giovedì 13 agosto 2015

Scatta l'indagine della Procura della Repubblica sul giallo della balneazione a Pescara


Tanto tuonò che piovve, ed è giusto che sia così. Stamattina è stata ufficialmente aperta l’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara sulla torbida vicenda della balneazione mancata, negata e taciuta sulla riviera di Pescara. Una storia torbida che si muove tra ordinanze fatte e firmate non si sa quando, ordinanze mai pubblicate, mai divulgate, su cui non c’è stata una benché minima forma di informazione da parte del sindaco di Pescara, e non perché non ne avesse gli strumenti, anzi, gli avanzano: un portavoce pagato fior di euro con soldi pubblici; un altro giornalista in pensione direttore di una rivista dell’amministrazione comunale che bazzica nei dintorni; un consigliere comunale giornalista; un assessore giornalista-portavoce del Presidente della Provincia di Pescara e più chi ne ha più ne metta. Forse ci sono più giornalisti oggi al Comune che sul resto della città, e non uno che si sia degnato di scrivere due righe per far sapere alla popolazione di non farsi il bagno perché l’acqua del mare era inquinata, e molto. Ma sicuramente sarà stato il sindaco a impedire loro di fare il proprio mestiere, ossia di informare la città, e allora il sindaco Alessandrini vuol dire che porterà tutto solo sulle sue spallucce una responsabilità non da poco: quella di aver consentito a centinaia di persone e di bambini di farsi il bagno in acqua, in giorni di fortissimo caldo, non solo in mezzo alle feci, ai topi e a tutto ciò che vive in una fogna, ma anche in mezzo all’Oxystrong, ossia alla varechina, che quando la usi a casa la prima raccomandazione è ‘lavarsi bene le mani dopo l’uso, non venire in contatto con gli occhi, in caso di ingestione contattare subito un medico’. Ecco: al mare la varechina l’hanno bevuta, ingerita, digerita, ci si è lavati le mani e pure gli occhi. Ma secondo l’assessore all’Ambiente Marchegiani, titolare di un laboratorio analisi, lavarsi nell’Oxystrong fa bene alla salute. Ma torniamo ai fatti: il 28 luglio si rompe la condotta fognaria di via Raiale; in 17 ore si sversano nel mare 30milioni di litri di liquami, feci, e immondizia di fogna, ossia 30mila metri cubi, che Comune, Aca e Arta tentano di lavare con 450 litri di Oxystrong; il 29 luglio l’Arta fa le analisi suppletive per verificare quale impatto quello sversamento avesse avuto con l’ambiente; intanto il sindaco Alessandrini si fa i fatti suoi e non racconta ai cittadini cosa stesse accadendo, quindi non racconta della rottura, né dello sversamento, né tantomeno emette un’ordinanza cautelativa e precauzionale, nonostante il buon senso lo avrebbe suggerito, perché è normale che se butti in mare 30milioni di litri di liquami l’acqua non è più balneabile. Il 31 luglio l’Arta consegna al sindaco Alessandrini i risultati dei suoi campionamenti che però, ed è bene precisarlo, vengono fatti solo ed esclusivamente in via Balilla, dove comunque risultano valori spaventosi: 660 enterococchi, tre volte superiori al limite di 200; 2005 escherichiacoli, 4 volte superiori al limite. Pur avendo la conferma di ciò che anche il buon senso avrebbe suggerito, il sindaco Alessandrini comunque tace, sceglie di non avvertire la città che continua a farsi il bagno in mare, proprio perché sono giorni di fortissimo caldo e afa. E tace anche se, dando un’occhiata sui social, cominciano a diffondersi le notizie di una pandemia di virus intestinale che sta colpendo mezza città, costringendo