Questa storia merita! Merita
di distogliere l’attenzione da altre faccende, e di parlarne, anche perché quando
velatamente viene minacciata l’informazione libera, e la libera informazione
raccoglie quella minaccia, allora è il momento che mi ci ficco in mezzo. I
fatti: tra le mani dell’ex consigliere comunale Armando Foschi, oggi esponente
dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, fondata con l’ex assessore Berardino
Fiorilli, arriva una lettera, che ha tutto l’aspetto di essere una
comunicazione riservata, non foss’altro perché è stata inviata a quattro
Istituzioni, Provincia, Comune (sindaco Alessandrini), Aca e Arta. E non foss’altro
perché la lettera, che risale al 12 maggio e parla di un problema verificatosi
al depuratore di Pescara, in via Raiale, il 12 maggio stesso, non è stata resa
nota da nessuno degli Enti in indirizzo, seppur dotati di fior fiore di uffici
e addetti stampa, e men che meno dal mittente, ossia il Gruppo Di Vincenzo Dino
& C., che gestisce l’impianto. Veniamo alla lettera, in realtà poche e
stringate righe: l’oggetto è ‘Applicazione della procedura d’emergenza per la gestione delle acque
di pioggia’, e poi ‘Si comunica con la seguente
che, in data 12 maggio 2016, alle ore 11.50, a seguito di valori di portata
addotta all’impianto di depurazione di Pescara superiori ai limiti progettuali
previsti nell’autorizzazione allo scarico n.534 del 01/03/2013 e causati da
sopravvenuti eventi meteorici, si è utilizzato il bypass posto a valle dei
pre-trattamenti secondo quanto previsto dall’ILC 33/03 in Vs possesso. Al
momento (ore 12.20) la portata rilevata è pari a 4301 mc/h. In allegato alla
lettera c’è il prospetto delle portate trattate dalle ore 9 alle ore 12’. Bene,
diciamocelo, non conoscendo il funzionamento del depuratore, non siamo tutti
tecnici, men che meno quelli che governano il nostro Comune, due domande uno è
pur giusto che se le ponga. E per tutti lo ha fatto Foschi chiedendo, in
sostanza cosa significasse ‘utilizzare il bypass posto a valle dei
pre-trattamenti’. O meglio, in realtà ci si arriva pure da soli al significato,
ma uno prima di azzardare ipotesi chiede spiegazioni a chi ha responsabilità di
governo. A maggior ragione in una città come Pescara dove, nel luglio 2015,
appena 10 mesi fa, in 17 ore si sono sversati nel mare 30milioni di litri di
feci e liquami, e il sindaco scientemente lo ha taciuto, pur sapendolo,
lasciando che migliaia di persone nuotassero tra quelle feci. Foschi ha posto
domande ben precise: cosa significa usare il bypass; può significare che c’è
stato lo sversamento in mare di liquami non depurati? E per quanto tempo
sarebbe andato avanti, nel caso, quello sversamento? Poche domande, alle quali
si poteva rispondere senza troppi giri. E invece risponde l’orlandofurioso-aliasenzodelvecchio
il quale scrive e firma un comunicato stampa in cui una cosa è chiara: non è
portato per la scrittura. Forse da piccolo gli sarà piaciuto maneggiare la
carta, magari anche qualche penna, ma di certo non era portato per la
scrittura. Ma, a parte questo, cosa emerge dal suo comunicato, che devi
leggerlo diverse volte per decifrare cosa avrebbe voluto dire, oltre a
trafiggere il cavaliere.-Foschi che aveva osato sfidarlo: dopo dieci righe di
accuse del tipo ‘quandoceravatevoi’, dice che in sostanza nel depuratore stava
arrivando una portata d’acqua superiore alle capacità del depuratore stesso (e
fin qui c’eravamo arrivati, 4.301 metri cubi contro una portata di 3.750), e
che in questi casi ‘le eccedenze sono state pretrattate attraverso un sistema
di bypass prima di essere reimmesse nel fiume…una procedura che consente di
trattarle in maniera diversa da quella a raggi ultravioletti a cui vengono
sottoposte con il passaggio nel depuratore’. E qui viene il bello: oggi
scopriamo che lungo le nostre condotte fognarie esisterebbero, secondo il
povero vicesindaco Del Vecchio, dei mini-sistemi-di-depurazione che depurano le
acque anche quando queste non possono andare nel depuratore. Bene, e allora a
cosa serve il depuratore con tutti i costi annessi? Oggi scopriamo che a
Pescara c’è un sistema fognario talmente all’avanguardia che non abbiamo più
neanche bisogno del depuratore, perché ce ne sono dei mini all’interno delle
fogne stesse! Sbalorditivo. Ora, per chi si avventura in un terreno tanto
minato, come ha azzardato il vicesindaco, è facile innescare il ‘gioco-del-perché’,
e qui spariamo sulla croce rossa: vorrei infatti chiedere al vicesindaco Del
Vecchio, ‘in questo sistema di bypass’ come vengono pretrattate le acque reflue
prima di essere reimmesse nel fiume? Ovvero, se non viene usato il sistema dei
raggi ultravioletti, quale sistema viene impiegato in quelle condotte fognarie?
