Quando hai tanto da lavorare anche stare dietro
al blog diventa un’impresa. Ma oggi lo sforzo merita, e non per trasformare il
blog in un muro del pianto, o in un diario alla Bridget Jones, ma perché, come
dico sempre, ci sono cose che devono essere commentate e raccontate. La notizia
del giorno è: Laura Di Pietro, giornalista, nominata assessore dal sindaco
Alessandrini! La prima riflessione: è una Zagattata, cioè, poteva scegliere se
scrivere una recensione su un bel piatto di pasta e fagioli, o fare un
minestrone politico, ha scelto la seconda. Ma, la nomina odierna, che non
suscita né gioia né dolore, mi costringe a tornare ai cinque trascorsi al
Comune di Pescara, con un ruolo chiaro, ma che a molti è piaciuto confondere. Sulla
carta ero semplicemente l’addetto stampa dell’amministrazione Albore Mascia,
tra l’altro neanche un incarico diretto, ma un incarico dato alla società di
cui ero socia con altri giornalisti. In realtà, per me, sono stati 5 anni sul
fronte, se andavo in Iraq o in Vietnam negli anni ’60-’70 mi sarebbe andata
meglio. Dal primo giorno che sono arrivata, prima le pressioni giunte,
inizialmente, non dalla politica, ma da una parte dei colleghi giornalisti. Chi
la voleva cotta, chi la voleva cruda, chi voleva ‘consulenze’ mascherate, chi
voleva coordinare convegni e dibbbattiti, ovviamente a pagamento, mica gratis.
Le richieste non sono state accontentate e sono arrivate, puntuali, le
ritorsioni, sopportate con pazienza, ma tanta pazienza. Poi, ai colleghi
giornalisti, fortunatamente solo una parte, ma una parte ben specifica, ben definita
e individuabile, è arrivata la politica, quella della sinistra Piddi! Il succo
del discorso era: ti sei esposta in prima persona, troppo politicamente
schierata, fra l’altro ti sei schierata con la parte sbagliata, ossia con il
centro-destra, e non con la sinistra, e quindi ora vai massacrata. E c’hanno
provato: ricordo almeno 4 o 5 sedute del Consiglio comunale a me dedicate, o
meglio, non ero all’ordine del giorno, ma quegli ordini del giorno venivano
stravolti per parlare di me e del mio lavoro. Ma non per dire: scrive bene, o
male, lavora tanto, o troppo poco, no, era per commentare i miei comunicati che,
secondo il Piddi, non erano comunicati in cui riportavo, da addetto stampa, il
pensiero dei politici del centro-destra. No, erano miei comunicati, cioè miei,
era il mio pensiero, ovviamente secondo il Piddi. Ricordo quando il consigliere
d’opposizione Roberto De Camillis, ovviamente prima di traghettarsi nella
maggioranza per fare il Presidente del Consiglio comunale, rispondendo a un
comunicato stampa del centro-destra (e da me semplicemente redatto in qualità
di addetto stampa), e rigettando in maniera veemente, convinta, decisa, l’ipotesi
di un suo possibile passaggio al centrodestra-maggioranza (avvenuto dopo qualche
settimana) disse che ‘all’addetto stampa, che non sa fare la ‘o’ col bicchiere,
bisogna prima imparare a scrivere’, peccato che io avessi solo riportato un
pensiero dei consiglieri di centro-destra. Ma la ‘o’ poi l’ho imparata, quando
c’è stata la sua conferenza stampa per annunciare il passaggio in maggioranza,
eh lì poi avevo imparato a scrivere. Ricordo quando un ex
vicesindaco-consigliere del Piddi, tal Camillo D’Angelo, sventolava i miei
comunicati, passatigli in tempo reale dai giornalistidicuisopra, diceva che ero
una ‘velinaria-stamperia comunale-minculpop’, e diceva che sui comunicati non
erano i consiglieri o gli assessori a parlare, ma ero io. Ricordo quando un onorevoleconsigliere
fermò il consiglio comunale per dire che ‘prima o poi questo ufficio stampa
qualcuno lo dovrà fermare’! Su questo mai nessuno della mia categoria, e parlo
di Ordine, sindacato, ecc ecc, ha ritenuto di esprimere mai una parola di
solidarietà o di richiamo all’ordine, cioè rispetto dei ruoli, i politici
facciano i politici, e rispettino il lavoro degli addetti stampa. Per fortuna
la Procura ha invece ritenuto di dirla qualche parola in merito. Ma ricordo
ancora quando sempre De Camillis interruppe il Consiglio comunale per chiedere
al sindaco Albore Mascia la mia revoca perché avevo offeso su facebook un loro
esponente, e non era vero. E ricordo quando l’odierno sindaco Alessandrini,
capogruppo Piddi chiese al sindaco le mie dimissioni perché un mio ‘parente’,
commentando su facebook due ragazzi che con una Smart avevano attraversato il
ponte del mare, aveva scritto sotto ‘Idioti’, per lui era stata un’esaltazione
di quell’azione, ovvero un ‘invito verso altri a ripetere l’impresa’, e siccome
la cosa era tanto grave io non potevo continuare a fare l’addetto stampa del