tanti a far ricorso all’ospedale o comunque a guardia medica e medici di base. Niente lo tocca, niente lo smuove, lui tace. Il primo agosto ci ripensa, forse consigliato da qualcuno, ma solo a metà: firma, racconta molto a posteriori, il 7 agosto, un’ordinanza di divieto di balneazione solo in via Balilla, ma non la divulga, non la rende nota alla città, se la tiene per sé, in un cassetto. In questo modo, probabilmente, il sindaco Alessandrini pensava di essersi blindato, ossia: se non lo scopre nessuno meglio; se qualcuno dovesse scoprire che non stiamo ottemperando alla previsione di legge (116 del 2008, articolo 10, comma 1) diciamo ‘eh, ma io l’ordinanza l’ho fatta, quindi sono in regola’. E invece, caro sindaco Alessandrini non è così, perché quella legge che anche tu conosci non ti mette a posto la coscienza e non ti salva la carica solo perché hai fatto un’ordinanza, perché quella legge ti impone anche di far sapere alla città che c’è il divieto di balneazione, devi fare comunicati, devi mettere i cartelli di divieto, e devi tu sindaco assicurarti che tutti sappiano cos’è accaduto. Non solo: per dare efficacia ed esecutività all’ordinanza occorre la pubblicazione all’Albo pretorio del Comune, pubblicazione che non c’è stata, dunque quell’ordinanza è fuffa. Poi: il primo agosto l’Arta ripete le analisi, che restituisce il 3 agosto e tutto è rientrato nella norma. Ma resta un dato incontrovertibile, ossia che dal 28 luglio al 3 agosto la cittadinanza comunque si è fatta il bagno tra i liquami di fogna e il sindaco Alessandrini che, per sua stessa ammissione, sapeva, non l’ha detto dunque non ha permesso ai cittadini di assumere le dovute cautele per proteggere se stessi e i bambini. Ed è su questo che ora la Procura dovrà fare chiarezza: due gli Organi di Polizia coinvolti, la Polizia giudiziaria del Corpo della Forestale dello Stato e la Polizia Marittima della Guardia Costiera. I primi sono andati all’Arta e all’Aca; la Polizia Marittima già ieri sera aveva consegnato in Comune la richiesta di acquisizione degli atti e stamattina sono tornati a prendere il materiale. E in tutta onestà il coinvolgimento della Polizia marittima mi ha sorpreso, visto che sino a oggi la Capitaneria di Porto-Direzione Marittima è stata in un silenzio spaventoso, nonostante abbia il ruolo di controllore della legalità su tutto ciò che avviene sul territorio demaniale, compresa la spiaggia e il mare, nonostante avrebbe dovuto vigilare sull’apposizione dei cartelli indicanti il divieto di balneazione e, in caso di assenza, avrebbe dovuto censurare il comportamento dell’amministrazione comunale e anche denunciare tale omissione. Però ora le indagini sono state affidate anche alla Polizia Marittima. Acquisite carte, dunque, mail, pec, ordinanze e dati sulle analisi. Sì, ma qui la domanda è una soltanto: è un reato o no, da parte di un sindaco, tacere alla città che c’è un divieto di balneazione causato dallo sversamento da una condotta fognaria rotta per 17 ore? È un reato o no, da parte di un sindaco, non rendere pubblica un’ordinanza di divieto di balneazione? È un reato o no non pubblicare l’ordinanza sull’albo pretorio del Comune di Pescara? Queste sono le domande attorno a cui far girare l’inchiesta. Ma c’è di più: rivedendo i dati dell’Arta mi sono sorte delle perplessità. I campionamenti vengono eseguiti sulla base di un calendario stabilito dalla Regione Abruzzo che, per Pescara, ha stabilito le date dell’8 luglio per le analisi di routine su tutti i punti di