mercoledì 25 maggio 2016

Balneazione un anno dopo, siamo punto e a capo


Questa storia merita! Merita di distogliere l’attenzione da altre faccende, e di parlarne, anche perché quando velatamente viene minacciata l’informazione libera, e la libera informazione raccoglie quella minaccia, allora è il momento che mi ci ficco in mezzo. I fatti: tra le mani dell’ex consigliere comunale Armando Foschi, oggi esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, fondata con l’ex assessore Berardino Fiorilli, arriva una lettera, che ha tutto l’aspetto di essere una comunicazione riservata, non foss’altro perché è stata inviata a quattro Istituzioni, Provincia, Comune (sindaco Alessandrini), Aca e Arta. E non foss’altro perché la lettera, che risale al 12 maggio e parla di un problema verificatosi al depuratore di Pescara, in via Raiale, il 12 maggio stesso, non è stata resa nota da nessuno degli Enti in indirizzo, seppur dotati di fior fiore di uffici e addetti stampa, e men che meno dal mittente, ossia il Gruppo Di Vincenzo Dino & C., che gestisce l’impianto. Veniamo alla lettera, in realtà poche e stringate righe: l’oggetto è ‘Applicazione della procedura d’emergenza per la gestione delle acque di pioggia’, e poiSi comunica con la seguente che, in data 12 maggio 2016, alle ore 11.50, a seguito di valori di portata addotta all’impianto di depurazione di Pescara superiori ai limiti progettuali previsti nell’autorizzazione allo scarico n.534 del 01/03/2013 e causati da sopravvenuti eventi meteorici, si è utilizzato il bypass posto a valle dei pre-trattamenti secondo quanto previsto dall’ILC 33/03 in Vs possesso. Al momento (ore 12.20) la portata rilevata è pari a 4301 mc/h. In allegato alla lettera c’è il prospetto delle portate trattate dalle ore 9 alle ore 12’. Bene, diciamocelo, non conoscendo il funzionamento del depuratore, non siamo tutti tecnici, men che meno quelli che governano il nostro Comune, due domande uno è pur giusto che se le ponga. E per tutti lo ha fatto Foschi chiedendo, in sostanza cosa significasse ‘utilizzare il bypass posto a valle dei pre-trattamenti’. O meglio, in realtà ci si arriva pure da soli al significato, ma uno prima di azzardare ipotesi chiede spiegazioni a chi ha responsabilità di governo. A maggior ragione in una città come Pescara dove, nel luglio 2015, appena 10 mesi fa, in 17 ore si sono sversati nel mare 30milioni di litri di feci e liquami, e il sindaco scientemente lo ha taciuto, pur sapendolo, lasciando che migliaia di persone nuotassero tra quelle feci. Foschi ha posto domande ben precise: cosa significa usare il bypass; può significare che c’è stato lo sversamento in mare di liquami non depurati? E per quanto tempo sarebbe andato avanti, nel caso, quello sversamento? Poche domande, alle quali si poteva rispondere senza troppi giri. E invece risponde l’orlandofurioso-aliasenzodelvecchio il quale scrive e firma un comunicato stampa in cui una cosa è chiara: non è portato per la scrittura. Forse da piccolo gli sarà piaciuto maneggiare la carta, magari anche qualche penna, ma di certo non era portato per la scrittura. Ma, a parte questo, cosa emerge dal suo comunicato, che devi leggerlo diverse volte per decifrare cosa avrebbe voluto dire, oltre a trafiggere il cavaliere.-Foschi che aveva osato sfidarlo: dopo dieci righe di accuse del tipo ‘quandoceravatevoi’, dice che in sostanza nel depuratore stava arrivando una portata d’acqua superiore alle capacità del depuratore stesso (e fin qui c’eravamo arrivati, 4.301 metri cubi contro una portata di 3.750), e che in questi casi ‘le eccedenze sono state pretrattate attraverso un sistema di bypass prima di essere reimmesse nel fiume…una procedura che consente di trattarle in maniera diversa da quella a raggi ultravioletti a cui vengono sottoposte con il passaggio nel depuratore’. E qui viene il bello: oggi scopriamo che lungo le nostre condotte fognarie esisterebbero, secondo il povero vicesindaco Del Vecchio, dei mini-sistemi-di-depurazione che depurano le acque anche quando queste non possono andare nel depuratore. Bene, e allora a cosa serve il depuratore con tutti i costi annessi? Oggi scopriamo che a Pescara c’è un sistema fognario talmente all’avanguardia che non abbiamo più neanche bisogno del depuratore, perché ce ne sono dei mini all’interno delle fogne stesse! Sbalorditivo. Ora, per chi si avventura in un terreno tanto minato, come ha azzardato il vicesindaco, è facile innescare il ‘gioco-del-perché’, e qui spariamo sulla croce rossa: vorrei infatti chiedere al vicesindaco Del Vecchio, ‘in questo sistema di