Tanto tuonò che piovve, ed è giusto che sia così.
Stamattina è stata ufficialmente aperta l’inchiesta della Procura della
Repubblica di Pescara sulla torbida vicenda della balneazione mancata, negata e
taciuta sulla riviera di Pescara. Una storia torbida che si muove tra ordinanze
fatte e firmate non si sa quando, ordinanze mai pubblicate, mai divulgate, su
cui non c’è stata una benché minima forma di informazione da parte del sindaco
di Pescara, e non perché non ne avesse gli strumenti, anzi, gli avanzano: un
portavoce pagato fior di euro con soldi pubblici; un altro giornalista in
pensione direttore di una rivista dell’amministrazione comunale che bazzica nei
dintorni; un consigliere comunale giornalista; un assessore
giornalista-portavoce del Presidente della Provincia di Pescara e più chi ne ha
più ne metta. Forse ci sono più giornalisti oggi al Comune che sul resto della
città, e non uno che si sia degnato di scrivere due righe per far sapere alla
popolazione di non farsi il bagno perché l’acqua del mare era inquinata, e
molto. Ma sicuramente sarà stato il sindaco a impedire loro di fare il proprio
mestiere, ossia di informare la città, e allora il sindaco Alessandrini vuol
dire che porterà tutto solo sulle sue spallucce una responsabilità non da poco:
quella di aver consentito a centinaia di persone e di bambini di farsi il bagno
in acqua, in giorni di fortissimo caldo, non solo in mezzo alle feci, ai topi e
a tutto ciò che vive in una fogna, ma anche in mezzo all’Oxystrong, ossia alla
varechina, che quando la usi a casa la prima raccomandazione è ‘lavarsi bene le
mani dopo l’uso, non venire in contatto con gli occhi, in caso di ingestione
contattare subito un medico’. Ecco: al mare la varechina l’hanno bevuta,
ingerita, digerita, ci si è lavati le mani e pure gli occhi. Ma secondo
l’assessore all’Ambiente Marchegiani, titolare di un laboratorio analisi,
lavarsi nell’Oxystrong fa bene alla salute. Ma torniamo ai fatti: il 28 luglio
si rompe la condotta fognaria di via Raiale; in 17 ore si sversano nel mare 30milioni
di litri di liquami, feci, e immondizia di fogna, ossia 30mila metri cubi, che
Comune, Aca e Arta tentano di lavare con 450 litri di Oxystrong; il 29 luglio
l’Arta fa le analisi suppletive per verificare quale impatto quello sversamento
avesse avuto con l’ambiente; intanto il sindaco Alessandrini si fa i fatti suoi
e non racconta ai cittadini cosa stesse accadendo, quindi non racconta della
rottura, né dello sversamento, né tantomeno emette un’ordinanza cautelativa e
precauzionale, nonostante il buon senso lo avrebbe suggerito, perché è normale
che se butti in mare 30milioni di litri di liquami l’acqua non è più
balneabile. Il 31 luglio l’Arta consegna al sindaco Alessandrini i risultati
dei suoi campionamenti che però, ed è bene precisarlo, vengono fatti solo ed
esclusivamente in via Balilla, dove comunque risultano valori spaventosi: 660
enterococchi, tre volte superiori al limite di 200; 2005 escherichiacoli, 4
volte superiori al limite. Pur avendo la conferma di ciò che anche il buon
senso avrebbe suggerito, il sindaco Alessandrini comunque tace, sceglie di non
avvertire la città che continua a farsi il bagno in mare, proprio perché sono
giorni di fortissimo caldo e afa. E tace anche se, dando un’occhiata sui
social, cominciano a diffondersi le notizie di una pandemia di virus
intestinale che sta colpendo mezza città, costringendo tanti a far ricorso
all’ospedale o comunque a guardia medica e medici di base. Niente lo tocca,
niente lo smuove, lui tace. Il primo agosto ci ripensa, forse consigliato da
qualcuno, ma solo a metà: firma, racconta molto a posteriori, il 7 agosto,
un’ordinanza di divieto di balneazione solo in via Balilla, ma non la divulga,
non la rende nota alla città, se la tiene per sé, in un cassetto. In questo
modo, probabilmente, il sindaco Alessandrini pensava di essersi blindato,
ossia: se non lo scopre nessuno meglio; se qualcuno dovesse scoprire che non
stiamo ottemperando alla previsione di legge (116 del 2008, articolo 10, comma
1) diciamo ‘eh, ma io l’ordinanza l’ho fatta, quindi sono in regola’. E invece,
caro sindaco Alessandrini non è così, perché quella legge che anche tu conosci
non ti mette a posto la coscienza e non ti salva la carica solo perché hai
fatto un’ordinanza, perché quella legge ti impone anche di far sapere alla
città che c’è il divieto di balneazione, devi fare comunicati, devi mettere i
cartelli di divieto, e devi tu sindaco assicurarti che tutti sappiano cos’è
accaduto. Non solo: per dare efficacia ed esecutività all’ordinanza occorre la
pubblicazione all’Albo pretorio del Comune, pubblicazione che non c’è stata,
dunque quell’ordinanza è fuffa. Poi: il primo agosto l’Arta ripete le analisi,
che restituisce il 3 agosto e tutto è rientrato nella norma. Ma resta un dato
incontrovertibile, ossia che dal 28 luglio al 3 agosto la cittadinanza comunque
si è fatta il bagno tra i liquami di fogna e il sindaco Alessandrini che, per
sua stessa ammissione, sapeva, non l’ha detto dunque non ha permesso ai
cittadini di assumere le dovute cautele per proteggere se stessi e i bambini.