prelievo e, solo per via Balilla (che esce da un periodo di divieto permanente di balneazione) il 21 luglio come analisi suppletive. Ora, a fronte di uno sversamento di tali proporzioni, ovvero 30milioni di litri di liquami e feci nell’acqua, perché l’Arta ha svolto i campionamenti solo ed esclusivamente nel mare all’altezza di via Balilla? Chi ha scelto di fermare lì le indagini? Piuttosto sarebbe stato logico e opportuno ripetere i campionamenti, in via straordinaria, su tutto il litorale, perché non è che la cacchina galleggia in via Balilla e la corrente non può trascinarla sino a via Mazzini. Quindi la verità è che sappiamo che in via Balilla l’acqua del mare era inquinata perché ci sono state delle analisi, ma sul resto del litorale, dove le analisi non sono state eseguite, non sappiamo in realtà com’era la situazione al 29 luglio. Ieri in Commissione Vigilanza al Comune il vicesindaco ha cercato di continuare l’opera di intorbidimento delle acque, mischiando le notizie, affermando di aver sempre fatto i comunicati stampa per informare la città sulla rottura delle condotte, salvo poi smentirsi non disponendo di quei comunicati, peraltro danneggiando solo il sindaco Alessandrini che ha già ammesso nei giorni scorsi il suo errore consapevole, ossia non aver volutamente divulgato l’ordinanza di divieto di balneazione. E siccome poi il diavolo ci mette lo zampino, più cerchi di insabbiare e più il peggio viene fuori: lo scorso 5 agosto l’Arta ha ripetuto le analisi di routine, tutto bene ad eccezione della zona a 300 metri dal molo nord, dove comunque il valore degli escherichiacoli ha superato il limite di legge di 500 microgrammi, facendo registrare 782 microgrammi, e comunque il Comune non lo ha detto, ancora una volta, alla città. Oggi però, all’improvviso, sono saltate fuori altre analisi, straordinarie rispetto al calendario regionale, suppletive quanto inattese (ossia non sappiamo cosa le abbia scatenate e perché siano state eseguite), che hanno certificato un’impennata dell’inquinamento a Pescara sud, foce Fosso Pretaro, al confine con Francavilla al Mare: parliamo di valori di enterococchi pari a 5.200 microgrammi, dunque 26 volte superiori al limite di legge, e degli escherichia coli pari a 2005 microgrammi, 4 volte più del normale. Non appena ricevute le notifiche dell’Arta, il vicesindaco di Pescara si è subito attivato: sta facendo redigere le ordinanze di divieto di balneazione; le sta per fare pubblicare sull’albo pretorio del Comune; intanto ha già avvisato per telefono i giornalisti per assicurarsi che la notizia abbia lo spazio adeguato domani sui giornali in modo da informare la cittadinanza che a Fosso Pretaro a Ferragosto non ci si può fare il bagno; sta mandando gli operai a mettere i cartelli di divieto di balneazione; ha già mandato in avanscoperta gli agenti della Polizia municipale per informare i balneatori di vietare ai propri bagnanti di entrare in acqua…un attivismo che cozza contro il silenzio del 31 luglio scorso. Ma soprattutto sorge la domanda: se oggi il vicesindaco si sta dando tanto da fare per informare la popolazione di quel nuovo divieto di balneazione, e sta seguendo la legge, allora è evidente che il sindaco, che ha invece imboscato nel cassetto l’ordinanza di via Balilla, non ha seguito la legge e ancora più lampante oggi emerge la sua mancanza. E allora oggi, più che mai, la richiesta delle sue dimissioni è spontanea. A proposito: domani ci aspettiamo una lettera di sostegno di Annalisa Colagiovanni. Buona giornata!

