè l’impresa impegnata nelle operazioni. Ah dimenticavo: ovviamente non c’era neanche il Direttore dei Lavori-progettista del progetto del ripascimento, debitamente retribuito dal Comune. Ma ieri era domenica, ossùvia, non si può pretendere che il Direttore dei lavori fosse sul cantiere regolarmente aperto. E questa era l’altra mia riflessione: com’è possibile che si autorizzi il ripascimento, ossia la movimentazione della sabbia, pescata dal fondale dell’acqua, sabbia in cui può esserci di tutto (perché la sabbia del ripascimento edizione 2015 non è quella presa dalle ‘dunette’ sull’arenile, bella pulita, asciutta, storica, ma è fresca fresca, bagnata, nera, e presa dall’acqua), ebbene com’è possibile si autorizzi il ripascimento a stagione balneare cominciata, il 31 maggio. Anzi, oggi ho letto su Il Centro che le operazioni, che dovevano concludersi ieri, appunto 31 maggio, verranno prorogate sino al 15 giugno. Ecco, com’è possibile? E, mi chiedevo ancora, com’è possibile che ai bagnanti venga consentito di farsi il bagno a due passi dalla ruspa che sta prendendo la sabbia per il ripascimento, bagnanti ignari che, sollevando quella sabbia, può sollevarsi di tutto, e loro ne sarebbero direttamente contaminati! E mi chiedevo: com’è possibile che quei bagnanti si stessero facendo il bagno in un tratto di mare che è permanentemente vietato alla balneazione, perché posto alla foce del fiume? E, oggi mi chiedo, com’è possibile che si sia permesso a quei bagnanti di farsi il bagno in un mare in cui il 26 maggio scorso si sono riscontrati 2005 escherichia coli in un milligrammo di acqua, e l’Arta lo sapeva e anche il Comune di Pescara lo sapeva e lo sapeva pure la Capitaneria di Porto? E oggi, quei bagnanti che si sono fatti il bagno in un mare con 2005 escherichia coli, cosa rischiano? Probabilmente non lo sapremo mai, non conosceremo mai gli eventuali effetti della domenica di sole del 31 maggio su quelle persone. Ma non posso evitare di pormi una domanda: perché non vengono installati i cartelli di divieto di balneazione nel lungo tratto di mare inquinato dai batteri fecali? Buona giornata!
   

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