Ed è su questo che ora la Procura dovrà fare chiarezza: due gli Organi di
Polizia coinvolti, la Polizia giudiziaria del Corpo della Forestale dello Stato
e la Polizia Marittima della Guardia Costiera. I primi sono andati all’Arta e
all’Aca; la Polizia Marittima già ieri sera aveva consegnato in Comune la
richiesta di acquisizione degli atti e stamattina sono tornati a prendere il
materiale. E in tutta onestà il coinvolgimento della Polizia marittima mi ha
sorpreso, visto che sino a oggi la Capitaneria di Porto-Direzione Marittima è
stata in un silenzio spaventoso, nonostante abbia il ruolo di controllore della
legalità su tutto ciò che avviene sul territorio demaniale, compresa la
spiaggia e il mare, nonostante avrebbe dovuto vigilare sull’apposizione dei
cartelli indicanti il divieto di balneazione e, in caso di assenza, avrebbe
dovuto censurare il comportamento dell’amministrazione comunale e anche
denunciare tale omissione. Però ora le indagini sono state affidate anche alla
Polizia Marittima. Acquisite carte, dunque, mail, pec, ordinanze e dati sulle
analisi. Sì, ma qui la domanda è una soltanto: è un reato o no, da parte di un
sindaco, tacere alla città che c’è un divieto di balneazione causato dallo
sversamento da una condotta fognaria rotta per 17 ore? È un reato o no, da
parte di un sindaco, non rendere pubblica un’ordinanza di divieto di
balneazione? È un reato o no non pubblicare l’ordinanza sull’albo pretorio del
Comune di Pescara? Queste sono le domande attorno a cui far girare l’inchiesta.
Ma c’è di più: rivedendo i dati dell’Arta mi sono sorte delle perplessità. I
campionamenti vengono eseguiti sulla base di un calendario stabilito dalla
Regione Abruzzo che, per Pescara, ha stabilito le date dell’8 luglio per le
analisi di routine su tutti i punti di prelievo e, solo per via Balilla (che
esce da un periodo di divieto permanente di balneazione) il 21 luglio come
analisi suppletive. Ora, a fronte di uno sversamento di tali proporzioni,
ovvero 30milioni di litri di liquami e feci nell’acqua, perché l’Arta ha svolto
i campionamenti solo ed esclusivamente nel mare all’altezza di via Balilla? Chi
ha scelto di fermare lì le indagini? Piuttosto sarebbe stato logico e opportuno
ripetere i campionamenti, in via straordinaria, su tutto il litorale, perché
non è che la cacchina galleggia in via Balilla e la corrente non può
trascinarla sino a via Mazzini. Quindi la verità è che sappiamo che in via
Balilla l’acqua del mare era inquinata perché ci sono state delle analisi, ma
sul resto del litorale, dove le analisi non sono state eseguite, non sappiamo
in realtà com’era la situazione al 29 luglio. Ieri in Commissione Vigilanza al
Comune il vicesindaco ha cercato di continuare l’opera di intorbidimento delle
acque, mischiando le notizie, affermando di aver sempre fatto i comunicati
stampa per informare la città sulla rottura delle condotte, salvo poi smentirsi
non disponendo di quei comunicati, peraltro danneggiando solo il sindaco
Alessandrini che ha già ammesso nei giorni scorsi il suo errore consapevole,
ossia non aver volutamente divulgato l’ordinanza di divieto di balneazione. E
siccome poi il diavolo ci mette lo zampino, più cerchi di insabbiare e più il
peggio viene fuori: lo scorso 5 agosto l’Arta ha ripetuto le analisi di
routine, tutto bene ad eccezione della zona a 300 metri dal molo nord, dove
comunque il valore degli escherichiacoli ha superato il limite di legge di 500
microgrammi, facendo registrare 782 microgrammi, e comunque il Comune non lo ha
detto, ancora una volta, alla città. Oggi però, all’improvviso, sono saltate
fuori altre analisi, straordinarie rispetto al calendario regionale, suppletive
quanto inattese (ossia non sappiamo cosa le abbia scatenate e perché siano
state eseguite), che hanno certificato un’impennata dell’inquinamento a Pescara
sud, foce Fosso Pretaro, al confine con Francavilla al Mare: parliamo di valori