9 commenti:

  1. Ma la varechina, sia sincera, non era stata mai usata prima d'ora? Con l'auspicato ritorno del centrodestra, il mare tornerà pulito come acqua di fonte. Come del resto lo è stato sempre e solo con i sindaci che le aggradano. Mentre ahimè il fiume e il mare erano inquinati ieri non meno di oggi.

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  2. Ma la varechina, sia sincera, non era stata mai usata prima d'ora? Con l'auspicato ritorno del centrodestra, il mare tornerà pulito come acqua di fonte. Come del resto lo è stato sempre e solo con i sindaci che le aggradano. Mentre ahimè il fiume e il mare erano inquinati ieri non meno di oggi.

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  3. Andreina buongiorno: punto primo, suggerimento tecnico, i commenti puo metterli una sola volta, tanto li leggo e rispondo e suo marito Ivano lo sa. Punto secondo, entro nel merito: lei mi chiede sincerità, io le chiedo onestà intellettuale, consapevolezza nella lettura e soprattutto serenità d'animo (e qui comprendo che è più difficile), meno astio quando si rivolge a me, anche perché neanche mi conosce, se non per 'sentito dire' da altri. Dunque: visto che segue i miei articoli (o così suppongo dai commenti suoi e di Ivano) ho già più volte precisato che il problema non è l'uso dell'Oxystrong in sé, ma la modalità di utilizzo. Con il centro-destra l'Oxystrong, o varechina, come la chiamo io per far capire a tutti di che parliamo, ma se vuole lo chiamo anche 'acido peracetico' che non mi sembra il top, si è sempre usato come prescrive la norma, ossia solo per 'la disinfezione delle vasche di depurazione', che poi subivano un periodo di decantazione e ulteriore igienizzazione. Mai e poi mai è stato autorizzato da alcuno l'utilizzo dell'Oxystrong direttamente nelle fogne, che equivale a buttarlo nel fiume, ossia nel mare! Dal 14 maggio 2015 l'amico Damiani, ex Verdi (stesso partito dell'ex assessore Edvige Ricci-giunta Collevecchio se non erro), politicamente da sempre vicino alla sinistra, e non è un mistero per alcuno, ha autorizzato l'Aca a sversare l'Oxystrong direttamente nelle fogne di Fosso Cavone, zona depuratore, ossia direttamente nel fiume e nel mare, per arginare i danni degli sversamenti di feci quotidiani nel fiume e nel mare per il mancato ripristino della condotta di via Raiale, crollata il 6 aprile 2015 (mi spiace per lei, ma governava sempre il sindaco Alessandrini). Io chiedo: è stato interpellato il Ministero della Salute, o quantomeno la Asl per sentire anche il parere degli altri Organismi deputati alla difesa della salute su tale utilizzo poco ortodosso dell'Oxystrong? Sul Ministero non posso rispondere, sulla Asl sì: no, nessuno ha interpellato la Asl. E vede, per me, non è così normale pensare che si possa gettare la varechina nel fiume e nel mare e che non accada nulla; se così fosse, come ha suggerito un altro dirigente dell'Arta, Carlo Spatola Mayo, assumendosi una bella responsabilità, ma per questo lo ammiro, allora spegniamo i depuratori, visto che non servono, e usiamo solo Oxystrong per pulire le acque! Per poi tornare all'oggetto che l'ha tanto turbata: vede, Andreina, gli 'incidenti' possono accadere nel corso di un'amministrazione, come la rottura di una condotta. Il centro-destra questo se l'è risparmiato solo perché è stato più lungimirante negli investimenti: meno incarichi professionali esterni, quindi meno clientelismo, e più investimenti sui sottoservizi, che non si vedono, portano meno voti, ma più vantaggi per la città. Non mi venga a dire che il centro-destra ha svuotato le casse comunali, perché allora il 'suo' sindaco Alessandrini mi deve spiegare dove ha trovato 1milione 200mila euro per dare incarichi esterni solo dal giugno 2014 a marzo 2015, poi presa da altri impegni, non ho più tenuto i conti! Ma soprattutto: qui il fatto più grave non è neanche la rottura della condotta, ma la scelta del sindaco Alessandrini di nascondere alla città che c'era un divieto di balneazione in un ampio tratto della riviera, dove centinaia di persone hanno fatto il bagno per giorni tra le feci, con conseguenze inimmaginabili, e questo è un dato incontrovertibile. Un altro sindaco, in un altro paese, in un altro continente, per una tale scelta avrebbe chiesto scusa e si sarebbe dimesso salvando la dignità. Vede, Andreina, se non ci si può fidare neanche di colui che per primo deve tutelare la salute pubblica, i cittadini di chi si devono fidare? con la stima di sempre! Mi saluti Ivano

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Gentile PatriCia, il mio commento è stato pubblicato una sola volta, benché replicato per qualche diavoleria tecnica che non consente l'eliminazione del doppione. Non è questo il punto: del resto, il post sulla sua pagina è pubblicato per ben tre volte. Se Alessandrini ha omesso la divulgazione del divieto di balneazione, come sembra, c'è la pronta indagine della Procura, cui lei non ha dato troppo credito, che accertera' i fatti, anche relativamente al versamento diretto dell'acido nel fiume e quindi nel mare. Mi spiace che nel lunghissimo commento in risposta alla mia sollecitazione, non ci sia una sola parola sulla responsabilità comune di tutta la olitica circa le pessime condizioni delle acque del nostro prezioso territorio. Ricambio, insieme a Ivano, un caro saluto a lei e Luciano

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  6. No Andreina, io ho dato molto credito all'indagine della Procura, e perché, scusi, non dovrei??? Un'indagine che peraltro parte da una confessione-ammissione in piena regola del sindaco Alessandrini che ha personalmente detto di aver firmato l'ordinanza di divieto di balneazione e di aver deciso di non farla sapere e di non applicarla per 'non creare allarmismi'. Ero presente alla riunione della Commissione quindi ho sentito con le mie orecchie. Poi: sono consapevole e condivido le critiche a tutta la classe politica per le responsabilità sulle condizioni dei nostri fiumi, solo che....non è questo il contesto per parlarne, lo farò sicuramente in un altro post, ma non oggi, perché il tema affrontato è diverso e specifico. Altrimenti a forza di generalizzare, si perdono di vista i punti focali, quindi poi magari ci distraiamo e parliamo anche della fame nel mondo, le mezze stagioni e si stava meglio quando si stava peggio. No. Oggi il tema e il problema è il divieto di balneazione taciuto. Ps: lo so, sono prolissa! Un abbraccio e buon Ferragosto a voi da noi!

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