sabato 25 luglio 2015

Laura Di Pietro neo-assessore della giunta Alessandrini. Io preferisco stare dalla 'parte sbagliata'


Quando hai tanto da lavorare anche stare dietro al blog diventa un’impresa. Ma oggi lo sforzo merita, e non per trasformare il blog in un muro del pianto, o in un diario alla Bridget Jones, ma perché, come dico sempre, ci sono cose che devono essere commentate e raccontate. La notizia del giorno è: Laura Di Pietro, giornalista, nominata assessore dal sindaco Alessandrini! La prima riflessione: è una Zagattata, cioè, poteva scegliere se scrivere una recensione su un bel piatto di pasta e fagioli, o fare un minestrone politico, ha scelto la seconda. Ma, la nomina odierna, che non suscita né gioia né dolore, mi costringe a tornare ai cinque trascorsi al Comune di Pescara, con un ruolo chiaro, ma che a molti è piaciuto confondere. Sulla carta ero semplicemente l’addetto stampa dell’amministrazione Albore Mascia, tra l’altro neanche un incarico diretto, ma un incarico dato alla società di cui ero socia con altri giornalisti. In realtà, per me, sono stati 5 anni sul fronte, se andavo in Iraq o in Vietnam negli anni ’60-’70 mi sarebbe andata meglio. Dal primo giorno che sono arrivata, prima le pressioni giunte, inizialmente, non dalla politica, ma da una parte dei colleghi giornalisti. Chi la voleva cotta, chi la voleva cruda, chi voleva ‘consulenze’ mascherate, chi voleva coordinare convegni e dibbbattiti, ovviamente a pagamento, mica gratis. Le richieste non sono state accontentate e sono arrivate, puntuali, le ritorsioni, sopportate con pazienza, ma tanta pazienza. Poi, ai colleghi giornalisti, fortunatamente solo una parte, ma una parte ben specifica, ben definita e individuabile, è arrivata la politica, quella della sinistra Piddi! Il succo del discorso era: ti sei esposta in prima persona, troppo politicamente schierata, fra l’altro ti sei schierata con la parte sbagliata, ossia con il centro-destra, e non con la sinistra, e quindi ora vai massacrata. E c’hanno provato: ricordo almeno 4 o 5 sedute del Consiglio comunale a me dedicate, o meglio, non ero all’ordine del giorno, ma quegli ordini del giorno venivano stravolti per parlare di me e del mio lavoro. Ma non per dire: scrive bene, o male, lavora tanto, o troppo poco, no, era per commentare i miei comunicati che, secondo il Piddi, non erano comunicati in cui riportavo, da addetto stampa, il pensiero dei politici del centro-destra. No, erano miei comunicati, cioè miei, era il mio pensiero, ovviamente secondo il Piddi. Ricordo quando il consigliere d’opposizione Roberto De Camillis, ovviamente prima di traghettarsi nella maggioranza per fare il Presidente del Consiglio comunale, rispondendo a un comunicato stampa del centro-destra (e da me semplicemente redatto in qualità di addetto stampa), e rigettando in maniera veemente, convinta, decisa, l’ipotesi di un suo possibile passaggio al centrodestra-maggioranza (avvenuto dopo qualche settimana) disse che ‘all’addetto stampa, che non sa fare la ‘o’ col bicchiere, bisogna prima imparare a scrivere’, peccato che io avessi solo riportato un pensiero dei consiglieri di centro-destra. Ma la ‘o’ poi l’ho imparata, quando c’è stata la sua conferenza stampa per annunciare il passaggio in maggioranza, eh lì poi avevo imparato a scrivere. Ricordo quando un ex vicesindaco-consigliere del Piddi, tal Camillo D’Angelo, sventolava i miei comunicati, passatigli in tempo reale dai giornalistidicuisopra, diceva che ero una ‘velinaria-stamperia comunale-minculpop’, e diceva che sui comunicati non erano i consiglieri o gli assessori a parlare, ma ero io. Ricordo quando un onorevoleconsigliere fermò il consiglio comunale per dire che ‘prima o poi questo ufficio stampa qualcuno lo dovrà fermare’! Su questo mai nessuno della mia categoria, e parlo di Ordine, sindacato, ecc ecc, ha ritenuto di esprimere mai una parola di solidarietà o di richiamo all’ordine, cioè rispetto dei ruoli, i politici facciano i politici, e rispettino il lavoro degli addetti stampa. Per fortuna la Procura ha invece ritenuto di dirla qualche parola in merito. Ma ricordo ancora quando sempre De Camillis interruppe il Consiglio comunale per chiedere al sindaco Albore Mascia la mia revoca perché avevo offeso su facebook un loro esponente, e non era vero. E ricordo quando l’odierno sindaco Alessandrini, capogruppo Piddi chiese al sindaco le mie dimissioni perché un mio ‘parente’, commentando su facebook due ragazzi che con una Smart avevano attraversato il ponte del mare, aveva scritto sotto ‘Idioti’, per lui era stata un’esaltazione di quell’azione, ovvero un ‘invito verso altri a ripetere l’impresa’, e