di enterococchi pari a 5.200 microgrammi, dunque 26 volte superiori al limite
di legge, e degli escherichia coli pari a 2005 microgrammi, 4 volte più del
normale. Non appena ricevute le notifiche dell’Arta, il vicesindaco di Pescara si
è subito attivato: sta facendo redigere le ordinanze di divieto di balneazione;
le sta per fare pubblicare sull’albo pretorio del Comune; intanto ha già
avvisato per telefono i giornalisti per assicurarsi che la notizia abbia lo
spazio adeguato domani sui giornali in modo da informare la cittadinanza che a
Fosso Pretaro a Ferragosto non ci si può fare il bagno; sta mandando gli operai
a mettere i cartelli di divieto di balneazione; ha già mandato in avanscoperta
gli agenti della Polizia municipale per informare i balneatori di vietare ai
propri bagnanti di entrare in acqua…un attivismo che cozza contro il silenzio
del 31 luglio scorso. Ma soprattutto sorge la domanda: se oggi il vicesindaco
si sta dando tanto da fare per informare la popolazione di quel nuovo divieto
di balneazione, e sta seguendo la legge, allora è evidente che il sindaco, che
ha invece imboscato nel cassetto l’ordinanza di via Balilla, non ha seguito la
legge e ancora più lampante oggi emerge la sua mancanza. E allora oggi, più che
mai, la richiesta delle sue dimissioni è spontanea. A proposito: domani ci
aspettiamo una lettera di sostegno di Annalisa Colagiovanni. Buona giornata!
Ma la varechina, sia sincera, non era stata mai usata prima d'ora? Con l'auspicato ritorno del centrodestra, il mare tornerà pulito come acqua di fonte. Come del resto lo è stato sempre e solo con i sindaci che le aggradano. Mentre ahimè il fiume e il mare erano inquinati ieri non meno di oggi.
RispondiEliminaMa la varechina, sia sincera, non era stata mai usata prima d'ora? Con l'auspicato ritorno del centrodestra, il mare tornerà pulito come acqua di fonte. Come del resto lo è stato sempre e solo con i sindaci che le aggradano. Mentre ahimè il fiume e il mare erano inquinati ieri non meno di oggi.
RispondiEliminaAndreina buongiorno: punto primo, suggerimento tecnico, i commenti puo metterli una sola volta, tanto li leggo e rispondo e suo marito Ivano lo sa. Punto secondo, entro nel merito: lei mi chiede sincerità, io le chiedo onestà intellettuale, consapevolezza nella lettura e soprattutto serenità d'animo (e qui comprendo che è più difficile), meno astio quando si rivolge a me, anche perché neanche mi conosce, se non per 'sentito dire' da altri. Dunque: visto che segue i miei articoli (o così suppongo dai commenti suoi e di Ivano) ho già più volte precisato che il problema non è l'uso dell'Oxystrong in sé, ma la modalità di utilizzo. Con il centro-destra l'Oxystrong, o varechina, come la chiamo io per far capire a tutti di che parliamo, ma se vuole lo chiamo anche 'acido peracetico' che non mi sembra il top, si è sempre usato come prescrive la norma, ossia solo per 'la disinfezione delle vasche di depurazione', che poi subivano un periodo di decantazione e ulteriore igienizzazione. Mai e poi mai è stato autorizzato da alcuno l'utilizzo dell'Oxystrong direttamente nelle fogne, che equivale a buttarlo nel fiume, ossia nel mare! Dal 14 maggio 2015 l'amico Damiani, ex Verdi (stesso partito dell'ex assessore Edvige Ricci-giunta Collevecchio se non erro), politicamente da sempre vicino alla sinistra, e non è un mistero per alcuno, ha autorizzato l'Aca a sversare l'Oxystrong direttamente nelle fogne di Fosso Cavone, zona depuratore, ossia direttamente nel fiume e nel mare, per arginare i danni degli sversamenti di feci quotidiani nel fiume e nel mare per il mancato ripristino della condotta di via Raiale, crollata il 6 aprile 2015 (mi spiace per lei, ma governava sempre il sindaco Alessandrini). Io chiedo: è stato interpellato il Ministero della Salute, o quantomeno la Asl per sentire anche il parere degli altri Organismi deputati alla difesa della salute su tale utilizzo poco ortodosso dell'Oxystrong? Sul