“Spero che tutto questo non dipenda da te perché ho
già avvisato la rigido (Digos) e domani andrò in procura a denunciare i fautori”.
Eccola là! Il balneatore è tornato, sempre lo stesso, sempre lui, quello delle
minacce di giugno, di nuovo a minacciare. Quello pubblicato è il messaggio
telefonico che mi ha mandato ieri sul tardo pomeriggio, e la ragione è sempre
la stessa: dell’inquinamento del mare non si deve parlare, o sei morto. I
fatti. Nel pomeriggio di ieri mi arriva sulla mail, come a tutte le altre
redazioni giornalistiche, il comunicato stampa dell’Associazione ‘Terra Nostra’
che ha organizzato per domenica mattina prossima, 30 agosto, il #nontipagoday.
Ossia, maxi assemblea tra tutti i bagnanti, turisti, cittadini, fruitori del
mare e della spiaggia che quest’anno, per le ormai tristemente note vicende
inerenti l’inquinamento del mare, di fatto non hanno usufruito del mare e della
spiaggia, o magari ne hanno goduto per un po’ per poi ritrovarsi con il bambino
a casa per dermatiti o gastroenteriti da curare con l’antibiotico e, si sa, con
l’antibiotico niente sole. Centinaia (e mi tengo bassa) di utenti che magari
avevano già saldato il conto dell’ombrellone o della palma, o ne avevano pagato
solo un acconto, e già si sono visti il balneatore chiedere il resto, o, anche,
persone che non hanno ancora saldato un euro di quel conto, che comunque
dovranno pagarlo. L’Associazione ‘Terra Nostra’, in sostanza domenica,
impartirà le direttive offrendo agli utenti, penalizzati dall’inquinamento del
mare, la possibilità di non saldare il conto con i balneatori, o di farsi
risarcire se già hanno pagato, tirando fuori una sentenza della Corte di Cassazione
del 2010 determinata da un ricorso delle Associazioni di difesa del
Consumatore. Particolare la location scelta: il tratto di marciapiede del
litorale situato di fronte a uno stabilimento balneare, uno scelto a caso tra
le decine che, sulla riviera nord, più di altri sono stati interessati dalla
problematica, ‘Apollo’. Bene, quando ieri mi è arrivata la mail ho dato una
scorsa veloce, in tutt’altre faccende affaccendata, ho segnato in agenda l’appuntamento,
potenzialmente seguibile, e sono scappata a un appuntamento. Passa un’ora e mi
arriva una telefonata: “Patrì che sta a succedere?”. “E che ne so? Che sta a
succedere?” replico io. “No dai che sta a succedere, mi stanno a bombardare
tutti, Lorenzo del Plinius, Domenico dice che ci stai tu dietro sta storia di
Terra Nostra, che è?”. Faccio rapidamente mente locale e mi si accende la
lampadina: “Ma stai parlando di Terra Nostra?” chiedo. “Eh, Terra Nostra”. “E
io che ne so, che sono io Terra Nostra? Chiama il presidente che vuoi da me?”,
faccio neanche troppo gentile. “No ma io gli ho detto a Domenico di chiamarti,
ma quello dice che ci stai tu dietro”. A quel punto taglio corto, “guarda sono
a un appuntamento di lavoro, se vuoi ti leggo rapidamente il comunicato stampa
che mi è arrivato, ma io non c’entro nulla’. Gli leggo il comunicato, giro la
mail e chiudo la conversazione, tornando alle mie faccende. Ore 19.42 la
sorpresa: ecco che sul cellulare mi arriva questo sms da un noto balneatore
della riviera nord (quello delle minacce di giugno, ricordate?): “Ho parlato
con bip (il primo balneatore) è mi aveva detto che potevo chiamarti (letterale,
sto ricopiando il messaggio). Spero che tutto questo non dipenda da te perché ho
avvisato la rigido e domani andrò in procura a denunciare i fautori’ e poi ‘Ho
avvisato la divisa’ e ancora ‘La digos’. Dopo aver cercato, non senza fatica,
di interpretare i tre sms facendo un collage, gli ho replicato che anch’io
avrei inviato alla Squadra mobile il messaggio, in aggiunta alle minacce
precedenti, e gli ho detto di non ‘rompere più’ risolvendo altrove i suoi
problemi, a me ignoti. E lui replica ‘Fai quello che vuoi ci vediamo in
tribunale’. Allibita! Ovviamente telefono al primo balneatore, al quale ho
rimproverato innanzitutto di aver dato il mio numero di cellulare privato al
secondo balneatore, ben conoscendone le intenzioni tutt’altro che amichevoli,
fra l’altro essendo consapevole delle prime minacce; e poi ho chiesto anche…ma
che volete da me? In sostanza, secondo il secondo balneatore, io sarei l’organizzatrice
dell’evento di domenica prossima dell’Associazione ‘Terra Nostra’, io avrei
deciso la location, io sono la regia di tutta la polemica sull’inquinamento del
mare a Pescara. E poi la frase, ‘Eh ma lo sai lì c’è la delvecchite dietro’.