Un tecnico-specialista come lui non avrà difficoltà a rispondere…ma secondo me
non può. In compenso oggi sappiamo una cosa in più: il 12 maggio arrivava
troppa acqua al depuratore, più di quanta il depuratore ne potesse accogliere e
smaltire, e quando succede questo il depuratore rischia di andare in tilt.
Dunque i liquami (perché nelle fogne passano i liquami non l’acqua potabile) in
eccedenza vengono reimmessi nel fiume, e questo infatti è successo il 12 maggio,
parte dei liquami non è stata mandata al depuratore, per scongiurarne il
blocco, ed è stata sversata direttamente nel fiume, ossia nel mare, e lo scrive
lo stesso vicesindaco Del Vecchio quando dice ‘le eccedenze sono state
pretrattate attraverso un sistema di bypass prima di essere reimmesse nel fiume’.
Ora resta il dilemma su questo presunto ‘pre-trattamento attraverso un sistema
di bypass’, di cui la Di Vincenzo Dino & C. nella sua comunicazione non
parla. Anzi, parla di un ‘by-pass a valle del pretrattamento’, dunque prima del
pre-trattamento per chi mastica un po’ di lingua italiana. E oggi,
sorprendentemente (ma io credo profondamento nel PadrEterno) è arrivata una
nota chiarificatrice (chissà un moto di coscienza o di strizza) da parte dell’Arta
che, di punto in bianco, senza un perché, ha ritenuto di fare un comunicato
stampa per illustrare le sei ragioni che possono determinare la balneabilità o
meno del mare. E al punto sei ecco aprirsi il mondo: ‘in caso di pioggia si
verifica un incremento di inquinamento (del mare) dovuto agli scaricatori di
piena (in gergo chiamati ‘troppo-pieno’) collocati lungo i sistemi fognari e
presso i depuratori (questi ultimi verrebbero disattivati se ricevessero
portate eccessive e gli scaricatori sono dunque necessari nelle fognature miste
per preservarli)’. Ecco, gli ingredienti ci sono tutti e allora azzardo: ‘in
caso di pioggia (il 12 maggio ha piovuto) si verifica un maggior inquinamento a
causa degli scaricatori di piena collocati lungo i sistemi fognari’, ovvero
quando piove troppo entrano in funzione i cosiddetti ‘troppo-pieni’, una sorta
di vasconi di raccolta distribuiti nel nostro sottosuolo, che, invece di
pompare liquami al depuratore, raggiunto il punto di saturazione, raccolgono e
trattengono quei liquami, ma se l’Arta dice che questo scaricatore è causa di
inquinamento del mare, vuol dire che anche il troppo-pieno dopo aver raccolto a
un certo punto vomita tutto direttamente nel fiume! E allora ora le domande al
vicesindaco Del Vecchio le faccio anche io: il bypass di cui parla è in realtà
il ‘troppo-pieno’? Dunque il 12 maggio, avendo raggiunto il punto di
saturazione al depuratore, i liquami in eccesso sono stati raccolti nel troppo
pieno e poi sversati direttamente nel depuratore? Se è così (e la mia è un’ipotesi),
qualcuno dovrebbe avvisare il vicesindaco che ha fatto l’ennesima figuraccia, perché
all’interno del troppo-pieno non c’è alcun pre-trattamento dei reflui. All’interno
del troppo-pieno i liquami vengono raccolti, e poi sversati direttamente nel
fiume, inquinati come entrano nel troppo pieno, non l’ho detto io, non lo ha
detto Foschi, ma lo ha certificato l’Arta. Ergo, torniamo al punto di partenza:
cos’è successo a Pescara e al depuratore il 12 maggio? C’è stato uno
sversamento anomalo nel fiume? Per quanto tempo? E perché né il Comune, né l’Aca,
né l’Arta e né la Provincia lo hanno detto alla popolazione? È purtroppo evidente
che dai quattro Enti citati non avremo risposte vere e credibili, checché se ne
lamenti il povero vicesindaco che oggi viene anche a dare lezioni sulle
procedure che il Comune dovrebbe seguire in caso di sversamento dei reflui,
ossia ‘avvisare la popolazione’. Peccato che non l’abbia fatto lo scorso anno
mentre la popolazione nuotava inconsapevolmente in mezzo a 30milioni di litri
di liquami. Il problema oggi è non solo l’impossibilità di conoscere le
emergenze che si verificano su Pescara e quando si verificano. Il problema oggi
è la credibilità di chi parla ai livelli istituzionali. Che non c’è più! P.S.:
sappiate che il vicesindaco Del Vecchio ha chiesto agli organi di stampa di
verificare gli allarmi alla fonte prima di farsene portatori’, una velata, ma
chiara minaccia. Bene, io le mie verifiche le ho fatte, grazie a un comunicato
provvidenziale dell’Arta. Ora che fa, querela l’Arta?
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