Ministero non posso rispondere, sulla Asl sì: no, nessuno ha interpellato la Asl. E vede, per me, non è così normale pensare che si possa gettare la varechina nel fiume e nel mare e che non accada nulla; se così fosse, come ha suggerito un altro dirigente dell'Arta, Carlo Spatola Mayo, assumendosi una bella responsabilità, ma per questo lo ammiro, allora spegniamo i depuratori, visto che non servono, e usiamo solo Oxystrong per pulire le acque! Per poi tornare all'oggetto che l'ha tanto turbata: vede, Andreina, gli 'incidenti' possono accadere nel corso di un'amministrazione, come la rottura di una condotta. Il centro-destra questo se l'è risparmiato solo perché è stato più lungimirante negli investimenti: meno incarichi professionali esterni, quindi meno clientelismo, e più investimenti sui sottoservizi, che non si vedono, portano meno voti, ma più vantaggi per la città. Non mi venga a dire che il centro-destra ha svuotato le casse comunali, perché allora il 'suo' sindaco Alessandrini mi deve spiegare dove ha trovato 1milione 200mila euro per dare incarichi esterni solo dal giugno 2014 a marzo 2015, poi presa da altri impegni, non ho più tenuto i conti! Ma soprattutto: qui il fatto più grave non è neanche la rottura della condotta, ma la scelta del sindaco Alessandrini di nascondere alla città che c'era un divieto di balneazione in un ampio tratto della riviera, dove centinaia di persone hanno fatto il bagno per giorni tra le feci, con conseguenze inimmaginabili, e questo è un dato incontrovertibile. Un altro sindaco, in un altro paese, in un altro continente, per una tale scelta avrebbe chiesto scusa e si sarebbe dimesso salvando la dignità. Vede, Andreina, se non ci si può fidare neanche di colui che per primo deve tutelare la salute pubblica, i cittadini di chi si devono fidare? con la stima di sempre! Mi saluti Ivano
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGentile PatriCia, il mio commento è stato pubblicato una sola volta, benché replicato per qualche diavoleria tecnica che non consente l'eliminazione del doppione. Non è questo il punto: del resto, il post sulla sua pagina è pubblicato per ben tre volte. Se Alessandrini ha omesso la divulgazione del divieto di balneazione, come sembra, c'è la pronta indagine della Procura, cui lei non ha dato troppo credito, che accertera' i fatti, anche relativamente al versamento diretto dell'acido nel fiume e quindi nel mare. Mi spiace che nel lunghissimo commento in risposta alla mia sollecitazione, non ci sia una sola parola sulla responsabilità comune di tutta la olitica circa le pessime condizioni delle acque del nostro prezioso territorio. Ricambio, insieme a Ivano, un caro saluto a lei e Luciano
RispondiEliminaNo Andreina, io ho dato molto credito all'indagine della Procura, e perché, scusi, non dovrei??? Un'indagine che peraltro parte da una confessione-ammissione in piena regola del sindaco Alessandrini che ha personalmente detto di aver firmato l'ordinanza di divieto di balneazione e di aver deciso di non farla sapere e di non applicarla per 'non creare allarmismi'. Ero presente alla riunione della Commissione quindi ho sentito con le mie orecchie. Poi: sono consapevole e condivido le critiche a tutta la classe politica per le responsabilità sulle condizioni dei nostri fiumi, solo che....non è questo il contesto per parlarne, lo farò sicuramente in un altro post, ma non oggi, perché il tema affrontato è diverso e specifico. Altrimenti a forza di generalizzare, si perdono di vista i punti focali, quindi poi magari ci distraiamo e parliamo anche della fame nel mondo, le mezze stagioni e si stava meglio quando si stava peggio. No. Oggi il tema e il problema è il divieto di balneazione taciuto. Ps: lo so, sono prolissa! Un abbraccio e buon Ferragosto a voi da noi!
RispondiEliminaBuon Ferragosto anche a Voi!!!
EliminaBuon Ferragosto anche a Voi!!!
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