Comune. Ovviamente la cosa ebbe come cassa di risonanza un unico quotidiano di
Pescara, con i giornalisti di cui sopra. Così come ricordo anche che sempre l’attuale
sindaco Alessandrini presentò una denuncia formale all’ordine dei giornalisti
per denunciare che la sottoscritta, oltre a lavorare come addetto stampa del
Comune, manteneva in piedi una collaborazione con Radio Delta Uno, e, da
avvocato, neanche si era preoccupato di accertare la veridicità della cosa che stava
mettendo nero su bianco, una Zagattata, ossuvia! Bene, ma nel mio archivio ne
ho mille di altri casi del genere, e non voglio annoiare. Dunque, io ero
attaccata personalmente perché troppo schierata, a differenza di altri addetti
stampa! E gli attacchi poi sono culminati, cosa nota, in un vero gesto mafioso:
l’incendio della mia auto, dentro casa. Ma tant’è, me l’ero meritato: mi hanno
detto di lasciare l’incarico, e ci sono rimasta; mi hanno fatto capire, sempre
con le cattive, che dovevo smetterla di fare comunicati, e non ho smesso; c’hanno
provato con lo stalking psicologico, e non ‘so crollata, e che cacchio, mo’
almeno la macchina! Ma anche lì, come dico sempre con orgoglio, non avevano
fatto i conti che non sono cresciuta in via Regina Elena, né ai Parioli, ma
alla Marina sud, e che se mio nonno, dopo la guerra, tornato vivo, unico del
suo battaglione, aveva sfidato per anni la forza delle onde, quando andare a
pesca era veramente una scommessa quotidiana, beh! Io potevo sopportare anche
una macchina incendiata. Ma torniamo alla sostanza: dunque, io ero attaccata perché
troppo schierata, un rimprovero che per cinque anni mi sono sentita anche
rivolgere dall’Ordine, persino dal Consiglio di disciplina. E oggi però la
giornalista Laura Di Pietro, collaboratrice (non ex) de Il Messaggero, addetta
stampa istituzionale della Provincia di Pescara (eh sì, lei ha potuto mantenere
i due lavori contemporaneamente, perché a Pescara se ti schieri con il Piddi lo
puoi fare, cambiano le regole e le norme deontologiche non ti impongono più di
scegliere tra i due lavori, e soprattutto Ordine, sindacato e Consiglio di
Disciplina non leggono i giornali, non sanno nulla degli incarichi, e quindi
non possono sapere cosa accade), ebbene, lei da oggi è assessore al Comune di
Pescara. Le capacità le vedremo sul campo, non posso commentarle. Ma, Laura Di
Pietro oggi cos’è? Non è per caso ‘schierata’? Da oggi lei sarà assessore
comunale a Pescara in quota Piddi, non segretaria, ufficio stampa, portavoce…ma
assessore esterno, scelta appositamente dal Piddi! Ma lei non è schierata. Non
solo: per il Piddi non valgono regole, incompatibilità, opportunità, e quindi
già si è detto che farà l’assessore, continuerà a fare l’addetto stampa in
Provincia, dove tanto governa sempre il Piddi, e a questo punto mantenesse pure
la collaborazione con Il Messaggero, tanto che problema c’è. Ma se io ero
schierata e ‘troppo esposta personalmente’ per colpa mia, la collega Di Pietro,
cos’è? Non lo so, per questo lo sto chiedendo, ed è meglio precisarlo o domani
mi ritrovo con un procedimento del Consiglio di Disciplina per ‘mancato
rispetto del principio di solidarietà tra colleghi’. La verità è che la collega
Di Pietro ha scelto la parte ‘giusta’, la sinistra; io quella ‘sbagliata’. Che
poi non si sa chi l’abbia stabilito, ma almeno dal 2009 vige questa regola. E a
sinistra non devi avere neanche la capacità di fare ‘la O col bicchiere’, tanto
che fai la portavoce dell’amministrazione comunale e ti puoi anche permettere
di confondere la festa di Sant’Andrea con quella di San Cetteo, ma non accade
nulla. Del resto sei troppo impegnato a portare avanti anche una testata
giornalistica on line che, anche in questo caso, non è incompatibile con il
ruolo di portavoce, perché lì ti occupi di cucina. Che poi quella stessa
testata, come società, abbia anche organizzato i confronti politico-elettorali
tra i candidati alla carica di sindaco, mandando gli inviti con tanto di
lettera intestata (che io ho, ovviamente, o non scriverei quanto state
leggendo), e curando poi i comunicati stampa per raccontare com’erano andati i
confronti, poco importa, perché i confronti erano…al ristorante. Ecco, questo
dettaglio cancella qualunque incompatibilità, perché lavori dalla parte giusta.
Ma…domenica scorsa, troppo caldo, niente mare, ho visto per la prima volta, io
con i miei tre adorati gatti, il film ‘Paolo Borsellino’. Dopo quel film una
sola riflessione: io preferisco stare dalla parte sbagliata! Buona giornata!
Nessun commento:
Posta un commento