bypass’ come vengono pretrattate le acque reflue prima di essere reimmesse nel fiume? Ovvero, se non viene usato il sistema dei raggi ultravioletti, quale sistema viene impiegato in quelle condotte fognarie? Un tecnico-specialista come lui non avrà difficoltà a rispondere…ma secondo me non può. In compenso oggi sappiamo una cosa in più: il 12 maggio arrivava troppa acqua al depuratore, più di quanta il depuratore ne potesse accogliere e smaltire, e quando succede questo il depuratore rischia di andare in tilt. Dunque i liquami (perché nelle fogne passano i liquami non l’acqua potabile) in eccedenza vengono reimmessi nel fiume, e questo infatti è successo il 12 maggio, parte dei liquami non è stata mandata al depuratore, per scongiurarne il blocco, ed è stata sversata direttamente nel fiume, ossia nel mare, e lo scrive lo stesso vicesindaco Del Vecchio quando dice ‘le eccedenze sono state pretrattate attraverso un sistema di bypass prima di essere reimmesse nel fiume’. Ora resta il dilemma su questo presunto ‘pre-trattamento attraverso un sistema di bypass’, di cui la Di Vincenzo Dino & C. nella sua comunicazione non parla. Anzi, parla di un ‘by-pass a valle del pretrattamento’, dunque prima del pre-trattamento per chi mastica un po’ di lingua italiana. E oggi, sorprendentemente (ma io credo profondamento nel PadrEterno) è arrivata una nota chiarificatrice (chissà un moto di coscienza o di strizza) da parte dell’Arta che, di punto in bianco, senza un perché, ha ritenuto di fare un comunicato stampa per illustrare le sei ragioni che possono determinare la balneabilità o meno del mare. E al punto sei ecco aprirsi il mondo: ‘in caso di pioggia si verifica un incremento di inquinamento (del mare) dovuto agli scaricatori di piena (in gergo chiamati ‘troppo-pieno’) collocati lungo i sistemi fognari e presso i depuratori (questi ultimi verrebbero disattivati se ricevessero portate eccessive e gli scaricatori sono dunque necessari nelle fognature miste per preservarli)’. Ecco, gli ingredienti ci sono tutti e allora azzardo: ‘in caso di pioggia (il 12 maggio ha piovuto) si verifica un maggior inquinamento a causa degli scaricatori di piena collocati lungo i sistemi fognari’, ovvero quando piove troppo entrano in funzione i cosiddetti ‘troppo-pieni’, una sorta di vasconi di raccolta distribuiti nel nostro sottosuolo, che, invece di pompare liquami al depuratore, raggiunto il punto di saturazione, raccolgono e trattengono quei liquami, ma se l’Arta dice che questo scaricatore è causa di inquinamento del mare, vuol dire che anche il troppo-pieno dopo aver raccolto a un certo punto vomita tutto direttamente nel fiume! E allora ora le domande al vicesindaco Del Vecchio le faccio anche io: il bypass di cui parla è in realtà il ‘troppo-pieno’? Dunque il 12 maggio, avendo raggiunto il punto di saturazione al depuratore, i liquami in eccesso sono stati raccolti nel troppo pieno e poi sversati direttamente nel depuratore? Se è così (e la mia è un’ipotesi), qualcuno dovrebbe avvisare il vicesindaco che ha fatto l’ennesima figuraccia, perché all’interno del troppo-pieno non c’è alcun pre-trattamento dei reflui. All’interno del troppo-pieno i liquami vengono raccolti, e poi sversati direttamente nel fiume, inquinati come entrano nel troppo pieno, non l’ho detto io, non lo ha detto Foschi, ma lo ha certificato l’Arta. Ergo, torniamo al punto di partenza: cos’è successo a Pescara e al depuratore il 12 maggio? C’è stato uno sversamento anomalo nel fiume? Per quanto tempo? E perché né il Comune, né l’Aca, né l’Arta e né la Provincia lo hanno detto alla popolazione? È purtroppo evidente che dai quattro Enti citati non avremo risposte vere e credibili, checché se ne lamenti il povero vicesindaco che oggi viene anche a dare lezioni sulle procedure che il Comune dovrebbe seguire in caso di sversamento dei reflui, ossia ‘avvisare la popolazione’. Peccato che non l’abbia fatto lo scorso anno mentre la popolazione nuotava inconsapevolmente in mezzo a 30milioni di litri di liquami. Il problema oggi è non solo l’impossibilità di conoscere le emergenze che si verificano su Pescara e quando si verificano. Il problema oggi è la credibilità di chi parla ai livelli istituzionali. Che non c’è più! P.S.: sappiate che il vicesindaco Del Vecchio ha chiesto agli organi di stampa di verificare gli allarmi alla fonte prima di farsene portatori’, una velata, ma chiara minaccia. Bene, io le mie verifiche le ho fatte, grazie a un comunicato provvidenziale dell’Arta. Ora che fa, querela l’Arta?

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