Ossia? C’è una delvecchite che sta fomentando questo e altri balneatori contro
di me, facendogli veramente credere che sono io ad aver provocato l’inquinamento
del mare? O semplicemente la mia colpa sarebbe quella di aver fatto emergere il
problema già lo scorso giugno, cominciando a parlarne e a sollevare
interrogativi, perché quel polverone, invece, doveva rimanere sepolto sotto il
tappeto, non se ne doveva parlare, e al diavolo se qualcuno ha vomitato per
venti giorni per aver bevuto quell’acqua di mare con le feci, echissenefrega!
Ora, al di là della gravità della cosiddetta ‘delvecchite’, e anche questa è
una responsabilità del sindaco Alessandrini e del presidente D’Alfonso che gli
hanno dato tanto potere in mano, addirittura la capacità e il potere di ‘fomentare’
folle’, beh! Se tutto il casino dell’inquinamento del mare è nato per ‘colpa’
mia, vuol dire che ho fatto solo il mio mestiere, quello della cronista, e a
quanto pare devo averlo fatto veramente bene senza essermene accorta. In
realtà, tornando alla realtà, io ho dato solo il mio contributo, poi sono
arrivati altri accadimenti che hanno visto scendere in campo gli esponenti
della politica che con coraggio hanno denunciato e presentato esposti. Ma le
minacce sono una cosa seria: ancora stamane sempre il solito balneatore ha
telefonato al responsabile dell’Associazione ‘Terra Nostra’ e gli ha detto ‘mi
hanno detto che dietro a tutto questo c’è Patricia’, una convinzione, ormai,
tanto radicata, che nessuno potrà scalzare. Ed è grave, perché la non
conoscenza dei fatti ha sempre portato a effetti collaterali pessimi. Ed è
grave che ci sia qualcuno, questa volta sì in cabina di regia, che giochi con
questa ‘non-conoscenza’ dei fatti e la usi a proprio consumo, a seconda di come
gli serve, dirottando questa rabbia ora su uno ora sull’altro. Si chiama ‘istigazione
al reato’. Domenica la manifestazione di ‘Terra Nostra’ si farà, si farà sul
marciapiede dinanzi allo stabilimento ‘Apollo’, ossia in uno spazio pubblico,
aperto a tutti, libero, in cui vige la democrazia dell’utilizzo condiviso, in
cui nessuno può venire a dire alla gente se può o meno sostare e fermarsi per
fare due chiacchiere. Non è importante perché sia stato scelto quel tratto di riviera,
è stato scelto e basta e la scelta non è sindacabile. Ai balneatori un solo
consiglio: fate la vostra battaglia, fatela nella legittimità degli strumenti,
allontanando i soggetti che usano le minacce, che servono solo a deprimere la
vostra stessa battaglia, rendendola nulla, ma siate onesti e tornate a riconoscere
colpe e responsabilità, prendete le distanze dalle lobby della politica. L’inquinamento
del mare a Pescara ha un padre con un nome e un cognome, pronunciamoli, sarà
liberatorio. Buona giornata!
Piena solidarietà, Patricia, per le incredibili minacce ricevute.
RispondiEliminaGrazie Ivano!
RispondiElimina