siccome la cosa era tanto grave io non potevo continuare a fare l’addetto stampa del Comune. Ovviamente la cosa ebbe come cassa di risonanza un unico quotidiano di Pescara, con i giornalisti di cui sopra. Così come ricordo anche che sempre l’attuale sindaco Alessandrini presentò una denuncia formale all’ordine dei giornalisti per denunciare che la sottoscritta, oltre a lavorare come addetto stampa del Comune, manteneva in piedi una collaborazione con Radio Delta Uno, e, da avvocato, neanche si era preoccupato di accertare la veridicità della cosa che stava mettendo nero su bianco, una Zagattata, ossuvia! Bene, ma nel mio archivio ne ho mille di altri casi del genere, e non voglio annoiare. Dunque, io ero attaccata personalmente perché troppo schierata, a differenza di altri addetti stampa! E gli attacchi poi sono culminati, cosa nota, in un vero gesto mafioso: l’incendio della mia auto, dentro casa. Ma tant’è, me l’ero meritato: mi hanno detto di lasciare l’incarico, e ci sono rimasta; mi hanno fatto capire, sempre con le cattive, che dovevo smetterla di fare comunicati, e non ho smesso; c’hanno provato con lo stalking psicologico, e non ‘so crollata, e che cacchio, mo’ almeno la macchina! Ma anche lì, come dico sempre con orgoglio, non avevano fatto i conti che non sono cresciuta in via Regina Elena, né ai Parioli, ma alla Marina sud, e che se mio nonno, dopo la guerra, tornato vivo, unico del suo battaglione, aveva sfidato per anni la forza delle onde, quando andare a pesca era veramente una scommessa quotidiana, beh! Io potevo sopportare anche una macchina incendiata. Ma torniamo alla sostanza: dunque, io ero attaccata perché troppo schierata, un rimprovero che per cinque anni mi sono sentita anche rivolgere dall’Ordine, persino dal Consiglio di disciplina. E oggi però la giornalista Laura Di Pietro, collaboratrice (non ex) de Il Messaggero, addetta stampa istituzionale della Provincia di Pescara (eh sì, lei ha potuto mantenere i due lavori contemporaneamente, perché a Pescara se ti schieri con il Piddi lo puoi fare, cambiano le regole e le norme deontologiche non ti impongono più di scegliere tra i due lavori, e soprattutto Ordine, sindacato e Consiglio di Disciplina non leggono i giornali, non sanno nulla degli incarichi, e quindi non possono sapere cosa accade), ebbene, lei da oggi è assessore al Comune di Pescara. Le capacità le vedremo sul campo, non posso commentarle. Ma, Laura Di Pietro oggi cos’è? Non è per caso ‘schierata’? Da oggi lei sarà assessore comunale a Pescara in quota Piddi, non segretaria, ufficio stampa, portavoce…ma assessore esterno, scelta appositamente dal Piddi! Ma lei non è schierata. Non solo: per il Piddi non valgono regole, incompatibilità, opportunità, e quindi già si è detto che farà l’assessore, continuerà a fare l’addetto stampa in Provincia, dove tanto governa sempre il Piddi, e a questo punto mantenesse pure la collaborazione con Il Messaggero, tanto che problema c’è. Ma se io ero schierata e ‘troppo esposta personalmente’ per colpa mia, la collega Di Pietro, cos’è? Non lo so, per questo lo sto chiedendo, ed è meglio precisarlo o domani mi ritrovo con un procedimento del Consiglio di Disciplina per ‘mancato rispetto del principio di solidarietà tra colleghi’. La verità è che la collega Di Pietro ha scelto la parte ‘giusta’, la sinistra; io quella ‘sbagliata’. Che poi non si sa chi l’abbia stabilito, ma almeno dal 2009 vige questa regola. E a sinistra non devi avere neanche la capacità di fare ‘la O col bicchiere’, tanto che fai la portavoce dell’amministrazione comunale e ti puoi anche permettere di confondere la festa di Sant’Andrea con quella di San Cetteo, ma non accade nulla. Del resto sei troppo impegnato a portare avanti anche una testata giornalistica on line che, anche in questo caso, non è incompatibile con il ruolo di portavoce, perché lì ti occupi di cucina. Che poi quella stessa testata, come società, abbia anche organizzato i confronti politico-elettorali tra i candidati alla carica di sindaco, mandando gli inviti con tanto di lettera intestata (che io ho, ovviamente, o non scriverei quanto state leggendo), e curando poi i comunicati stampa per raccontare com’erano andati i confronti, poco importa, perché i confronti erano…al ristorante. Ecco, questo dettaglio cancella qualunque incompatibilità, perché lavori dalla parte giusta. Ma…domenica scorsa, troppo caldo, niente mare, ho visto per la prima volta, io con i miei tre adorati gatti, il film ‘Paolo Borsellino’. Dopo quel film una sola riflessione: io preferisco stare dalla parte sbagliata! Buona giornata!

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